A inizio luglio 2024, l’Ispettorato nazionale del Lavoro ha effettuato, in tutta Italia, nel settore agricolo, controlli volti al contrasto del lavoro irregolare, cioè non registrato e tutelato oppure svolto da persone prive di permessi d’ingresso nel Paese.
L’Ispettorato esercita la funzione di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, previdenziale, assicurativa e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
La presenza di questo lavoro irregolare si svolge, molto spesso, in Italia in modo organizzato, con reclutamento e organizzazione della manodopera, in particolare nel settore dell’agricoltura. Sono utilizzati braccianti pagati a giornata, reclutati da intermediari illegali (denominati nel linguaggio giornalistico italiano caporali: il fenomeno viene chiamato capolarato). Questi forniscono la manodopera al datore di lavoro ma trattengono per sé una parte del compenso, che gli è corrisposta sia dal datore del lavoro sia dal lavoratore.
Le paghe sono molto più basse dei minimi salariali.
310 aziende controllate in Italia
Il controllo, nell’intera Italia, ha coinvolto 310 aziende agricole, di cui 206 sono risultate irregolari (66,45%).
I lavoratori sottoposti all’accertamento sono stati 2.051. Di questi 616 sono risultati irregolari (30,03%) e, fra questi, 216 lavorano in nero (10,53%).
Nel 2022, vi furono 5 condanne per fatti avvenuti nella zona di Saluzzo riguardo a impieghi di lavoratori irregolari.
Gli operatori agricoli stranieri sono impiegati in Piemonte nella frutticoltura e viticoltura, tra l’altro nell’astigiano e nel cuneese. La provincia di Cuneo accoglie circa il 48% dei braccianti attivi a livello regionale. Nel decennio 2009-2018 l’aumento degli occupati non appartenenti all’Unione Europea è aumentato dell’84%.
10 denunce per lavoro irregolare in Italia
Sono state 10 le denunce in varie regioni italiane. In Piemonte, la Procura di Asti ha aperto un’indagine dopo alcune denunce di sindacati e i lavoratori riguardanti un allevamento di polli.
Stando alle prime ricostruzioni, il titolare si sarebbe servito di manodopera attingendo al centro di accoglienza straordinaria di Castello d’Annone. Almeno quattro richiedenti asilo sarebbero stati impiegati per sopprimere e macellare i polli. Per ogni camion caricato i quattro lavoratori percepivano 5 euro. Dovevano anche occuparsi dello smaltimento delle carcasse.
230mila i lavoratori irregolari nel settore primario
Le stime dell’Istat, contenute nel VI Rapporto agromafie e caporalato, evidenziano che, in Italia nel 2021, sono stati circa 230mila i lavoratori impiegati irregolarmente nel settore primario (agricoltura, pesca, allevamento, pastorizia, silvicoltura).