Venerdì 8 novembre, alle ore 15 a Cuneo, al Centro incontri di Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in via Roma 17, sarà possibile assistere alla presentazione dei risultati delle ricerche archeologiche effettuate nelle Grotte e nei ripari della Riserva Naturale delle Grotte di Aisone. L’area è tutelata per la presenza di un sito archeologico del neolitico, una testimonianza della presenza umana nella Valle Stura di Demonte.
Il territorio, inoltre è protetto per un contesto significativo di biodiversità, per la flora e l’avifauna
Un progetto di ricerche archeologiche
Negli ultimi tre anni, le indagini archeologiche hanno permesso di approfondire le conoscenze riguardanti le cavità di Aisone, risalenti a diverse epoche storiche, dalla Preistoria al Medioevo. Le attività di scavo, affiancate da rilievi topografici, hanno fornito un contesto integrato per comprendere il popolamento antico.
I risultati emersi non riguardano solo i reperti materiali, ma includono anche studi sui resti faunistici e botanici, che rivelano le relazioni delle comunità antiche con l’ambiente circostante.
Tra l’altro, nel corso di varie campagne di scavo, gli archeologi hanno identificato una delle cavità studiate, nota come “riparo sotto roccia 10” come il più antico sito neolitico nelle Alpi Occidentali meridionali.
La datazione infatti corrisponde al V millennio a. C. : l’antro appare come un luogo favorevole all’insediamento umano stagionale. Si trova a un’altitudine di 884 metri, è esposta rivolto a sud e ha un facile acceso all’acqua.
Il patrimonio delle grotte di Aisone
Le ricerche che si svolgono sin dal 1994 hanno migliorato le conoscenze già raccolte in indagini precedenti. Il sito ha mostrato i piani di calpestio, o per esempio le impronte di buche per l’inserimento nel terreno di pali lignei e aree a fuoco.
I materiali e le tracce della vita quotidiana mostrano le relazioni con i territori vicini: con la cultura dei Vasi a Bocca Quadrata, si ritrovano elementi comuni con insediamenti soggetti a diversi studi a Finale ligure. Gli elementi collegati alla pietra verde mostrano la continuità culturale anche attraverso il colle della Maddalena con il Queyras e nelle Alpi del sud dei due versanti.
Vi si trovano elementi che permettono di comprendere la sussistenza e l’alimentazione : resti di caprioli, cervi, stambecchi e dell’orso bruno, nonché strumenti in pietra scheggiata e manufatti in osso.
La Riserva delle Grotte di Aisone, relativamente piccola con 26 ettari di superficie, è stata istituita dalla Regione Piemonte nel 2019. Oltre al patrimonio più antico è luogo di passaggio e migrazione per alcune specie, tra cui il falco pellegrino, mentre sono osservabili l’aquila reale, il biancone e il falco pecchiaiolo. In epoca moderna è stato un luogo di coltivazione della vite, che ora è presente in maniera sporadica. Un itineriario di visita è previsto anche nell’ambito della cooperazione con il Parco del Mercantour.
A Cuneo l’8 novembre
L’evento dell’8 novembre dedicherà attenzione alle tecniche di geolocalizzazione nonché alla valorizzazione del sito, sia per continuare e approfondire le ricerche sia per la fruizione e la comprensione dei luoghi, per l’accesso a scuole e università.
L’incontro di Cuneo vede coinvolti diversi soggetti e partner. L’ente Gestione Aree Protette Alpi Marittime, l’Unione Montana Alta Valle Stura e il Comune di Aisone ne sono gli organizzatori, in sinergia con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e la partecipazione attiva dell’Università Statale di Milano, Cattedra di Ecologia preistorica, Dipartimento di Beni culturali e Ambientali e il Politecnico di Torino, DIATI (Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture) e DAD (Dipartimento di Architettura e Design).
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