È la settimana di Natale del 1956 quando François Henry e Jean Vincendon si ritrovano soli e sperduti ai 4 mila metri di quota di un minaccioso gigante di ghiaccio, prede di un autentico “Naufragio sul Monte Bianco” che essi non sanno come affrontare. Anni dopo è lo scrittore francese specializzato in storia dell’alpinismo Yves Ballu a ricostruire le vicende dei due giovani intrappolati da una tempesta sulla cima più alta dell’Europa.
“Naufrage au Mont-Blanc – L’affaire Vincendon et Henry” (nella sua versione originale francese) ricostruisce attraverso documenti e testimonianze l’implacabile catena di errori e disgrazie che hanno provocato tale memorabile tragedia. Dai primi soccorritori che hanno fallito nella loro missione agli abitanti di Chamonix che hanno seguito la vicenda con i loro binocoli sino ai giornalisti e ai turisti incuriositi dal macabro. Il tutto in una stuzzicante contrapposizione tra due membri di una nuova generazione di scalatori spinti dalla voglia di vivere da un lato e dall’altro lato guide alpine e militari congelati nelle proprie tradizioni e nelle proprie convinzioni.
Il “Naufragio sul Monte Bianco” di François Henry e Jean Vincendon esordisce il 22 dicembre del 1956, quando i due giovani l’uno di Bruxelles e l’altro di Parigi si avventurano sino allo Sperone della Brenva. Durante l’ascesa essi incontrano altri due sportivi, Walter Bonatti e Silvano Gheser, che nell’impossibilità di proseguire lungo la Via della Poire che essi si sono inizialmente prefissati scelgono di affiancarsi a loro.
Ma la tempesta incombe e coglie tutti e quattro di sorpresa, costringendoli a bivaccare per diciotto ore a 4.100 metri tra ghiaccio e intemperie. L’indomani Bonatti e Gheser riescono a raggiungere il Rifugio Gonella, mentre Vincendon ed Henry tentano di raggiungere direttamente Chamonix.
È un fallimento.
Un primo elicottero tenta di soccorrerli ma invano, schiantandosi nelle vicinanze a causa delle condizioni meteorologiche estreme ma lasciandone piloti e passeggeri incolumi. Riprovano anche due successive cordate di squadre dopo aver portato in salvo almeno l’equipaggio restano bloccati a valle senza occasione di risalire.
Trascorsi cinque giorni di inutili prove, dieci giorni complessivi in quota, ore e ore di peregrinazioni e sofferenze, François Henry e Jean Vincendon spirano nel loro “Naufragio sul Monte Bianco”. I loro corpi non verrano recuperati che nel successivo mese di marzo del 1957, ma tale sventura avrà anche un risvolto finale e positivo, ovverosia l’istituzione del Peloton Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM), il gruppo militare di soccorso alpino francese.
La biografia di Yves Ballu è edita dalle Éditions Paulsen prima (collezione “Guérin”) e dalle Éditions Glénat poi (collezione “Uomini e montagne”). Essa è acquistabile sui rispettivi siti web, per il primo al prezzo di 39,50 euro e per il secondo al prezzo di 19,99 euro.
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