Dal prossimo mercoledì 28 febbraio sarà forse più chiaro il futuro dei cantieri e degli interventi sul Tunnel di Tenda? La risposta ai quesiti di residenti e viaggiatori italo-francesi potrebbe giungere in sede di Conferenza Intergovernativa, fissata da ieri, martedì 13 febbraio, proprio in questa data.
Il Comitato di Monitoraggio si sarebbe dovuto riunire ieri, mercoledì 14 febbraio, in Provincia a Cuneo per audire tra gli altri gli aggiornamenti del commissario straordinario Nicola Prisco. Tuttavia, sotto richiesta del ministero italiano delle Infrastrutture e dei trasporti e della società ANAS, il vertice è stato rinviato. Alla nuova riunione sono stati convocati in videoconferenza tutti i Comuni della Valle Vermenagna nonché il Comune di Cuneo.
La Conferenza Intergovernativa
La Conferenza Intergovernativa del prossimo mercoledì 28 febbraio sarà occasione per Prisco di rispondere alla serie di interrogativi presentati in un documento ufficiale dal prefetto di Provence, Alpes, Cote d’Azur (PACA) Olivier Torlai. Nel dicembre scorso, difatti, l’uomo aveva invito una lettera indirizzata all’ANAS nella quale egli domandava chiarificazioni su numerosi punti controversi dei lavori sul Tunnel di Tenda.
Nel mirino anzitutto la crescita esponenziale dei costi per l’opera nell’arco di un solo anno. Chieste delucidazioni tecniche ed economiche anche circa la galleria storica e la realizzazione di una seconda canna. Dubbi persino sulla riapertura alla circolazione del traforo nonché sulle modalità di protezione dalle valanghe.
Il presidio
Dopo le proteste del dicembre scorso, gli abitanti di Liguria e Alpi Marittime sono pronti a mobilitarsi nuovamente per il Tunnel di Tenda. La data scelta è significativamente quella di martedì 27 febbraio, il giorno prima della Conferenza intergovernativa italo-francese, quando il Consiglio sindacale interregionale Liguria-PACA ha fissato un presidio sul versante francese del Tunnel. A prendervi parte saranno le sigle sindacali italiane CGIL, CISL e UIL e le sigle sindacali francesi CGT, CFDT e FO nonché i rappresentanti delle amministrazioni comunali della Valle Roja.
Come riportato dal volantino bilingue della protesta, la stessa è funzionale a sollecitare “l’avanzamento dei lavori e consentire l’apertura in tempi certi di una via di comunicazione essenziale per i nostri territori”. Il tutto perché “i continui rinvii penalizzano pesantemente la mobilità transfrontaliera, con gravissime ripercussioni sull’economia, sui flussi turistici, sugli spostamenti delle merci e dei lavoratori”.