Il turismo rappresenta per la Costa Azzurra uno dei mercati economici maggiori, tanto da aver raggiunto nel 2019 i 19,8 miliardi di euro di introiti. Tale comparto è anche, tuttavia, al contempo causa e vittima di una serie di cambiamenti climatici che dall’erosione delle spiagge all’aumento della temperatura media lo costringe a reinventarsi e ripensarsi costantemente.
A palesare tale ambivalenza è l’Agence de la transition écologique (ADEME, Agenzia per la transizione ecologica) all’interno dello studio “Quatre scénarios pour le tourisme côtier en région Provence-Alpes-Côte-d’Azur à l’échéance 2050” (“Quattro scenari per il turismo costiero nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra nel 2050”).
I numeri del turismo in Costa Azzurra
Le coste della Regione del Sud si estendono per un totale di 1.034 chilometri, ovverosia il 43% dell’affaccio francese sul Mar Mediterraneo. In particolare, esse sono composte di paesaggi rocciosi (594 chilometri), sabbiosi (293 chilometri) o artificiali (147 chilometri).
I 65 comuni del litorale, che rappresentano il 7% dei 946 comuni complessivi, coprono una superficie di circa un quarto di tutto il territorio regionale e ne accolgono ben la metà della popolazione. Questo si traduce nel concreto in una densità abitativa di 733 residenti per chilometro quadro, circa due volte e mezza la densità abitativa degli altri comuni marittimi francesi. Sui 2,5 milioni di cittadini che vivono nelle zone costiere, il 70% si concentra nelle tre metropoli di Aix-Marseille-Provence, Toulon Provence Méditerranée e Nice Côte d’Azur.
La Costa Azzurra conta più di 135 porti turistici e da pesca, complessivamente dotati di 60 mila posti barca, ciò che rende la Regione del Sud la prima in Francia per capacità di accoglienza. A questi si aggiungono 17 porti marittimi che ospitano a loro volta 3 milioni di passeggeri, ovverosia il 45% del traffico in Francia e il 9,0% del Mar Mediterraneo.
Il peso economico del turismo in Costa Azzurra
Stando al Comité régional du tourisme de Provence-Alpes-Côte d’Azur, la Regione del Sud è stata nel periodo pre pandemico e sta tornando a essere la seconda regione turistica dopo l’Île-de-France con più di 1,5 miliardi di euro investiti mediamente ogni anno e un 13% di copertura del PIL; essa è seconda invece alla Corsica quanto a capacità di generazione di impieghi, pari in totale a 143.000 (6,0%). Annualmente sono 30 milioni i soggiorni effettuati, di cui 7 milioni di parte di stranieri di provenienza internazionale, per un ammontare di 3,4 milioni di posti letto di cui il 20% costituito da strutture commerciali e il restante 80% costituito da seconde case.
Il turismo come causa
Come nel resto del mondo, anche in Costa Azzurra il turismo genera inquinanti, consuma energia, favorisce lo spreco di risorse naturali e alimentari, accelera la distruzione degli habitat naturali e della biodiversità; esso ha inoltre la colpa di accrescere tensioni e conflitti umani dinnanzi alla disuguaglianza sociale e alla dipendenza economica.
Stando ad ADEME, le emissioni totali di gas serra nel settore sono in Francia pari a 118 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, circa l’11% dell’inventario nazionale. A inquinare maggiormente sono i trasporti, in modo specifico i viaggi in aereo (60%) e in auto (38%), responsabili congiuntamente del 98% dei dati regionali. In sostanza, il turismo nella Regione del Sud è responsabile del rilascio in atmosfera di 11,7 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, l’82% in più rispetto allo stabilimento ArcelorMittal Méditerranée di Fos-sur-Mer nel Dipartimento Bouches-du-Rhône.
Il turismo come vittima
Eppure, il turismo è anche uno dei primi comparti a subire le ripercussioni del riscaldamento globale. Non a caso questo, assieme alla necessità di attuare una profonda quanto urgente transizione ecologica, rappresenta una delle sue principali sfide.
L’innalzamento delle temperature medie e la marcata frequenza degli eventi meteorologici estremi limitano sin da subito alcune attività tipicamente turistiche. Parallelamente, a livello europeo viene richiesto a un settore trainante per l’intera Regione del Sud di allinearsi all’obiettivo delle zero emissioni stabilito dall’Unione Europea di qui al 2050.
Dall’inizio del XIX secolo, a causa della crescita del livello delle acque, dell’arretramento dei sedimenti e dell’erosione costiera, il mare ha saputo conquistare 4 mila ettari di territorio e generare una perdita di 40 chilometri quadrati di spiagge. Questo ha spinto nella direzione della protezione ambientale, con 92 siti posti sotto l’egida del Conservatoire du Littoral e un 53% delle coste terrestri e marine della regione reso riserva naturale o parco nazionale.