Alpi del sud e Provenza

Torino-Lione: la tratta ferroviaria esistente può ancora essere salvata

Éboulement_en_Maurienne 27/08/2023 - Florian Pépellin CC BY SA

Il futuro della linea resterà incerto ancora per qualche settimana, ma l’ipotesi più probabile è quella che vede scongiurato il rischio di crollo delle pareti rocciose.

La tratta ferroviaria Torino-Lione, a oggi interrotta a causa della frana dell’agosto scorso, potrà sperare di riaprire entro la fine del 2024. Nonostante il timore di uno stop prolungato sino al 2025 a causa dello slittamento dei lavori, stando alla società francese SNCF Reseau il rispetto delle tempistiche per la rimessa in attività del Traforo del Frejus è ancora possibile.

I lavori sul Traforo del Fréjus

I lavori attualmente in atto sul collegamento del Fréjus si devono all’evento franoso che, alla fine dell’estate scorsa, il 27 agosto, ha colpito la località francese di Freney, nel comune di Saint-André, in Maurienne. Essi si concentrano sulla parete della montagna di La Praz, dalla quale 15 mila metri cubi di rocce sono piovuti sia sulla ferrovia sia sulla Strada dipartimentale 1006 sia sull’Autostrada A43.

Per poter provvedere a ristabilire il consueto funzionamento delle gallerie SNCF Reseau utilizza settimanalmente sei mezzi radiocomandati, tre escavatori e altrettanti cingolati forniti dall’azienda locale Bianco. Parallelamente gli specialisti utilizzano l’interferometria radar, una tecnica diagnostica investigativa, per misurare al dettaglio le rocce ancora a pericolo di caduta.

Inoltre, il Dipartimento della Savoia è incaricato di occuparsi, almeno sino al primo semestre del 2024, della pericolosa falesia posizionandovi puntelli a sostegno della volta e reti metalliche per scongiurare i crolli. Seguirà il ripristino dei binari, con successiva rimessa in funzione di rotaie, massicciata, catenarie e segnaletica.

Le motivazioni del ritardo

Stando a Emmanuel Manier, ingegnere capo di SNCF Réseau per la sezione Sud-Est già occupatosi del post Tempesta Alex, il ritardo si deve allo stato tuttora ignoto delle gallerie del Traforo del Fréjus. Lunghe 300 metri e datate 1871, per poter essere aprire esse necessitano ancora di essere liberate da 3 mila tonnellate di materiale.

Il futuro della tratta resterà perciò incerto ancora per qualche settimana. Qualora le pareti rocciose dovessero cedere costringendo a una ricostruzione del tunnel, i lavori potrebbero effettivamente slittare di diciotto mesi. Tale ipotesi resta comunque la meno probabile, mentre molto più plausibile è la piena riuscita degli interventi finanziati per oltre 3 milioni di euro.

Il malcontento

Malumori e malcontenti affliggono però le forze politiche piemontesi, a loro avviso contraddittoria rispetto alle iniziali ipotesi di una riapertura della linea Torino-Lione entro l’estate del 2024.

“Un ulteriore allungamento dei tempi è inaccettabile, così come lo è il metodo con il quale questa notizia viene diffusa da SNCF alla vigilia di un incontro binazionale organizzato proprio per un confronto su tempi e modalità di ripristino della circolazione – il commento del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dell’assessore Trasporti e infrastrutture, Marco Gabusi, datati domenica 28 gennaio -. Poco più di un mese fa, durante la riunione della CIG Torino-Lione, il Governo francese aveva comunicato la riapertura della linea per l’autunno 2024, ma già allora la Regione e le istituzioni italiane avevano manifestato la propria insoddisfazione a fronte dell’urgenza di ripristinare un collegamento indispensabile per il nostro sistema economico e per le relazioni transfrontaliere”.

Sotto la lente degli uomini politici vi è peraltro la collaborazione con la controparte francese nella gestione celere dell’emergenza, a loro parere fondamentale al fine di riattivare il prima possibile il collegamento.

“I francesi infatti sicuramente ricorderanno quando, nel 2020 a seguito della Tempesta Alex, l’Italia ha fatto quanto possibile per garantire la circolazione dei treni verso la Val Roja altrimenti isolata – rammentano ancora Cirio e Gabusi -. Grazie all’impegno di RFI i mezzi viaggiavano da Limone a Tenda per portare i generi di prima necessità, perciò chiediamo ora lo stesso sforzo e la stessa collaborazione a sostegno del nostro sistema produttivo e del diritto alla mobilità transfrontaliera”.

Analoga posizione esprime anche Paolo Foietta, presidente della delegazione italiana presso nella Commissione intergovernativa Italia-Francia per I’asse Torino-Lione. Egli si è detto insoddisfatto soprattutto per l’allungamento dei tempi richiesti per il ripristino, i quali hanno finito con il disattendere le aspettative e le richieste del sistema di relazioni economiche, culturali e sociali di oltralpe.

I più letti / Les plus lus

To Top