Alpi del sud e Provenza

A Imperia, l’Alleanza transfrontaliera delle Alpi del Sud per la governance su trasporti e sviluppo

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Chistian Estrosi, sindaco di Nizza, e Claudio Scajola, sindaco di Imperia, pensano a una governance congiunta dei problemi transfrontalieri

L’alleanza transfrontaliera delle Alpi del Sud di cui si è parlato nel corso dell’ultimo anno ha fatto un progresso importante a Imperia, l’8 febbraio, in un incontro di avvio come cooperazione politica stabile tra enti locali. Promosso anzitutto dai sindaci di Nizza, Christian Estrosi, e di Imperia, Claudio Scajola, ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei territori vicini, secondo una geografia già abituata agli scambi, sia nell’ambito di Interreg sia negli incontri politici. L’area interessata va dalla provincia di Cuneo all’area di Nizza e Mentone alla costa ligure da Imperia a Ventimiglia.

In un’intervista di dicembre scorso, Estrosi aveva tratteggiato l’avvio di una “Euroalleanza“, come spazio di governance comune, per “ soluzioni comuni che vadano oltre le questioni di confine”.

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Nel corso del 2023 aveva inoltre avuto diversi incontri preparatori, con Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, Mario Bucci, Sindaco di Genova, Claudio Scajola, Sindaco e Presidente della Provincia di Imperia, Luca Robaldo, Presidente della Provincia di Cuneo e con i sindaci di Cuneo, Patrizia Manassera, e di Ventimiglia, Flavio di Muro.

A cosa serve?

L’euroalleanza è al momento un tavolo politico. Non si tratta della prima forma organizzativa di questo genere sul territorio italo-francese. Tra quelle passate vanno ricordate tra l’altro L’Euroregione Alpi-Mediterraneo, tra le regioni Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Rhône-Alpes e Paca, oppure la CAFI, la Conferenza delle Alpi franco Italiane costituita tra le province italiane e i cinque dipartimenti francesi di frontiera. Sono state esperienze di dialogo utile ma senza effetti operativi decisivi, e ormai se ne è quasi persa la memoria.

Il quadro oggi è però diverso. I programmi Interreg Alcotra e quello marittimo hanno facilitato da più di due decenni gli scambi e l’abitudine alla cooperazione.  Il Trattato italo-francese del Quirinale ha un capitolo dedicato alla cooperazione transfrontaliera che comprende anche un programma di lavoro in singoli punti. Non a caso, all’incontro di Imperia hanno anche assistito le due persone di riferimento per il Trattato nei rispettivi ministeri degli Esteri, Andrea Cavallari, vicedirettore della direzione Europa e l’ambasciatore Philippe Voiry.

Un programma di lavoro già scritto

In questo modo, il dialogo politico può passare alla “governance” dei problemi e uscire dal semplice “scambio di informazioni” o degli studi – come si è visto nelle esperienze precedenti. Christian Estrosi e Claudio Scajola, oltre all’amicizia e i legami storici, hanno richiamato i progetti Interreg (uno di questi, per esempio, prevede lo scambio intercomunale dei dati, altri riguardano lo sviluppo o l’ambiente), oppure le nuove sfide da trattare in comune, nella sanità e nei servizi pubblici, nel cambiamento climatico, nell’economia o nella mobilità. Ognuno dei partecipanti era portatore di una analoga visione e di problemi puntuali: dalla provincia e dal Comune di Cuneo alla Communauté d’agglomération de la Riviéra française (CARF) con Mentone, alla metropoli di Nizza alla stessa Regione Liguria, che per esempio ha competenze in materia di trasporto ferroviario regionale.

Il lavoro da fare non manca: solo due giorni prima, il 6 febbraio, all’Aeroporto di Nizza il sindaco di Imperia, Claudia Scajola, ha partecipato a un incontro sulle infrastrutture di trasporto, il cui funzionamento è considerato insufficiente.

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Per esempio, il TER francese si ferma a Ventimiglia e non raggiunge Imperia, Trenitalia non allunga le sue corse fino a Nizza (anche aeroporto) o a Cannes, malgrado l’apertura alla concorrenza e tenuto conto degli oltre 5 mila lavoratori frontalieri italiani che si recano in Francia e a Monaco. E poi vi è la questione del tunnel di Tenda che non riapre e della ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza. Sulla sanità la cooperazione è emersa come fondamentale proprio all’epoca della pandemia, e si trovano vari esempi riusciti in diverse frontiere interne dell’Unione. Sul cambiamento climatico, oltre alla siccità, vi è la questione obiettivamente transfrontaliera della falda del Roja, che alimenta anche alcuni comuni francesi: e se ne è parlato a Ventimiglia il 20 gennaio scorso.

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Un bilancio e una riunione già a giugno

Il futuro si vedrà dai risultati, e in particolare dalla presa in carico da parte dell’Alleanza, ormai dichiarata come sede di governance transfrontaliera, delle sfide in corso: treni, tunnel di Tenda, strade, acqua e siccità, salute, economia e lavoro.

Si tratterà anche di capire come si articolerà l’insieme della cooperazione nelle Alpi del sud, considerata anche l’ipotesi di costituzione di un GECT tra oltre trenta comuni del confine italo-francese, che ne hanno parlato a Sanremo il 18 novembre scorso.  

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Il prossimo incontro è annunciato a giugno, e sarà già un’occasione di bilanci e risultati. Per intanto, Nizza si candida anche ad accogliere il segretariato del Comitato frontaliero del Trattato del Quirinale, e la sua prossima riunione, dopo quella di Torino del 31 ottobre scorso.

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