In Francia, al 13 agosto, la dermatite nodulare bovina rimane circoscritta nei 74 focolai individuati in 39 allevamenti nella Savoia e dell’Alta Savoia. L’epidemia, scoperta il 29 giugno, ha portato il ministero dell’Agricoltura a lanciare il 18 luglio una campagna di vaccinazione.
L’immunizzazione degli animali nella zona colpita in Savoia e Alta Savoia dalla dermatite bovina sta ora entrando nella sua fase effettiva, poiché la protezione vaccinale diventa attiva 21 giorni dopo la somministrazione. Secondo le autorità, oltre il 70 per cento dei bovini nella zona vaccinale ha già ricevuto la dose.
La zona regolamentata non si è modificata dal 22 luglio, e quindi la situazione rimane stabile. La strategia sanitaria è basata su limitazione dei movimenti, vaccinazione obbligatoria e abbattimento degli animali infetti. Per gli allevatori colpiti, lo Stato ha finora erogato più di 1,2 milioni di euro in aiuti diretti.
In Svizzera vaccinazione completata, ma bovini in Francia

La Svizzera non è stata finora colpita dalla dermatite nodulare, e le zone di sorveglianza non sono state modificate: cantone di Ginevra, Terre Sainte nel canton di Vaud e limitate aree di confine con al Francia del Canton Vallese. In tutte queste zone la vaccinazione è stata completata.
Resta però il problema della transumanza estiva e del rientro degli animali in Svizzera. 7.041 vacche romande si trovano attualmente in pascoli in Francia, di cui 760 in aree sottoposte a sorveglianza dove la vaccinazione contro la dermatite bovina è obbligatoria. Gli animali sono in parte già vaccinati o lo saranno a breve.
Il rientro dei capi è comunque oggetto di riflessione. Per esempio, presso il cantone di Friburgo, le autorità veterinarie preferiscono attendere l’evoluzione dell’epidemia prima di autorizzare il ritorno dei capi dai dipartimenti francesi, anche se si trovano fuori dalle zone di sorveglianza.
Vaccinazioni in Valle d’Aosta dal 9 agosto, oltre il 26% dei capi entro Ferragosto
In Valle d’Aosta la campagna vaccinale è iniziata il 9 agosto, dopo l’arrivo dei vaccini il giorno precedente all’aeroporto di Milano Malpensa. Il piano, approvato dal governo regionale, prevede la vaccinazione obbligatoria dell’intero patrimonio bovino regionale – circa 34.758 capi in 1.242 allevamenti – compresi i bovini provenienti da altre Regioni o Stati membri ma presenti sul territorio per motivi di alpeggio.
La vaccinazione procede, anche se iniziata dopo altri territori per il ritardo nell’arrivo dei vaccini. La somministrazione viene effettuata da 15 squadre composte da veterinari dell’Azienda USL, dell’associazione degli allevatori AnaBoRaVa, e da operatori del Corpo Forestale, della Protezione civile, dell’AREV (Association régionale éleveurs valdôtains) e dell’Institut Agricole Régional (IAR). Gli interventi avvengono anche in alpeggio, e le squadre sono attrezzate e si muovono con relativa rapidità.
I dati forniti sono precisi. Dal 9 al 12 agosto sono stati vaccinati 4.820 animali, di cui 4.608 in zona di sorveglianza e 212 al di fuori. Il 13 agosto sono state programmate 1.645 nuove somministrazioni. A oggi siamo dunque a quasi 6.500 capi e l’obiettivo degli operatori è di arrivare a 9.200 dosi entro il 15 agosto.
I comuni coinvolti comprendono tra l’altro Courmayeur, La Thuile, Pré-Saint-Didier, La Salle, Morgex, Arvier, Avise, Rhêmes-Saint-Georges, Valgrisenche.
La Sardegna stanzia 30 milioni, alcuni nuovi focolai
In Sardegna l’attenzione, più che sulla malattia in senso stretto, si è spostata sulla legge regionale dell’11 agosto 2025, che ha incrementato i fondi per l’emergenza sanitaria da 9 a 30 milioni di euro.
Le vaccinazioni sono in corso, anche se i dati sono frammentari. Nella provincia di Oristano, considerata zona di sorveglianza ma senza focolai attivi, risultano vaccinati circa 20.000 bovini.
Vi sono stati cinque nuovi focolai sull’isola. Erano 45 al 6 agosto e sono saliti a 49 al 13 agosto, grazie al fatto che uno nel frattempo si è estinto, nel comune di Orano, secondo il Bollettino veterinario nazionale. Si aggiunge a quello di Sarule: sono i primi segni di contenimento della malattia in parallelo a quelli di estensione.
