Chiara Gribaudo è deputata e ha partecipato all’incontro interparlamentare di Parigi, da 3 al 5 aprile, in cui si è parlato anche dei collegamenti tra Italia e Francia. È tra l’altro vicepresidente del Partito democratico, è originaria di Cuneo e conosce bene le vicende transfrontaliere legate alle infrastrutture di trasporto. L’abbiamo sentita dopo la recente firma della nuova convenzione per la ferrovia Cuneo-Breil-Ventimiglia da parte dei ministri dei Trasporti Matteo Salvini e Patrice Vegriete, il 12 aprile a Milano, a margine del G7 Trasporti.
La nuova Convenzione arriva dopo parecchi anni, ma costituisce senz’altro un passo importante. D’altra parte, e prima della firma, sono iniziati gli studi e i primi interventi tra SNCF réseau e RFI. È un clima diverso oppure ci saranno ancora problemi da superare?
Mi auguro che si definisca un clima diverso, nel frattempo siamo soddisfatti che dopo l’incontro a Parigi si sia finalmente arrivati alla firma della nuova Convenzione.
Aspettiamo di leggere il testo completo e di vedere come verranno ripartite le spese.
Questa firma inserisce la ferrovia in un contesto europeo: è fondamentale investire sulla linea ferroviaria Cuneo-Breil-Nizza, perché ad oggi è l’unico collegamento effettivo e perché rappresenta con chiarezza un’idea di Europa, di mobilità sostenibile, di unione di popoli che va preservata e valorizzata.
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È una tratta riconosciuta come tra le più belle al mondo, e va valorizzata come elemento di coesione tra due Stati, fondatori dell’Unione Europea, e come volano di sviluppo infrastrutturale con ricadute sociali ed economiche. Per questo tenevo molto affinché si arrivasse rapidamente a questa firma, ed evidenzio questo tema da anni: l’ho ribadito anche nel mio intervento a Torino il 31 ottobre, in occasione dell’insediamento del Comitato frontaliero del Trattato Del Quirinale.
Ci saranno senz’altro delle difficoltà da superare, derivanti dall’impostazione e divisione del lavoro, ma ad ogni modo sicuramente è un passo in avanti che alcuni di noi aspettavano da tempo e quindi siamo ottimisti che ora si possa lavorare più e meglio.
Pensa che la cooperazione parlamentare possa aiutare a capire meglio le questioni aperte e dare un impulso all’ attuazione del Trattato del Quirinale?
All’incontro di Parigi di inizio aprile, per le ragioni territoriali che immagina, ho legato il mio intervento prevalentemente al tema della strategicità del far vivere il Trattato del Quirinale come strumento concreto di dialogo e di rafforzamento della cooperazione tra Italia e Francia. In modo particolare mi sono concentrata sulla necessità di rafforzare e velocizzare il tema dei cantieri sulle infrastrutture confinanti tra i due Paesi poiché permangono molte difficoltà da chiarire quanto prima.
Abbiamo poi parlato e condiviso l’unità tra noi parlamentari presenti sui temi legati alle grandi questioni internazionali: dal sostegno all’Ucraina, alla necessità di solidificare i rapporti tra i due Paesi, verso la costruzione di un’Europa differente.
Senza dubbio la cooperazione parlamentare può aiutare e favorire un maggior colloquio e dialogo tra le parti, ed è per questo che ritengo importante mantenere rapporti del Gruppo d’amicizia Italia-Francia, con l’obiettivo di dare vita a un segretariato congiunto, così come avviene tra Francia e Germania rispetto al loro Trattato bilaterale.
La questione dei trasporti tra Italia e Francia ha diversi nodi da sciogliere, e uno riguarda il tunnel di Tenda. Ritiene che la data di giugno per la conclusione dei lavori potrà essere confermata?
La data di giugno mi sembra non sia, ahimè, più realistica, considerate le novità che stiamo ricevendo. Inviterei le prossime Conferenze Intergovernative a entrare nel dettaglio tra la parte francese e quella italiana a livello di funzionari, per provare a risolvere i nodi che ancora non sono affrontati.
Vorrei capire meglio qual’è la posizione tecnica della Francia su questi temi, perché al netto di tutto si fa fatica a comprendere quale siano i punti di debolezza di questo progetto.
Non ci sfuggono le difficoltà di un cantiere situato in un territorio complicato, ma ripeto, abbiamo la necessità di risolvere i problemi tecnici perché, se davvero vogliamo far riaprire il tunnel, serve la collaborazione di entrambe le parti coinvolte.
Negli ultimi anni la giunta regionale Cirio e il ministro delle infrastrutture Salvini sono apparsi sempre in ritardo e non in grado di chiedere alla Francia dare seguito agli accordi.
Su questo la politica può e deve fare di più, soprattutto le Regioni e i Governi.
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