Il mattino di mercoledì 10 aprile, il capo di Stellantis, Carlos Tavares, sarà a Torino al Centro Stile, la sede di progettazione che fu di Fiat e poi tutti i marchi del gruppo, per inaugurare la produzione di un nuovo cambio ibrido. Le trasmissioni denominate eDCT saranno utilizzate da veicoli mild hybrid e ibridi plug-in.
Saranno anche presenti il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino, Stefano Lorusso. Nel pomeriggio Tavares si sposterà a Milano per svelare il nuovo modello di Alfa Romeo elettrica.
Il contesto
La visita di Tavares avviene nelle settimane dell’annuncio della riduzione di personale nello stabilimento di Mirafiori a Torino. Le uscite volontarie e incentivate ammontano a 1.560 posti, sul totale dei circa 12 mila occupati nello stabilimento. La nuova componente cambio che viene inaugurata dovrebbe produrre a regime 600 mila pezzi all’anno, e occupare circa 550 lavoratori.
LEGGI ANCHE: Come Stellantis dimagrisce ancora in Piemonte
La preoccupazione intorno a Stellantis a Torino riguarda la caduta della produzione, ormai concentrata sulla sola 500bev. Il primo trimestre del 2024 ha visto uscire di fabbrica 12.680 esemplari, rispetto ai 25.900 dell’anno prima, con un calo di circa il 51%. Inoltre, già nel 2023 la flessione produttiva era stata del 9,3% rispetto al 2022. La Maserati, che nel 2017 era arrivata a circa 55 mila vetture, nel 2023 era scesa a 8.680 unità prodotte.
Il ritardo italiano sulla trasformazione della mobilità
D’altra parte, in Italia la trasformazione elettrica della mobilità e la decarbonizzazione dei trasporti è in relativo ritardo rispetto ad altri Paesi europei, con il 3,8% del parco auto elettrico, rispetto al 14,3% di Germania e al 14,8% della Francia. Anche sul piano dell’innovazione, si assiste ad applicazioni pilota e nuovi studi in Francia e Germania, dall’autostrada a idrogeno alla ricarica in movimento per i mezzi pesanti, da nuovi vagoni per treni più leggeri ai bus in retrofit a idrogeno.
La stessa IVECO con sede a Torino produrrà i nuovi bus a idrogeno a sud di Lione e a Bari, mentre le grandi gigafactory europee sono collocate fuori dall’Italia, tramontata l’ipotesi di Scarmagno a Ivrea e considerate le più ridotte dimensioni dello stabilimento di Termoli.
Le visioni del governo italiano, di Stellantis e della città di Torino
Da parte politica si sono levate voci di allarme, in particolare da parte del ministro Adolfo Urso, che ha chiesto di innalzare la produzione a Mirafiori a 200 mila vetture per anno. La proposta è stata formulata nel corso di un incontro a Roma, il 3 aprile, con il vice capo operativo di Stellantis, Davide Mele, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lorusso.
Le Figaro, in un ritratto del “decennio di Tavares” del 1° aprile, ricordava il suo approccio darwinista, secondo cui l’ondata delle auto elettriche cinesi sarà dura da reggere a meno che non si produca a costi più bassi, a est nell’Unione europea e nei Paesi più vicini. Per John Elkann, come riporta il giornale, ciò che fa Tavares “è di preparare Stellantis a restare in corsa”.
Intanto Torino si indirizza verso una visione che aggiunge al piano industriale altre attività economiche, dal turismo all’agroalimentare. La città ha infatti ottenuto il titolo di “capitale della cultura di impresa” assegnato da Confindustria, con un ricco programma di comunicazione di eventi pubblici per il 2024.
LEGGI ANCHE: Torino è Capitale della cultura di impresa tra segnali contrastanti sullo sviluppo