In questa giornata di Natale è bello portare un po’ di luce sullo straordinario lavoro che per dieci anni ha svolto, tra Valle d’Aosta e Chambéry, l’ensemble Noé Novel.
L’ultimo loro concerto si è tenuto poco prima di Natale, sabato 21 dicembre, ad Aosta, ma altri appuntamenti avevano percorso diverse località dei Pays de Savoie.
A Nos Alpes, che ha un anno di vita, rincuora osservare il progetto di Noé Novel, che dura da dieci anni con uno spirito alpino condiviso al di là delle frontiere amministrative e degli stati.
Cos’è Noé Novel
Il concerto nella Cattedrale di Aosta, realizzato con il sostegno del Comune di Aosta, è stato bello, toccante, pieno di vita e senso di comunità. Vi è stata una prima parte introduttiva, una specie di riscaldamento, dei Trouveur valdotèn, cioè la famiglia Boniface (Vincent, Rémy, Sandro e Liliana) integrati da Marta Caldara e da Bramo ai beatbox.
L’ensemble Noé Novel ha poi preso posto davanti al pubblico, in una cattedrale pienissima, con la gente che era andata a prendere posto anche un’ora prima. Tra musicisti e coristi erano una cinquantina, distinti dai loro abiti rossi e da un repertorio antico e insieme moderno.
Il progetto è infatti nato a partire da una raccolta di manoscritti di canti di Natale di Bessans e della Haute Maurienne del Settecento. I documenti avrebbero potuto essere conservati al museo, ma per questo straordinario senso alpino, e senza grandi progetti Interreg, si sono unite delle persone e dei saperi, che hanno riportato alla vita e alla cultura presente quelle musiche e quei canti.
Un motore è venuto dai Trouveur valdotèn – che da decenni studia e fa ascoltare la tradizione musicale e le lingue– il franco-provenzale e l’occitano – delle Alpi occidentali. Un altro si è trovato con la Fédération musicale de Savoie tra volontari, studiosi e custodi di quel patrimonio musicale e dall’iniziativa del Musée Savoisien di Chambéry.
Il risultato è che oggi Vincent “Venso” Boniface dirige l’ensemble in cui suonano, presentano e cantano suo fratello Rémy, i genitori Sandro e Liliana. In un contesto francofono, con la chiesa gremita, le luci, il coro, gli strumenti musicali recuperati e valorizzati, si è creato un ambiente caloroso, il pubblico era estasiato.
Non era soltanto musica tradizionale
A conferma che si tratta di un patrimonio culturale immateriale ma vivente, si sono sentite contaminazioni moderne. Ci è trovati a preparare il Natale con un patrimonio che risale al Settecento della Haute-Maurienne, e a percepirlo come nostro e attuale.
Noé Novel in questo dicembre si è esibito sei volte: in Alta Savoia a Faverges-Seythenex, in Savoia a Saint-Alban d’Hurtières, al musée Savoisien di Chambéry (e pare che sia stata una bella festa), all’ Eglise d’Albens di Entrelacs, a quella di Saint-Martin-de-Belleville e infine appunto alla cattedrale di Aosta
Coristi, musicisti, lo stesso Vincent Boniface, nel linguaggio del corpo, nei modi di dirigere e di suonare, erano gente di oggi. Sul fondo, un grande schermo permetteva non solo di vedere i dettagli del concerto: intermezzava anche dei video e delle animazioni, in cui ogni tanto appariva, come omaggio, il profilo del musicista Enrico Thiébat.
Romuald Désandré che vive a lavora in Valle d’Aosta, ha fotografato gli affreschi sulla facciata della cattedrale di Aosta, in cui sono raffigurati santi e musici. Ha restituito loro movimento, utilizzando l’intelligenza artificiale, con un effetto d’incanto. Si potranno vedere anche in un documentario su Bessans, i canti e Noé Novel, per il momento diffuso dalla RAI VDA per la sola Valle d’Aosta, il 26 dicembre.
Così con la magia della musica, queste immagini così antiche e così future, abbiamo avuto una vera bellissima preparazione al Natale. Per questo è bello raccontare di questo concerto, tra Savoia e Valle d’Aosta proprio oggi, 25 dicembre.
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