Il Castello di Ripaille, in Alta Savoia, è stato testimone di eventi importanti nella storia della civiltà europea occidentale.
È sempre curioso pensare che alcuni luoghi possano essere stati spettatori involontari di cambiamenti epocali che hanno segnato la storia.
È il caso di questo castello, situato alle porte di Thonon-les-Bains, sulle rive del Lago di Ginevra. La sua posizione tra le vigne, le rive del lago e la foresta, dà l’impressione di un luogo tranquillo, piacevole da vivere, lontano dal tumulto del secolo o dai cambiamenti dei tempi.
Eppure, a volte direttamente, a volte indirettamente, Castello di Ripaille ha visto la il dispiegarsi della costruzione dell’Europa in ogni sua epoca.
Scopriamo insieme cosa rende lo Château de Ripaille una sentinella della storia.
La nascita di un grande ordine cavalleresco
Il castello di Ripaille è associato alla storia di Casa Savoia fin dal Medioevo. Qui fu fondato l’Ordine di San Maurizio.
All’inizio, e stiamo parlando del XIII secolo, si trattava di un maniero molto semplice immerso in una vasta foresta che ospitava una grande varietà di animali selvatici. Queste terre erano infatti una riserva di caccia in questa splendida regione del Chiablese, affidata due secoli prima a Umberto I di Biancamano in segno di gratitudine per il sostegno militare che aveva dato all’imperatore Corrado del Sacro Romano Impero durante una disputa di successione. È a questo punto che Umberto I, conte di Maurienne, diventa conte di Savoia, dando inizio alla dinastia.
Più tardi, nel 1370, Bona di Borbone e Amedeo VI costruirono qui una residenza, nella quale Amedeo VII, il loro figlio, morì nel 1391 a causa di un incidente di caccia…. L’edificio fu poi abbandonato.
Ciò che seguì fu cruciale. Il primo duca di Savoia, Amedeo VIII, decise di costruire qui un castello, che fu completato nel 1434. Nella mente del sovrano, questo castello doveva diventare un rifugio spirituale per i grandi signori del suo tempo.
Tanto che ciò che avvenne il 16 ottobre 1434 è di vitale importanza e risuona ancora oggi. Quel giorno, Amedeo VIII si unì ad altri sei nobili vedovi e di mezza età, la “Nobile Associazione”, per fondare l’Ordine di San Maurizio. In parte cavalleresco, in parte religioso, l’Ordine di San Maurizio non aveva altra aspirazione che quella di incarnare l’ideale del cavalierato cristiano attraverso una vita ascetica pia e benevola.
L’Ordine di San Maurizio si è sviluppato ben oltre le sue ambizioni iniziali
Fin dalla sua nascita, la Casa Savoia era stata posta sotto la protezione di San Maurizio. Questo martire cristiano era a capo della legione tebana, cioè la legione da lui guidata giunta in rinforzo per aiutare altre truppe romane che cercavano di contenere le azioni insurrezionali nell’attuale Vallese. Esistono diverse versioni del suo martirio, ma in tutti i casi sembra che i Tebani al suo comando si siano rifiutati di eseguire l’ordine di massacrare i cristiani. Questo rifiuto valse loro la morte. Il fatto avvenne nei pressi di Agaune, un sito che in seguito vide la fondazione di un’importante abbazia e diede il nome all’attuale città di San Maurizio.
Le dinastie europee avevano creato e guidato ordini cavallereschi incaricati di portare avanti buone cause, mentre i loro eserciti combattevano con i nemici per conquistare o difendere territori. Ma questi ordini avevano anche il ruolo di difendere la cristianità, e in particolare il Papato.
La sua importanza
Perché il 16 ottobre 1434 è così importante? Perché un secolo dopo, nel 1572, l’Ordine di San Maurizio fu fuso con l’Ordine di San Lazzaro per dare vita a un ordine cavalleresco molto potente e ricco, a difesa degli interessi del Papato e dei beni di Casa Savoia: l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Quest’ordine è sopravvissuto al tempo e ancora oggi, con il nome di Ordine Mauriziano, continua la sua attività in due forme dalla riforma del 2005. Come Fondazione riconosciuta dallo Stato italiano assicura la salvaguardia del patrimonio storico con la conservazione di siti straordinari come l’abbazia di Santa Maria di Staffarda, la commenda di Sant’Antonio di Ranverso e la palazzina di caccia di Stupinigi, in Piemonte. Come Ente ospedaliero dispone dell’ospedale Umberto I di Torino e dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, che sono gestiti nella forma di aziende autonome dalla Regione Piemonte nell’ambito del servizio sanitario nazionale
Quel giorno, il 16 ottobre 1434, a Ripaille fu costruita una parte del patrimonio culturale, storico e architettonico della Savoia.
