Il Gran Paradiso Film Festival è stato inaugurato il 22 luglio, a Aymavilles, in Valle d’Aosta, con una riuscita conferenza che è stata anche uno momento pubblico di presentazione e confronto: ha infatti raccontato cosa è successo con l’alluvione del 29 giugno e con quale velocità riparte la località di Cogne.
L’apertura del Festival si è svolta proprio a Aymavilles e in parte in video conferenza con Cogne perché la strada tra le due località è stata travolta dalle acque e verrà riaperta in piena sicurezza sabato 27 luglio.
Il Gran Paradiso Film Festival si sarebbe potuto annullare: invece è stato interamente mantenuto e riorganizzato, compresa la ristampa aggiornata dei programmi con le nuove sedi e date.
La lezione della ripartenza che viene da Cogne, in Valle d’Aosta
Gli osservatori e gli stessi protagonisti hanno buona consapevolezza della portata e della qualità della gestione dell’inondazione del 29 giugno.
La chiusura tempestiva delle strade, la messa in sicurezza delle persone, l’evacuazione dei turisti, oltre 2000, la rotazione degli elicotteri hanno raccolto l’attenzione di tutti. Il ristabilimento delle infrastrutture di servizio, elettricità, acqua, telefono e internet hanno raggiunto il risultato in tempi rapidi. L’energia elettrica aveva già dei sistemi di backup a cui sono seguiti gli interventi di ricollegamento, per l’acqua si sono fatte riparazioni e bypass, una linea di telefono analogica si era salvata e le altre sono state ristabilite.
Ciò che ha stupito gli stessi protagonisti, è l’intervento sulla strada da Aymavilles a Cogne. Distrutta in più punti, i lavori sono parsi subito difficili per lo spostamento dell’alveo del fiume e per il crollo di un tratto di strada su un’altezza di 22 metri. Alcuni mezzi d’opera erano già Cogne, altri sono progressivamente risaliti, lavorando sull’alveo e sul tracciato partendo da valle. Molte e imprese ha fatto arrivare altri mezzi da tutta la Valle d’Aosta. A un certo momento, erano 58 macchine e camion a lavorare sui diversi tratti, e in tre turni.
Alcuni protagonisti e la comunità
Abbiamo ascoltato questo racconto, con momenti descritti persino con pudore, alla tavola rotonda in cui c’erano i sindaci di Cogne, Franco Allera, di Aymavilles, Loredana Petey, l’assessore regionale alle opere pubbliche, Davide Sapinet, il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin. Colonne di auto private sono scese a valle e il 27 luglio Cogne vedrà la sua strada riaperta, con il ritorno alla normalità.
Tutta l’operazione si è svolta con risorse interne: nella Valmaggia in Ticino, è stato per esempio necessario l’intervento federale, oltre a quello cantonale.
Ad ascoltare la presentazione, gli elementi fondanti sono stati due: la conoscenza in dettaglio e completa familiarità con il territorio e il funzionamento “di comunità”, pratico e orientato al risultato, nelle competenze di ognuno, con aperta comunicazione. Come detto, gli stessi protagonisti ne hanno apprezzato il valore, e senza celebrazioni.
La presentazione
Il Gran Paradiso Film Festival di Cogne si è aperto con il racconto di una vicenda difficile di montagna per portarla all’esterno , come caso di legame tra capacità umane e natura. Luisa Vuillermoz, cuore dell’organizzazione e a motore della Fondation Grand Paradis, ha unito con rispetto e attenzione il filo rosso tra le diverse parti, in cui si è anche visto un breve filmato su Osvaldo Ruffier, che fu sindaco durante l’alluvione del 2000.
La stessa performance di Sophie Borney lo ha dimostrato, e pensare che si tratta di danza. Originaria di Cogne, 23 anni, è ora nella compagnia di danza dello Staatstheater di Kassel, in Germania, dopo aver studiato in Austria ed essere passata per la Royal Opera House di Londra e per l’Università delle arti Amsterdam. Il suo ballo, a tratti commovente, si svolgeva e si univa a un fondale straordinario di fauna e paesaggi alpini.
Anche Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana ha inquadrato Cogne nel contesto alpino e internazionale. Ha raccontato con spontaneità e chiarezza l’evento alluvionale, dal Piemonte al Ticino, il suo legame con i cambiamenti climatici, con gli eventi passati, e con la resilienza dei luoghi e delle popolazioni.
La tempesta del 29 giugno, che ha colpito la Val Soana, Cogne, il gruppo del Cervino, e quindi Le Breuil (Cervinia), la valle di Saas e di Zermatt è giunta appunto fino in Valmaggia in Ticino, dove ha prodotto la perdita di vite umane.
Il programma del Gran Paradiso Film Festival di Cogne
E poi vi è soprattutto il Gran Paradiso Film Festival. Alla 27esima edizione, compie quarant’anni perché in continuità con Lo Stambecco d’Oro, nato nel 1984.
Dopo l’alluvione, non ha mollato: si è riorganizzato nelle date e nei luoghi. I film si vedono a Cogne, Aymavilles, Rhêmes-Notre-Dame, ma anche a Valsavarenche il 2 agosto, a Villeneuve il 7 agosto, a Introd dall’8 al 10 agosto. Ci sono le conferenze e i dialoghi: tra gli ospiti anche Carlo Cottarelli, figura importante del dibattito politico ed economico italiano il 23 luglio a Aymavilles e Luciano Violante, già presidente della Camera dei deputati in Italia, il 24 luglio, con un libro e un dialogo con la giornalista Lucia Annunziata.
Tra film fuori concorso c’è The Elephant Whisperers, premio Oscar nel 2023 del miglior cortometraggio. Su 193 film iscritti, 24 film sono in concorso, a cui si aggiunge una parte di cortometraggi.
Alcune mostre accompagnano il festival: una a Villeneuve per il recupero di Châtel-Argent, una mostra-concorso fotografico con immagini strepitose, a Cogne, Valsavarenche e Rhêmes-Saint-Georges, e una sempre fotografica dedicata allo stambecco, a Rhêmes-Saint-Georges, dal 3 al 31 agosto. Ci sono anche delle attività in streaming, su gpff.it dove si trova il programma completo.
In tutto, si tratta di 22 giornate con 121 eventi, di cui 105 proiezioni. La premiazione sarà a Cogne, il 12 agosto.
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