Estavayer, insieme al lago di Neuchâtel, è una bella destinazione di prossimità per tutta l’area alpina occidentale. Da Losanna, a cui si arriva un po’ da ogni dove, con 37 chilometri si entra al Yverdon-Les-Bains con le sue terme. Estavayer-le-Lac è una ventina di chilometri più in là, ed è un vero gioiello.
Contiene un pezzo di storia antica e antichissima, qualche vicenda dei Savoia, parecchio medioevo, molta Svizzera, in un contesto dolce e magico, con il lago davanti, un po’ di turismo e una vera comunità locale.
Le mura quasi complete di Estavayer
Da buona cittadina medievale, Estavayer aveva le sue mura, che sono ancora presenti e ben conservate. Racchiudono la parte più antica, sono quasi complete ed è possibile seguire un percorso interno che ne permette il giro completo.
Nella passeggiata ci sono punti di vista molto belli, sul lago (con il paesaggio più moderno degli sport acquatici e del turismo), sulla campagna che sembra davvero intatta, sul castello.
Se ci si arriva nel weekend di Pasqua si capita nel mezzo di un momento di vita comunitaria, con un percorso lungo le mura frequentato dalle famiglie locali con i bambini. Durante tutto l’anno, e nell’estate, nelle varie attività che si svolgono nella città medievale, le mura offrono sempre un’occasione di scoperta.
Dalla porta medievale al monastero delle dominicane
Appena attraversato l’ingresso medievale della città, si trova subito, sulla sinistra il monastero delle dominicane di Estavayer.
La facciata è antica ma in parte anonima: protegge un complesso di architettura e vita che risale all’inizio dello scorso millennio. Le suore si sono trasferite da Losanna intorno al 1316, in un edificio esistente, alla ricerca di un luogo meno esposto com’era la propria precedente residenza appena fuori da Losanna.
La loro storia a Estavayer corriponde alle vicende dell’Europa e della Svizzera, dal ritorno di Umberto di Savoia dalle Crociate, alla peste, alla riforma, alle guerre, al grave crollo parziale del 1599 (le suore erano a pregare e si salvarono) e ai periodi di pace e preghiera.
Le tracce sono nell’architettura. La chiesa- santuario risale al XV secolo (la cui costruzione di origine viene fatta risalire a Umberto), il trittico della natività di Hans Geiler è datato 1527 ed è tornato nella chiesa dopo il restauro, nel 2020.
Le monache sono sempre in esercizio, pregano e producono saponi e prodotti cosmetici. Vi è la possibilità di fermarsi in preghiera, ma anche di essere ospitati nella Hôtellerie monastique La Source, in gruppo ma anche come tappa per una coppia una vacanza, in un ambiente tipicamente sobrio e accogliente.
Verso la piazza, la chiesa
La discesa della Grand-Rue verso la piazza è un piccolo incanto, tra abitazioni, piccoli negozi e paesaggio, con le montagne sullo sfondo, la presenza sottintesa del lago. La composizione urbanistica della piazza e della chiesa, è movimentata dalle diverse altezze e crea una bella sensazione di accoglienza e bellezza.
Si affaccia un piccolo porticato, che protegge l’ingresso delle abitazioni più antiche, e da cui si vede la piazza con i suoi alberi e la scalinata che sale alla porta della Chiesa, il cui ingresso è delicatamente decorato, con motivi recenti. All’interno si trovano affreschi più antichi, del XVI secolo, in una certa eleganza gotica. Degli stalli in legno del ‘500 presentano riproduzioni di vivaci teste di animali nei poggiamani.
E’ una chiesa con un campanile con quattro torrette e otto campane, che fino al 1945 erano suonate a mano. Il loro canto merita ascolto e attesa: i ritornelli variano nell’anno liturgico. Estavayer fu sede in epoca moderna di fonderie di campane, e ancora ricorda la presenza nell’Ottocento di un noto artigiano, Charles Arnoux.
Nella chiesa, cattolica, ci siamo soffermati sulle note e appunti della vita parrocchiale, per notare come la comunità, e l’intera cittadina, si raccolga su iniziative anche a carattere internazionale. Per esempio chiedono, con buona insistenza tutta elvetica, alle autorità statali e locali in Messico la ragione di singoli casi di persone scomparse. Si tratta di uomini e donne uccisi senza che ne rimanga traccia, fenomeno grave e rilevante anche come fatto sociale e di solidità dell’organizzazione statale.
Il castello di Umberto di Savoia
Questa idea della comunità, ben rappresentata dalle monache dominicane, dalle case sulle strade, e dalla gente che si esprime in chiesa, si ritrova anche nel confronto con il Castello di Chenaux. Intanto, si trova ai margini del centro medievale, come un’aggiunta, un supplemento. Dispone di una propria cinta muraria di protezione, distinta da quella cittadina.
La presenza dei Savoia costituisce un fatto storico che attraversa in una fase relativamente breve la più lunga continuità storica della vita cittadina. Estavayer, dalla metà del Duecento era terra vassalla dei Savoia, ma la cittadina fu proprio acquistata da Umberto nel 1432, compreso il castello, la cui costruzione era iniziata nel 1284.
Umberto era detto il Bastardo, perché figlio illegittimo Amedeo VII e di Françoise Arnaud, di Bourg-en-Bresse. Nel 1396 partecipò alla crociata e fu prigioniero fino al 1402. Alla corte di Chambéry svolse missioni militari e politiche per il fratellastro, il duca Amedeo VIII, che sarà papa come Felice V. Dunque era un personaggio attivo e rilevante nella storia dell’epoca, con varie sue signorie tra Losanna e Friburgo, tra cui Estavayer.
Fece recuperare il castello di Chenaux e ne rafforzò le difese, proprio come messaggio anche di contrasto e dominio rispetto alla popolazione locale. Fece erigere due torri, ma morì nel 1443 prima di completarne gli interni. Nel 1475 i confederati, nella nascente Svizzera contemporanea, conquistarono Estavayer, e il castello divenne proprietà dello stato di Friburgo, che l’ha conservata fino a oggi.
Bisogna dare un’occhiata dalla piazza davanti al corpo principale del castello, che ospita in tutta naturalezza gli “uffici cantonali” appunto dalla fine del ‘400, con un ambiente di lavoro più che incantevole, forse incomprensibile e magico se lo si guarda con occhi non europei.
Da questo passaggio al castello si intuisce qualcosa dell’estensione territoriale antica dei Savoia, fino quassù al lago di Neuchâtel, e un momento di costruzione della Confederazione elvetica, sulle sue radici locali, di comunità antiche e solide, che hanno fatto fuori i vecchi signori medievali.
Cosa pensare di Estavayer
Di ritorno dal Castello, conviene ancora passare lungo le mura, sulla parte che si affaccia sul lago. Vi si trova un punto di osservazione, con il paesaggio sulle acque, sulle case di sotto, sul campeggio, sulle vele risposte, con le montagne sullo sfondo. In lontananza si intravvede il castello di Grandson, dove sono passati ancora una volta i Savoia.
Accanto a voi c’è un orto, che qualcuno coltiva. Viene da ripensare alle campane che suonano nell’anno seguendo la liturgia, a ciò che si è letto in chiesa, alla via principale verso la piazza, al porticato, a questo luogo raccolto.
C’è una vita che si svolge tranquilla ordinata e forte, a Estavayer-le-Lac.
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