Ma anche se l’Ordine fu creato a Ripaille nel 1434, solo nel 1572 fu trasformato in Ordine dei Santi Lazzaro e Maurizio dal Papa, durante il regno del duca di Savoia Emmanuele Filiberto. Cosa accadde in questo periodo?
Chiablese, terreno di scontro tra cattolici e riformati
Nel XVI secolo, il Chiablese era una vasta regione che copriva la parte settentrionale dell’attuale Alta Savoia, confinante con le sponde francesi del Lago di Ginevra, con le sponde del Vaud e con la pianura del Rodano verso il Vallese, fino a Monthey.
Ginevra, alle porte della regione dello Chablais, era riformata, la “Roma protestante”, e si sentiva minacciata dalle truppe del cattolicissimo Duca di Savoia.
Quest’ultimo, il cui casato aveva sempre puntato gli occhi sulla città di Ginevra ma non era mai riuscito ad andare oltre la fase dei trattati nell’ambito delle relazioni commerciali, pensò che fosse giunto il momento di annettere questo territorio. Ma questo senza contare il sostegno che Ginevra avrebbe ricevuto dalle truppe bernesi.
Nel 1535, Ginevra respinse un attacco dei Savoiardi e nel 1536 adottò la riforma calvinista, ma la città richiese il sostegno e la reazione dei bernesi, che non esitarono a occupare il Chaiblese e tutte le sue roccaforti. Anche il castello di Ripaille, che era stato utilizzato solo per scopi religiosi, fu occupato.
Contemporaneamente, il resto della Savoia venne occupato dalle truppe francesi di Francesco I.
Emanuele Filiberto, futuro duca di Savoia
Emanuele Filiberto, futuro duca di Savoia, all’epoca aveva solo otto anni e suo padre decise di mandarlo a Madrid a formarsi sotto Carlo V. Nel 1553, quando divenne ufficialmente duca della Savoia occupata dai francesi, fu nominato capo dell’esercito imperiale nei Paesi Bassi. Vinse una serie di importanti battaglie contro i francesi, che gli permisero di recuperare la Savoia e il Piemonte con il trattato di pace di Cateau-Cambrésis nel 1559. La pace con il Regno di Francia era assicurata non solo dal trattato, ma soprattutto dal suo matrimonio con Margherita di Valois, sorella dello stesso re che aveva sconfitto nei Paesi Bassi.
Emanuele Filiberto, consapevole dei potenziali pericoli di questa zona di confine tra due nemici giurati resi ancora più virulenti dalla religione, decise di elevare il castello di Ripaille e di trasformarlo nuovamente in una roccaforte.
Pochi anni dopo, nel 1572, fu creato l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro per difendere il potere cattolico di Casa Savoia e del Papato.
Nel 1589, un’altra invasione ginevrina segnò il destino del castello di Ripaille, distruggendone una parte. Gli occupanti furono definitivamente respinti l’anno successivo, stabilizzando la frontiera come la conosciamo oggi tra la Savoia e Ginevra.
Carlo Emanuele, il successivo duca di Savoia, decise di ricostruire un castello nel 1622, non come elemento difensivo, ma per mantenere una presenza monastica e promuovere il cattolicesimo nella regione sotto l’impulso dato all’epoca da San Francesco di Sales. Egli ne affidò la gestione agli ordini certosini.
È così che il castello ha attraversato pacificamente i secoli, prima di ritrovarsi nuovamente nel tumulto della storia.
Il castello di Ripaille dopo la Rivoluzione francese
A partire dal 1789, la Rivoluzione francese incendiò questo vasto territorio a ovest della Savoia. Altamente vulnerabile, la parte occidentale del Ducato – quella che oggi si trova in Francia – fu rapidamente occupata nel 1792 dalle truppe francesi, sovraeccitate dall’inizio di una nuova era.
Nulla poteva fermarli. Soprattutto i simboli del clero e della religione. Così come l’Abbazia di Hautecombe si trasformò in un campo di rovine, le altre abbazie e i monasteri della regione caddero uno dopo l’altro. Abbandonate dai loro occupanti, che temevano per la loro vita, le abbazie furono saccheggiate, bruciate e talvolta cancellate dalle mappe.
Questo è stato anche il caso di Ripaille.
A parte le torri e alcune mura, non rimase molto quando questa roccaforte associata a Casa Savoia e alla fede cattolica lasciò per sempre i possedimenti ducali.
Da quel momento, il sito di Ripaille cambiò completamente destino e divenne gradualmente quello che è oggi: una delle più belle residenze dell’Alta Savoia.
Il castello di Ripaille durante la Belle Epoque
Acquistato per la prima volta da un generale dell’esercito napoleonico nel 1809, il castello continuò a cadere in rovina finché non fu acquistato da un ricco industriale alsaziano, proprietario delle filande DNC di Mulhouse e grande appassionato d’arte.
