In mezzo alle proteste sui due versanti della frontiera e preoccupazioni su ulteriori ritardi, arriva la voce dell’ANAS, l’ente italiano per le strade. Il tunnel di Tenda sarà aperto come previsto entro giugno 2024, non ci saranno ritardi. Il messaggio giunge attraverso un’intervista raccolta dalla pagina di Cuneo de La Stampa a Nicola Prisco, commissario straordinario del cosiddetto Tenda bis, cioè la nuova manica che si affiancherà la galleria storica.
Un ritardo di tre anni e una tempesta
I lavori del nuovo tunnel erano iniziati nel 2014, ma nel 2017 sono stati sospesi in ragione di uno scandalo sui cantieri, con l’arresto di 17 persone. Nel 2018 l’ANAS, che aveva in carico l’opera, ha rescisso il contratto con la Fincosit e il 26 maggio 2020 ha consegnato i lavori al consorzio stabile Edilmaco: i tempi erano dunque di molto allungati.
Poco dopo, il 2 ottobre 2020 la tempesta Alex (10 morti e 8 scomparsi) ha inondato la galleria storica (in cui già si procedeva a senso alternato) e distrutto gran parte dell’accesso sul versante francese. Il cantiere non era quasi partito, il traffico stradale si è definitivamente interrotto, è rimasta solo la linea ferroviaria.
Un problema per le relazioni italo-francesi
Così, negli anni, la vicenda del tunnel di Tenda è diventata un problema italo-francese, di relazioni e di percezione da parte delle popolazioni locali e dei loro sindaci. Il percorso in Valle Roja è utilizzato dalle auto private ma anche dalle piccole imprese del cuneese come fornitori dell’area di Nizza, in particolare per gli arredi e le costruzioni, ma anche per un’ampia gamma di prodotti e servizi.
Il traffico merci sulla strada, che attraversa i diversi paesi storici della Valle Roja, aveva indotto misure di contenimento. Il 7 novembre 2017 il tribunale amministrativo di Nizza aveva riconosciuto la validità della decisione adottata da cinque comuni di Breil-Sur-Roya, Fontan, Saorge, Briga e Tenda di limitazione ai mezzi pesanti maggiori di 19 tonnellate.
Le reazioni sul versante italiano non erano mancate. Tuttavia, la chiusura completa dal 2020 e le notizie sull’andamento dei lavori nella fase precedente hanno prodotto una serie di reazioni locali anche sul versante francese, in ultimo con la manifestazione del 17 settembre scorso, con circa 150 cittadini insieme ai loro sindaci e parlamentari locali.
Si annuncia un nuovo clima
L’intervista del commissario Nicola Prisco del 15 dicembre segna anche un cambio di stile nell’affrontare il tema del collegamento da parte di ANAS e delle amministrazioni centrali.
L’impressione che si era generata negli anni era di un netto distacco tra le decisioni pubbliche e terrotorio e una concreta difficoltà di comunicazione con le Regioni e le autorità locali. Da cui gli appelli continui a Roma e a Parigi, e una percezione di eccessiva riservatezza delle commissioni intergovernative, le CIG.
Il trattato italo-francese del Quirinale, ormai al suo secondo anniversario, sta probabilmente cambiando il clima. La stessa ANAS, con un comunicato stampa, ha dato notizia della partecipazione del commissario Anas Nicola Prisco alla manifestazione indetta da Confcommercio per lunedì 18 dicembre nel primo pomeriggio all’ingresso del tunnel di Tenda, in cui è annunciata tra l’altro anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Si tratta quindi di rassicurare e progredire nel concreto, anche per coerenza con l’immagine di grande collaborazione che viene promossa in sede bilaterale italo-francese, sia al recente Comitato frontaliero del Trattato, a Torino il 31 ottobre scorso, sia negli scambi informali tra i rappresentanti italiani e francesi, anche di massimo livello, che si svolgeranno nell’incontro internazionale del Grand Continent a Saint-Vincent in Valle d’Aosta, dal 18 al 20 dicembre. La stessa conferenza intergovernativa per le Alpi del sud ha deciso di rimandare l’incontro previsto per il 15 dicembre a gennaio: meglio fare il punto più avanti, parlando di fatti e superando l’affollamento di eventi.
I trasporti: un tavolo importante
Il tavolo dei trasporti italo-francesi, d’altra parte, è uno dei più sensibili: il traforo del Monte Bianco ha riaperto il 15 dicembre dopo diverse settimane di lavori, la ferrovia storica tra Italia e Francia del Fréjus è interrotta per una frana nella Maurienne dal 27 agosto senza soluzione fino alla fine del 2024. La stessa circolazione autostradale aveva subito un’interruzione fino al 9 settembre.
Inoltre, sempre in attesa del tunnel ferroviario di base della Lione-Torino, il traffico merci tra Italia e Francia resta fortemente sbilanciato sulla gomma rispetto alla ferrovia (92,5% su strada e 7,5% su rotaia) rispetto a Italia-Svizzera (29,5% su strada e 70,5% su rotaia) e Italia-Austria (72,8% su strada e 27,2% su rotaia).