Economia e politica

Il Repair Café di Chieri compie dieci mesi

Repair Café Chieri

Il laboratorio del riutilizzo del Consorzio Chierese per i Servizi è aperto a tutti i cittadini che vogliano riparare un proprio oggetto oppure apprendere come farlo da sé.

“Aggiustalo non buttarlo” è il motto che da oramai dieci mesi guida il Repair Café di Chieri, il laboratorio del riutilizzo del Consorzio Chierese per i Servizi dove riparare i propri oggetti vecchi o rotti. Aperto ufficialmente al pubblico dal 26 giugno scorso, esso è gestito da alcuni volontari della cooperativa Frassati che sistemano o insegnano come sistemare guasti e danneggiamenti vari.

Il Repair Café di Chieri

Il Repair Café di Chieri si inserisce all’interno del più ampio percorso di implementazione della quantità e della qualità della raccolta differenziata avviato dal Consorzio Chierese dei Servizi sin dal 2004; nel corso di un ventennio, i 120 mila abitanti dei 19 comuni che compongono l’area di pertinenza hanno a oggi raggiunto il risultato dell’83%.

“Questa nostra piccola struttura, sviluppata al fianco del Politecnico di Torino e finanziato per 225 mila euro, vuole fornire ai cittadini competenze per riuscire a riparare da sé i propri prodotti spesse volte afflitti da problematiche minime – ha spiegato Adriano Pizzo, presidente del CCS, durante l’“EcoForum della Valle d’Aosta” svoltosi lo scorso mercoledì 27 dicembre ad Aosta -. Gli esperti del nostro polo, poi, danno una mano gratuitamente con quelli invece di più difficile trattamento, offrendo alla fine anche un buon caffè di provenienza locale”.

Aperto lunedì, mercoledì e sabato dalle 9:00 alle 12:00, tale laboratorio del riutilizzo si propone peraltro di donare spazi di socializzazione alla popolazione oltre che la valorizzazione della fragilità sociale tramite programmi di inclusione mirati.

L’esperienza dei Repair Café tra Italia e Francia

Sono oramai migliaia i Repair Café che oltre la sola Chieri hanno iniziato a sorgere e a svilupparsi su tutto il territorio europeo sin dal 2009. Sulla scia della concezione delle cosiddette “3R”, ovverosia “Ridurre, Riusare, Riciclare”, essi promuovono forme di economia circolare innovative e virtuose in linea con gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea.

Un valido esempio di tale concezione del “riparare per riutilizzare” è rappresentato dal Repair Café Chablais di Thonon-les-Bains, nel dipartimento dell’Alta Savoia; qui ogni giorno vengono restituiti a nuova vita gli oggetti più disparati, dai motori agli elettrodomestici, dai giocattoli ai vestiti, con giornate interamente dedicate alle biciclette. Altre esperienze similari concernono invece Dingy-Saint-Clair, nel dipartimento della Savoia, dove i laboratori non hanno una sede fissa ma vengono organizzati alternativamente ogni secondo sabato del mese; durante le mattinate gli utenti esterni possono apprendere con il supporto di professionisti e volontari ad aggiustare prodotti che altrimenti andrebbero gettati via.

Genova è stato invece inaugurato nel mese di settembre dell’anno passato il terzo centro del riuso della città, gestito dalla società AMIU all’interno dell’ex mercato di San Teodoro. Edificio abbandonato da oltre 15 anni e dotato di 300 metri quadri di spazi, esso ospita peraltro una sala multimediale, un book-crossing e alcune sale dedicate a iniziative culturali.

LEGGI ANCHE La Francia si prepara a tassare i capi di “fast fashion”

I più letti / Les plus lus

To Top