Frédéric Engel-Gros si innamorò del castello, di cui rimanevano solo quattro delle sette torri originali, una chiesa mai completata e alcuni edifici.
Era l’apice della Belle Epoque e per la borghesia era di moda possedere belle residenze in cui organizzare cene sociali, balli o vacanze in un ambiente bucolico. Come non lasciarsi incantare da un ambiente così romantico: un castello medievale in parte fatiscente, immerso in un vasto parco alberato a poche decine di metri dalle rive di uno dei laghi più belli d’Europa?
Decise di restaurare il castello secondo il concetto del Burgenrenaissance, un movimento architettonico che combinava un concetto altamente innovativo di restauro identico di ciò che era ancora in buone condizioni con la ricostruzione di nuovi elementi secondo lo stile dell’epoca. E lo stile dell’epoca era l’Art Nouveau.
Questo stile è visibile nelle decorazioni dei soffitti, nella cucina e nella grande sala da pranzo, oltre che nell’arredamento. Tutto questo si può rivedere durante la visita dei locali.
Frédéric Engel-Gros decise anche di aggiungere un bel giardino alla francese al posto della chiesa, che nascondeva le torri e la vista sulle montagne, per dare al nuovo edificio un aspetto orgoglioso.
L’aspetto del castello è quindi cambiato per sempre. È diventato un luogo di soggiorno in un ambiente idilliaco.
La tradizione vinicola di Ripaille
Avvicinandosi allo Château de Ripaille, si rimane stupiti dall’estensione dei vigneti che lo circondano. Tanto più che si trova in netto contrasto con la vegetazione circostante.
I Gallo-Romani coltivavano già il vino in questa regione della Savoia, ma la viticoltura prese piede quando lo Château de Ripaille fu trasformato in un monastero gestito dai certosini nel XVII secolo.
Dopo la Rivoluzione francese, la tradizione vitivinicola è stata conservata da ciascuno dei proprietari dello Château de Ripaille fino ai giorni nostri.
Oggi la tenuta offre il suo tradizionale vino bianco ottenuto da uve Chasselas, oltre al Pinot Nero e a un rosé ottenuto dal Gamay, un vitigno tradizionale della Savoia.
Ogni anno vengono prodotte 140.000 bottiglie. Le degustazioni sono disponibili durante la visita.
Il castello di Ripaille in pratica
Il Castello di Ripaille è stato la torre di guardia della storia dell’Europa occidentale.
Dal Medioevo cavalleresco alle guerre di religione e alla vita monastica, il castello è stato al fianco di Casa Savoia nel corso dei secoli, accompagnandola nei momenti belli e in quelli brutti.
In tempi più recenti, è stato testimone dei grandi cambiamenti dell’epoca, dalla violenza della Rivoluzione francese al lusso della Belle Epoque.
Anche il XX secolo ha lasciato il suo segno, con il Memoriale dei Giusti creato dalla Consistoire per rendere omaggio a tutti coloro che aiutarono le famiglie ebree a sfuggire alla barbarie nazista. Il monumento è stato eretto in una radura nella foresta del Castello di Ripaille.
Oggi è possibile visitare il castello, le sue torri, i suoi elementi Belle Epoque restaurati dalla Fondation de Ripaille, il suo parco, la sua foresta di querce e altre specie, il suo arboreto, il Memoriale dei Giusti e le sue cantine, tutti i giorni tranne il lunedì, dall’inizio di aprile fino a Ognissanti, dalle 10 alle 18.
Approfittate di questa occasione per scoprire questa graziosa cittadina portuale sulle rive del Lago di Ginevra.
Non dimenticate di visitare la Basilica di Saint François de Sales, il Musée du Chablais, il cui sito sublime si affaccia sul lago, e l’Ecomuseo della pesca e del lago. Infine, per completare il soggiorno, si può approfittare del centro termale, dove i visitatori ricercano benefici reumatologici, diuretici e dietetici.
Infine, conoscete l’espressione francese “faire ripaille” che vuol dire mangiare a quattro palmenti?
L’espressione simboleggia un banchetto in cui ci si siede e si mangia una quantità smodata di cibo, in un’atmosfera di festa. È facile immaginare la scena in un castello medievale quando i signori decidono di celebrare un evento con un banchetto preparato da un bravo cuoco.
A sostegno del legame tra il nome del luogo e l’espressione linguistica, si ricorda che a Ripaille, ai tempi di Amedeo VIII, Maître Chiquart fosse il capo cuoco del Duca di Savoia. Era così talentuoso che lasciò anche le sue ricette, poi pubblicate sotto forma di trattato di cucina. È probabilmente il miglior cuoco medievale della storia!
Inoltre, sempre a conforto di questa ipotesi, Voltaire affermò che la corte di Casa Savoia era abituata a mangiare bene.
“Faire ripaille” ha qualche relazione con lo Château de Ripaille? È possibile dunque, ma non è certo.
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