Il deputato valdostano Franco Manes ha espresso “preoccupazioni significative” circa il nuovo regime di tassazione dei lavoratori frontalieri previsto dalla Riforma fiscale. La tematica è stata affrontata di concerto con la componente delle minoranze linguistiche Gruppo misto durante la seduta della Commissione Finanze tenutasi lo scorso martedì 5 dicembre.
“Queste modifiche rappresentano un cambiamento radicale che potrebbe avere un impatto negativo su milioni di lavoratori italiani e frontalieri – ha commentato Manes -. Il nuovo schema mina il sistema e smantella il regime di tassazione agevolata temporaneo destinato a chi lavora all’estero ma risiede in Italia”.
Dopo le osservazioni emerse in sede di discussione, il decreto legislativo per l’attuazione della Riforma in materia di fiscalità internazionale non potrà passare all’esame dell’aula. Eppure, stando al deputato, “il Governo non sembra pronto a impegnarsi concretamente per sanare le problematiche, mettendo a rischio l’efficacia di una misura che sino a ora ha portato soltanto vantaggi”.
A crucciare Manes sono, più nello specifico, la “mancanza di una deroga di almeno un anno per il regime fiscale degli impatriati e l’assenza di distinzioni legate alla situazione familiare”. Timori destano anche “la definizione ambigua di ‘frazione quotidiana’ e le possibili implicazioni e penalizzazioni per i lavoratori frontalieri”.
La componente delle minoranze linguistiche Gruppo misto, già a più riprese espressasi tramite ordini del giorno e mozioni, ritiene dunque cruciale dunque iniziare a esplorare alternative in seno alla Riforma fiscale.
“Dobbiamo incentivare i territori di confine con fondi mirati per assicurare che alcune professioni non siano costrette a emigrare – ha precisato ancora Manes, sottolineando la necessità di proteggere i diritti di specifiche categorie di professionisti -. Dobbiamo impegnarci per offrire condizioni salariali migliori e un sistema fiscale più giusto, come anche il presidente Mattarella ha riconosciuto durante il 70º anniversario dell’Uncem (ndr, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani)”.