Seconda parte del racconto sulla cacciata del diavolo iniziato ieri, in una grave vicenda al mont Carogne, sopra Verrès, in Valle d’Aosta …
L’Abbé Gaël è nato a Challand ma nella sua vita ha viaggiato molto ed è stato parroco in diversi paesi, ricevendo sempre grande affetto da parte dei suoi fedeli. É tornato nel suo paese natio da ormai vent’anni e adesso vive il suo ritiro lavorando il legno, passeggiando nei boschi in cerca di strade a lui ancora sconosciute, ma il suo tormento non si è attenuato. Non è con la natura che deve ritrovarsi ma con la fede. La richiesta d’aiuto dei suoi devoti fedeli non può essere ignorata e forse può anche essere la cura per la sua anima tormentata.
Dopo aver visto ciò che resta del gregge va a parlare con il pastore Hubert.
-Il diavolo non si fermerà padre, la sua danza è iniziata. Ha detto che solo un uomo dal cuore e l’animo puro può respingerlo. Vedo ancora i suoi occhi iniettati di sangue, la prego faccia qualcosa.
L’Abbé si è allontanato dalla comunità proprio perché da tempo non si sente né puro né senza macchia, ma nel profondo del suo cuore sa di essere l’unico in grado di affrontare il demonio.
Il diavolo ha già visitato quei luoghi. Quando l’Abbé Gaël era un bambino uno degli anziani del paese gli raccontò la leggenda di San Teodulo, vescovo di Sion. Teodulo si recò dal Papa nel VII secolo e ricevette in dono una campana che fu benedetta da San Pietro. Era molto grato del dono ricevuto dal Santo Padre ma non aveva idea di come trasportare a Sion la campana. In suo aiuto arrivò il diavolo. Tentò il prete offrendogli i suoi servigi e mise alla prova la sua fede.
Teodulo accettò il suo aiuto ma mise in guardia il diavolo: -se la campana suona prima di arrivare a Sion vorrà dire che hai compiuto una delle tue malefatte, e per questo verrai cacciato dalla Terra. Il diavolo partì con la campana in spalle e il suo ghigno malefico. Per pigrizia non passò per le strade. Attraversò le foreste sradicando alberi e pietre. Per abbeverarsi si chinò alla foce di un fiume e lo prosciugò con la sua ingordigia, tra lacrime di risate.
Riprese il suo viaggio e passò attraverso le montagne trapassandole da parte a parte lasciando anche sulle vette i segni del suo passaggio maligno. A pochi chilometri da Sion la campana benedetta suonò. Il rumore fu insopportabile per il diavolo, la lasciò cadere e dovette fuggire dalla Terra per rifugiarsi negli inferi da dove era arrivato. San Teodulo aveva messo alla prova il diavolo dimostrando ancora una volta la sua natura maligna.
Una delle montagne attraversate dal demonio fu Becca Crevaye. Si trova accanto al Trident de Faudery, sulla cresta del Morion, al confine tra la Valle d’Aosta e il Vallese. La becca ha un buco di 9 metri a ridosso della cima, da lì passò il diavolo. Sotto a queste vette, nella zona di Ollomont al centro della conca di By, si estende una grande piana. Viene chiamata Plan de Dance.
Gli anziani di quelle zone raccontano che i diavoli su quella piana sono soliti ballare. Ogni 24 dicembre radunano gli esseri più spietati e questi scendono dalle cime per raggiungere Plan de dance, e lì si uniscono in un grande Sabba. Questo ballo infernale non si vede da secoli ma l’Abbé Gaël sa che se il demonio è tornato allora lo troverà in quella piana, ed è lì che dovrà affrontarlo.
domani, vieni su Nos Alpes a leggere la terza parte del racconto sulla cacciata del diavolo ..
La prima parte: La cacciata del diavolo e il mont Carogne