Italea, piattaforma per il turismo delle radici e viaggio genealogico in Italia, è un progetto promosso dal Ministero italiano degli affari esteri nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e finanziato da NextGenerationEU.
Si rivolge agli italiani all’estero e ai discendenti di emigrati che desiderano riscoprire la propria storia familiare. Offre itinerari personalizzati, accesso a genealogisti e una rete di accoglienza attiva in tutte le regioni italiane.
Chi già conosce il paese d’origine dei propri avi può organizzare un viaggio nei luoghi della memoria familiare. Ugualmente, chi è all’inizio della ricerca può contare sull’aiuto di esperti per ricostruire l’albero genealogico e identificare i legami con il territorio italiano.

In Piemonte, itinerari tra storia, gastronomia e memoria migrante
Il Piemonte è tra le regioni più attive nel progetto Italea per il turismo. Qui si trovano proposte pensate per unire la riscoperta delle origini con l’esperienza del paesaggio e delle tradizioni locali.
Tra le mete di prossimità con la Francia ci sono Montemale, con il tartufo nero dolce, e la Valle Grana, dove nasce il Castelmagno DOP. Entrambe le esperienze si svolgono in provincia di Cuneo.
Sempre nel Cuneese, la Valle Stura di Demonte è protagonista di un itinerario di un giorno che attraversa un territorio di confine, storicamente interessato da flussi migratori e ancora oggi segnato da una importante identità culturale. Le esperienze proposte in Piemonte offrono la possibilità di connettersi con le radici familiari attraverso il cibo, i paesaggi alpini e la storia locale, in territori che furono punto di partenza per molti emigranti.
A completare il percorso nella memoria c’è il Museo delle Migrazioni di Pettinengo, in provincia di Biella. Il museo documenta le dinamiche sociali dell’emigrazione piemontese e custodisce testimonianze dirette e oggetti che raccontano i vissuti di chi ha lasciato la regione tra Otto e Novecento.
Un viaggio su misura in Italia
Italea propone esperienze di turismo simili in tutte le regioni italiane. Dalle risaie tra Novara e Vercelli, fino alle coste del Salento, crocevia di culture, o alla processione di Ferragosto a Tropea in Calabria, l’idea è di unire la dimensione personale e soggettiva a quella culturale e paesaggistica.
A Genova, uno dei porti principali dell’emigrazione italiana, è possibile seguire le tracce di chi partì per le Americhe. Nelle Marche, il progetto “Casa Marche” invita a ritrovare una geografia affettiva fatta di borghi e memorie. In Toscana, l’itinerario nella Val d’Orcia unisce la bellezza del paesaggio a un’esperienza di silenzio e del ritrovarsi con se stessi.
In tutta Italia esiste una rete di musei dell’emigrazione che supporta il turismo delle radici offrendo contesto e documentazione. Il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova è il punto di riferimento nazionale. A questo si affiancano realtà locali come il Museo dell’Emigrazione Marchigiana a Recanati o il Museo dell’Emigrante di Mulazzo, in Toscana. Si tratta di luoghi dove si conservano archivi, lettere, immagini e oggetti che aiutano a comprendere meglio la storia collettiva dell’emigrazione italiana.
I libri per la memoria
Il turismo delle radici promosso da Italea si intreccia con narrazioni che vanno oltre il viaggio fisico, trovando forma anche nella letteratura di memoria. Un esempio è il libro La Little Italy de Saint-Nazaire di Bruno Rossetti, presentato l’8 luglio scorso in occasione della mostra Ciao Italia! Un secolo d’immigrazione italiana in Francia (1860-1960), all’Espace H2M di Bourg-en-Bresse e ancora il 16 luglio scorso alla Camera di Commercio Italiana per la Francia di Lione. Il libro racconta la storia di Giovanni e Maria Chiara Rossetti, emigrati da Genova a Saint-Nazaire nel 1924, insieme ad altre 137 famiglie italiane, nel momento della costruzione dei grandi transatlantici francesi, come l’Ile de France e il Normandie.
Nos Alpes ha raccontato di recente, con la penna di Giorgia Gambino nella rubrica Nos Alpes Nos Livres, il volume di Michel Bonetti, La Francia mi ha dato il pane e la libertà, sull’immigrazione dal nord Italia a Passy in Alta Savoia, nella zona industriale di Chedde. Un libro anche da ricordare è di Alberto Toscano, Gli italiani che hanno fatto la Francia (2020).

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