Sono stati oltre 105 mila le parigine e parigini che la scorsa domenica 12 novembre sono scesi nelle piazze e tra le vie della capitale per dire no alle persecuzioni a sfondo antisemita. La manifestazione di protesta, promossa dai parlamentari Yael Braun-Pivet e Gérard Larcher, si è peraltro capillarmente diffusa al di fuori della città, coinvolgendo anche le realtà vicine di Nizza, Strasburgo, Rouen Brest e Lione in una marcia pacifica ma incisiva.
La Marcia
Il corteo di Parigi ha preso il via nel primo pomeriggio dall’Esplanade des Invalides per poi raggiungere la sede del Senato francese sotto la guida dello slogan “Pour la République, contre l’antisémitisme” (“Per la Repubblica, contro l’antisemitismo”). A motivare i manifestanti e a colorare gli striscioni che essi portavano con sé è stata la presa di coscienza della quantità e della gravità degli atti di antisemitismo verificatisi in Francia a seguito degli attacchi di Hamas contro Israele. Secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, la mobilitazione è stata totale, tanfo da aver “emanato istruzioni estremamente severe e impiegato risorse importanti per rintracciare gli autori dei 1.247 atti antisemiti registrati dal 7 ottobre, di cui 539 persone sono già state arrestate”.
Le polemiche
Durante la marcia antisemita di Parigi non sono tuttavia mancate polemiche ed emersi dissapori a sfondo politico. Nel mirino vi è stata soprattutto la presenza inattesa di Marine Le Pen, rappresentante del Rassemblement National, peraltro boicottata da un gruppo di attivisti di sinistra denominato Golem. Nonostante i tentativi di opposizione all’iniziativa messi in atto da Jean-Luc Mélenchon de La France Insoumise, sono stati numerosi i volti noti del panorama istituzionale ad aver preso parte alla giornata, tra cui la premier Elisabeth Bornenonché gli ex presidenti François Hollande e Nicolas Sarkozy.