È tuttora preda della più nera incertezza il futuro della ferrovia del Frejus, la cui riapertura rischia di slittare addirittura alla fine del 2024. A comunicarlo è stato Olivier Thevenet, vicepresidente del consiglio dipartimentale della Savoia, a seguito dell’intervento di messa in sicurezza del costone realizzato nel fine settimana scorso in collaborazione con Sncf Réseau e la società Citem.
Le discussioni al Quirinale
La tematica della Torino-Lione, parte integrante del Tunnel del Frejus, è già stata affrontata a più riprese e in differenti sedi da parte di ambedue Italia e Francia. Una delle occasioni risale alla prima seduta del Trattato del Quirinale della settimana passata, cui tra le altre figure coinvolte hanno preso parte i ministri degli Esteri delle due nazioni, Antonio Tajani e Chaterine Colonna. Durante la giornata l’opzione più assodata per il riavvio delle attività ferroviaria era stata l’inizialmente ipotizzata fine dell’estate 2024; alla luce delle recenti novità, tuttavia, viene da domandarsi se e con quali modalità le tempistiche per il completamento dei lavori potrebbero essere accelerate con margini sino a quattro mesi.
Lo smottamento
A convincere le autorità a interrompere la circolazione su binario tra Italia e Francia sono stati, nei mesi scorsi, le difficoltà e il conseguente ritardo riscontrati nei lavori di messa in sicurezza del crostone da dove, il 27 agosto scorso, sono crollati quasi 15 mila metri cubi di roccia. A oggi, sul totale dei 5 mila metri cubi che bloccano gli spostamenti ferroviari, sono stati rimossi circa mille metri cubi di materiale giudicato pericoloso.
Un prolungamento annunciato
Già dopo essere stata resa nota dal Prefetto della Savoia e dalla Sncf Reseau soltanto lo scorso venerdì 29 settembre, la notizia del prolungamento della chiusura della tratta ferroviaria del Fréjus sino all’agosto del 2024 aveva destato più di una agguerrita polemica. Il primo ritardo era stato motivato dal fatto che accumuli su ferrovia e autostrada sottostanti la falesia di La Praz, tra Saint-Jean-de-Maurienne e Modane, avevano reso i danni così gravi da far venire meno le promesse di ripresa del servizio entro il mese di novembre.
Lo stop delle corse tra Torino e Lione potrebbe costringere migliaia di passeggeri ad abbandonare Tgv e Frecciarossa fruendo di mezzi alternativi per i propri spostamenti. Per non parlare poi delle numerose aziende internazionali che sono solite servirsi di treni merci per spedire i propri prodotti tra Italia e Francia.
Tra le alternative più accessibili in termini finanziari e temporali figurano il trasporto aereo e il trasporto su gomma tramite veicoli pesanti, ma anche per i singoli viaggiatori autobus e auto private. Se non fosse che anche il tunnel autostradale del Monte Bianco è stato costretto alla chiusura per interventi urgenti nelle gallerie, ciò che potrebbe generare ingorghi stradali sia sulla A43 tra La Maurienne e la Valle di Susa sia sulla tangenziale di Torino.
Oltre alle ingenti perdite economiche che tali deviazioni comporterebbero a imprese e privati cittadini, innegabili anche le ripercussioni ecologiche dovute alla crescita esponenziale delle emissioni di carbonio nell’atmosfera.