Dalla A di “Acqua” alla Z di “Zingari”, Don Ivano Reboulaz osserva con occhio attento e narra con voce ironica la sua esperienza di religioso in Valle d’Aosta ne “Alfabeto di un prete sarvadzo”. Il volume, edito nel 2023 dalla Tipografia valdostana, si vuole un sunto mordace della vita dello storico e affezionato parroco sin dagli Anni Ottanta.
Il libro
”Alfabeto di un prete sarvadzo” di Don Ivano Reboulaz si presenta al suo lettore come una sequela di ricordi e osservazioni, un viaggio che dagli studi in seminario lo conduce ad abbracciare la sua comunità di fedeli. A contraddistinguerlo da una semplice e a tratti lineare biografia è quel tocco di umorismo che sgrava la storia della sua serietà e spinge per contro a immedesimarsi appieno nel suo protagonista.
Il volume si arricchisce poi di tutta una serie di chicche che lo rendono scorrevole e piacevole come una chiacchierata tra amici, coinvolgendo chi lo legge in una vicenda esistenziale che diviene anche la sua. Lo inframezzano parole in lingua francese oppure in dialetto piemontese o patois oltre che aneddoti d’antan di una famiglia valdostana di montagna del XX secolo.
Largo spazio di racconto è dato alla tranche religiosa che predomina nella vita dell’uomo, come indicano ben evidentemente i capitoli “Benedizione” e “Curia” ma anche “Inginocchiatoio” e “Messa”. Altre sezioni approfondiscono aspetti differenti e talvolta stuzzicanti come il rapporto con la “Donna” o la tematica tabù della morte e del “Funerale”.
Don Ivano Reboulaz
Don Ivano Reboulaz nasce a Saint-Barthélemy nel 1952 e, dopo una infanzia trascorsa in montagna, intraprende la via della fede divenendo prete il 7 settembre del 1976. Egli ama definirsi come un “parroco delle Alpi”, nato da padre Alpino e sin da giovane appassionato di alpinismo al pari dei suoi fratelli maggiore e minore.
Membro del lungo tempo del Club Alpino Italiano (CAI), egli è stato presidente della storica sezione aostana nel 2017, 150 anni dopo il canonico Georges Carrel. A oggi egli è parroco di Bionaz, Oyace, Valpelline e Ollomont, quattro località di media montagna della Valle d’Aosta.
Scherzosamente, egli viene etichettato e vuole etichettarsi come “Sarvadzo”, in patois “selvatico” o “selvaggio”, a indicare la sua autentica indole valdostana di uomo di montagna. Egli è anche autore di numerosi volumi “senza pretese” tra cui “Voyage en Guinée” (Le Château, 2010) e “Un prete in cammino” (Tipografia Valdostana, 2018), acquistabili nelle principali librerie valdostane.
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