Contrariamente a quanto temuto, l’Autostrada A5 Torino-Ivrea-Valle d’Aosta verso il Monte Bianco non chiuderà nel tratto e nello svincolo di Pavone Canavese. È questo l’esito della riunione tecnica svoltasi stamane nella sede della Prefettura di Torino tra i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, la stessa Prefettura e la società gestrice Ativa.
“L’autostrada continuerà a essere gestita nella modalità attuale, senza ulteriori penalizzazioni per l’utenza – ha comunicato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nel post Facebook immediatamente successivo alla conclusione del vertice -. Abbiamo difeso le ragioni dei nostri cittadini e del nostro sistema economico che non avrebbero compreso e non potevano accettare l’interruzione di un collegamento così importante”.
Anche il vicesindaco di Città metropolitana di Torino, Jacopo Suppo, ha voluto esprimere la propria vicinanza a “utenti e amministratori locali molto preoccupati per la situazione in atto”. Egli ha peraltro aggiunto che “Ativa e il Ministero sanno di dover risolvere il contenzioso senza ripercussioni sul traffico”, promettendo costante vigilanza affinché “la complessa vicenda si concluda senza ripercussioni”.
Era invece assente dal summit la Valle d’Aosta, le cui forze politiche già nei giorni passati avevano lanciato un allarme congiunto relativo al pericolo di isolamento forzato di tutto il territorio; questo per via di una serie di concause tra cui l’interruzione al traffico dell’Autostrada A5 e la sospensione della tratta ferroviaria tra Aosta e Ivrea.
“Dopo aver evitato oggi la chiusura del tratto autostradale che collega la Valle d’Aosta (ndr, e il Monte Bianco) con Torino è ora necessario che si trovino le soluzioni tecniche per scongiurare il rischio che l’impasse si ripresenti nei prossimi mesi – ha constatato il presidente della Regione, Renzo Testolin. – In questa vicenda è in ballo non soltanto l’accessibilità ma anche l’interesse generale dell’intero Paese (ndr, l’Italia) a garantire il transito verso i due Trafori alpini strategici del Monte Bianco e del Gran San Bernardo”.