Da venerdì 25 ottobre i portici e le vie di Torino tornano a illuminarsi con le Luci d’Artista, installazioni luminose di artisti contemporanei e internazionali. Si tratta di un appuntamento chiave in vista delle festività natalizie, composto da una serie di 28 opere luminose sparse su tutto il tessuto cittadino.
La 27ª edizione
La 27ª edizione delle Luci d’artista, oramai divenute un simbolo di Torino, accenderà le notti della città sino alla prossima domenica 12 gennaio 2025.
Quest’anno sono previste due novità, prima delle quali “Scia’Mano” dell’artista bolognese Luigi Ontani, presso i Giardini Sambuy di Piazza Carlo Felice; essa rappresenta un’apparizione mistica sotto forma di stampa lenticolare come tributo alla tradizione magica della città. Una seconda new entry è “VR Man” dell’artista greco Andreas Angelidakis, sita questa volta in Piazza Vittorio Veneto; essa raffigura un atleta stilizzato fatto di luce che indossa un visore per la realtà virtuale.
Alcune delle istallazioni sono poi permanenti, come i “Piccoli spiriti blu” di Rebecca Horn che si aggirano sul Monte dei Capouccini. Anche “Amare le differenze” di Michelangelo Pistoletto accoglie i visitatori del mercato di Porta Palazzo con lo stesso titolo ripetuto in 39 lingue diverse. Grande classico, ancora, è il “Tappeto volante” di Daniel Buren, formato da 1.536 lanterne cubiche di plexiglas colorate di rosso e blu.
Origine e sviluppo delle Luci d’Artista
L’origine delle Luci d’Artista si fa generalmente risalire alla fine degli Anni ’90. Qui un progetto urbano commissionato dall’allora assessore alla Cultura, Fiorenzo Alfieri, piantò il seme di quello che oggi appare come un museo a cielo aperto in progressiva evoluzione.
Le prime opere, create dallo scenografo e illustratore Emanuele Luttazzi, avevano il duplice scopo di adornare i giardini di Porta Nuova e di rispondere alle esigenze dei commercianti torinesi. Pare infatti che lo stesso assessore si fosse trovato a rispondere alla richiesta di farsi carico di una parte delle spese per le luminarie natalizie.
La soluzione proposta da Alfieri consisteva nel realizzare addobbi che richiamassero l’anima artistica della città e che potessero essere riutilizzati in un’ottica di abbattimento dei costi.
La prima opera: “Il presepe”
La prima edizione di Luci d’Artista contava, in realtà, una sola opera, “Il presepe” di Emanuele Luzzati. L’artista proponeva una rivisitazione del classico presepio natalizio in cui, accanto ai personaggi tradizionali, comparivano i protagonisti delle fiabe.
Queste sagome, dipinte su semplici tavole di legno e adornate con pezzi di stoffa, creavano un’atmosfera fatata che fin da subito ha riscosso un successo inaspettato. L’opera ha cambiato varie location nel corso degli anni e ha dato il via a un progetto che nell’edizione del 2024 ha moltiplicato e variato la propria proposta.
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