Quattordici comuni del Dipartimento delle Alte Alpi si sono visti riconoscere, grazie a una apposita ordinanza interministeriale datata martedì 30 gennaio scorso, lo stato di calamità naturale per via dei danni subiti a causa della Tempesta Aline. In particolare, esso concerne le inondazioni, le colate di fango, gli smottamenti e gli straripamenti di fiumi che hanno fatto seguito all’evento metereologico estremo dello scorso venerdì 20 ottobre, oltre che i successivi episodi di maltempo occorsi lunedì 1° dicembre.
I comuni in stato di calamità
I comuni del Dipartimento delle Alte Alpi interessati dallo stato di calamità per la Tempesta Aline sono Argentière-la-Bessée, Aubessagne, Champoléon, La Chapelle-en-Valgaudémar, Forest-Saint-Julien, Freissinières, La Motte-en-Champsaur, Saint-Bonnet-en-Champsaur, Saint-Maurice-en-Valgaudemard, Vallouise-Pelvoux e Les Vigneaux. Le località che lo hanno anche ottenuto a seguito degli episodi di piogge intense dell’inizio del mese di dicembresono Puy-Saint-Eusèbe, Saint-Véran e Villard-Saint-Pancrace.
Gli eventi meteorologici
La Tempesta Aline si è abbattuta sul territorio del Dipartimento delle Alte Alpi senza tuttavia registrate vittime o feriti. Caratterizzata da forti piogge similari a quelle che avevano connotato la Tempesta Alex, essa ha provocato oltre a esondazioni e allagamenti anche il crollo di due ponti a Saint Martin-Vésubie, località distante circa 40 chilometri da Ventimiglia. In aggiunta, la diga di La Chapelle-en-Valgaudemar era stata gravemente danneggiata, un altro ponte a Orcière era stato parzialmente abbattuto e più di 400 case erano rimaste senza acqua potabile o energia elettrica.
Tra lunedì 1° e mercoledì 3 dicembre, per converso, sette Dipartimenti tra cui l’Ain, la Loira, l’Alta Savoia, l’Isère, la Savoia, le Alte Alpi e le Alpi di Alta Provenza erano stati posti in allerta arancione a causa di neve e piogge violente. Queste avevano comportato l’inondazione della strada principale di Eygliers nonché generato episodi fangosi che avevano colpito il resto della regione di Guillestrois; a pagare il prezzo più alto è stato però il comune di Risoul, le cui frazioni e la cui stazione sciistica sono rimaste isolate per venti giorni.