Il fiume Buëch e la zona corrispondente nelle Hautes-Alpes, sono stati posti in allerta siccità il 6 agosto 2025, a causa di un calo dei livelli idrici sotto la soglia di attenzione. La decisione segue un’estate segnata da condizioni meteorologiche sfavorevoli, che hanno già portato a restrizioni in più dipartimenti francesi fin da giugno.
Durante il comitato dipartimentale delle Hautes-Alpes di gestione dell’acqua del 6 agosto, le autorità hanno rilevato che le piogge di metà luglio non hanno compensato la tendenza secca e ventosa delle ultime settimane. Mentre gran parte del territorio resta in stato di vigilanza, il Buëch e i suoi affluenti Aiguebelle e Blaisance presentano portate inferiori alla soglia di allerta. Nei prossimi giorni sono previste temperature in aumento e assenza di precipitazioni significative, salvo brevi temporali localizzati.
Il caso delle misure per questa zona si aggiungono ad altre, che nelle scorse settimane sono state prese, un po’ a macchia di leopardo, sull’insieme del territorio francese e anche nella zona alpina.
Sono interessate località note: tutta la zona francese del lago Lemano, Evian compresa, e le valli corrispondenti, per esempio fino a Morzine, Rumilly e una zona a sud di Annecy, ma anche appunto le zone vicino a Gap, o nella zona maralpina e sulla costa, da Cagne a Antibes, con diversi livelli, e all’interno, nei versanti di Le Paillon e de la Siagne.
In Svizzera romanda la situazione non presenta grandi problemi, salvo una relativa siccità in quota, con effetti sugli alpeggi, e una leggera condizione di siccità nella vallée de Viège, in Vallese, ma che dovrebbe rientrare. In Italia, le tre agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (ARPA) di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta non segnalano specifici problemi di approvvigionamento idrico e siccità in pianura e nelle Alpi. I media segnalano tuttavia scarsità di acqua nei rifugi e in alcune aree limitate, come quelle servite da rû Courtaud in Val d’Ayas e Saint-Vincent in Valle d’Aosta.

Il piano di monitoraggio della siccità in Francia
La gestione della crisi si inserisce nel piano nazionale di monitoraggio della siccità, che si basa sul sistema Vigieau. Lo strumento centralizza le informazioni aggiornate sugli stati di vigilanza e allerta per ciascun bacino idrografico, consentendo a cittadini, agricoltori e amministrazioni di conoscere in tempo reale le misure in vigore.
L’obiettivo è gestire con resilienza le crisi, armonizzare le decisioni locali, ridurre i prelievi idrici nelle fasi critiche e mitigarle.
Situazioni di siccità nelle Alpi francesi sin da giugno
Pur senza giungere alle situazioni del 2022 e 2023, la siccità relativa ha interessato progressivamente diverse aree della Francia sud-orientale e delle Alpi. Se si osserva la carta all’8 luglio, quasi tutto il territorio è oggetto di vigilanza, una fascia centrale e in parte costiera è in allerta e alcune zone sono in allerta rafforzata. L’entroterra di Marsiglia è invece di stato di crisi.
In Alta Savoia, i bacini del Chéran, del sud-ovest lémanique e delle Dranses sono in allerta rinforzata dal 17 luglio, mentre il resto del dipartimento è in allerta e l’Arve a valle (cioè nelal zona di Chamonix-Servoz) in vigilanza. In Savoia, dopo settimane di caldo persistente e mancanza di piogge, il 4 luglio è scattata l’allerta su più settori, tra cui il Lac du Bourget e il Chéran.
Nelle Alpes-de-Haute-Provence, dal 25 luglio il bacino del Largue è in allerta, con divieti di irrigazione nelle ore centrali e restrizioni per usi agricoli e industriali. Nelle Alpes-Maritimes, un deficit pluviometrico marcato e temperature sopra la media hanno portato il 25 luglio al posizionamento di 40 comuni in allerta e 5 in allerta rinforzata (Cagnes-sur-Mer, la Gaude, Saint-Jeannet, Saint-Paul de Vence, Vence), con misure che vanno dal divieto di irrigazione diurna alla chiusura delle docce nelle spiagge.
Vigilanza, allerta e allerta rinforzata

La vigilanza è una fase preventiva che mira a sensibilizzare cittadini e operatori economici sull’uso responsabile dell’acqua.
L’allerta introduce restrizioni concrete: riduzione dei prelievi agricoli fino al 50% o limitazioni settimanali, divieto di irrigazione nelle ore calde, restrizioni al riempimento delle piscine e al lavaggio di veicoli.
L’allerta rinforzata intensifica le limitazioni, fino all’interdizione totale di certi usi non essenziali.
Lo stato di crisi comporta l’interruzione di tutti i prelievi non prioritari, consentendo solo quelli per salute, sicurezza civile, acqua potabile e salubrità.
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