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    Home » Articoli » La storia e il coraggio delle prime alpiniste in “Una parete tutta per sé”
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    La storia e il coraggio delle prime alpiniste in “Una parete tutta per sé”

    Giorgia GambinoGiorgia Gambino2 Marzo 2025
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    Meta Brevoort, una delle prime alpiniste della storia; Meta Brevoort, l’une des premières alpinistes de l’histoire (c) Public domain, Wikimedia Commons
    Meta Brevoort, una delle prime alpiniste della storia; Meta Brevoort, l’une des premières alpinistes de l’histoire (c) Public domain, Wikimedia Commons

    “Una parete tutta per sé” è il ritratto della montagna al femminile, la storia delle prime alpiniste dimenticate dalle cronache ufficiali, che hanno sfidato i limiti imposti loro dalla società della loro epoca. Nel suo saggio, Linda Cottino porta alla luce le imprese di donne che hanno fatto delle alte quote un luogo di emancipazione e affermazione personale, trovando nella montagna un modo per dichiarare indipendenza e ribadire autodeterminazione. 

    Il volume guarda alle vite e alle avventure di cinque giovani che hanno avuto il coraggio di andare oltre le convenzioni ma anche l’abilità tecnica di dare sfogo a una passione che non conosce genere. Edito nel 2024 da Bottega Errante Edizioni nella collezione “Camera con vista”, esso è acquistabile al prezzo di 17,00 euro per la versione cartacea e di 9,99 euro per la versione e-book.

    La storia delle prime alpiniste

    Le prime alpiniste delle quali “Una parete tutta per sé” ritraccia la storia vantano un percorso sportivo unico e straordinario ma sono accomunate dal medesimo desiderio di esplorazione e libertà. Non è un caso che il titolo dell’opera si rifaccia a “Una stanza tutta per sé”, saggio della scrittrice britannica Virginia Woolf datato 1929 e sfogo per ingiustizie sociali e mancanza di libertà di espressione per le donne.

    Marguerite Claudia (Meta) Brevoort è la prima a scalare indossando abiti maschili, rompendo un tabù culturale Ottocentesco e affrontando vette tra cui le Alpi del Delfinato con maggiore sicurezza e agilità. Le sorelle Anna ed Ellen Pigeon lasciano un segno indelebile con la loro prima ascensione al Monte Rosa datata 1869, quando esse attraversano il Seserjoch, passo tra Zermatt (Vallese) e Alagna (Piemonte).

    Marie Paillon, per contro, affianca al solo alpinismo una intensa attività intellettuale, scrivendo per la Revue Alpine e contribuendo alla diffusione delle avventure alpinistiche al femminile. Alfine, oltre a essere una eccellente scalatrice, Elizabeth Aubrey Le Blond è anche una prolifica fotografa e scrittrice capace di documentare il suo mondo con immagini e racconti ancora oggi attuali.

    Un breve aneddoto, l’ispirazione dietro al libro

    L’idea di “Una parete tutta per sé” nasce in Linda Cottino dalla scoperta di un episodio dimenticato della storia ottocentesca, ovverosia la morte delle otto alpiniste sovietiche nel 1974 sul Pik Lenin. Si tratta di una tragedia poiché la loro dipartita avviene in diretta via radio con il campo base ma l’URSS vieta di rendere noti i fatti e pochi sono gli alpinisti che scelgono di portane testimonianza nei loro scritti.

    L’evento e la censura cui è stato volutamente costretto hanno acceso nell’autrice la consapevolezza di quanto l’alpinismo femminile sia trascurato nella narrazione ufficiale. Approfondendo la ricerca, ella ritrova numerose vicende di sportive che, tra l’Ottocento e il primo Novecento, sfidano limiti propri e sociali e sceglie di raccontarle come omaggio alla loro memoria.

    L’autrice, Linda Cottino

    Laureata in Storia moderna, appassionata e profonda conoscitrice della montagna, Linda Cottino divide la sua carriera tra informazione ed editoria, dedicandola in toto alla divulgazione della cultura alpina. Dopo alcune esperienze nella radio e nel giornalismo sociale, ella riesce a coniugare la propria professione con la propria passione divenendo caporedattrice e poi direttrice del mensile “ALP”. 

    L’autrice partecipa a diverse spedizioni editoriali, poi con alcuni colleghi fonda il trimestrale storico “Turin”, cura una rubrica per il mensile del Cai Montagne 360, coordina le guide “Marco Polo” per EDT e collabora con i fotografici “Lonely Planet”. Ella ha pubblicato “Qui Elja mi sentite?”, dedicato alla spedizione delle alpiniste sovietiche che ha dato ispirazione al suo saggio, e “Nina devi tornare al Viso”, romanzo-documento concernente la prima donna salita sul Monviso.

    LEGGI ANCHE: Micheline Rambaud e la prima spedizione al femminile sull’Himalaya

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    Giorgia gambino
    Giorgia Gambino
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    Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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