Ieri, 5 febbraio, il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha pronunciato a Marsiglia un discorso importante in occasione della sua visita dall’Università, dove ha ricevuto la laurea honoris causa.
Si è trattato di un intervento sui temi della politica internazionale, del multilateralismo, dell’Europa e della pace, sulla scia delle crisi attuali, dall’aggressione russa in Ucraina alla guerra in Medio Oriente, e soprattutto nell’indebolimento delle istituzioni internazionali, a cui Trump sta aggiungendo nuovi e importanti scossoni.
Nel discorso ha anche citato le relazioni italo-francesi, inquadrate in una Unione europea che sia motore della tutela dei principi fondanti dell’ordine internazionale.
Due giorni dopo il suo discorso, a Nizza, il 7 febbraio, i due ministri degli esteri, Antonio Tajani e Jean-Noël Barrot discuteranno proprio della situazione delle relazioni internazionali per poi dedicarsi, in una seconda parte del pomeriggio al Comitato frontaliero previsto dal Trattato italo-francese del Quirinale, in un formato allargato ai soggetti regionali e locali e alle amministrazioni nazionali.
Il discorso di Mattarella è dunque anticipatore e di peso politico, nel suo stile e nel ruolo assegnato in Italia al presidente della Repubblica.
I temi del discorso di Mattarella a Marsiglia
Il presidente Mattarella si è rivolto agli studenti, domandando loro di contribuire con i loro studi a far emergere nuove idee, per il mantenimento dei principi e per un rinnovamento degli organismi internazionali e del sistema multilaterale, di fronte ai cambiamenti attuali.
Con un’ampia serie di riferimenti, ha indicato da un lato i progressi ottenuti dall’approccio multilaterale, sia nel sistema delle Nazioni Unite dopo il 1945, ma anche nel pur difficile percorso della Società delle Nazioni, che adottò, per esempio, ed era il 1926, il Trattato contro il commercio di schiavi e la schiavitù.
Si è soffermato sul periodo tra le due guerre mondiali. Gli Stati Uniti cedevano “alla tentazione dell’isolazionismo” – in sottinteso come nella nuova presidenza americana – e si registrava un periodo percorso “da un cupo rialzarsi del nazionalismo, da allarmanti tendenze al riarmo, dal contrasto fra gli Stati”: e sembrava che parlasse del presente.
Ha citato il fallimento dell’accordo di Monaco del 1938, che concesse alla Germania nazista l’annessione dei Sudeti senza fermare la guerra e cedendo sui principi di “giustizia e legittimità”: pareva ancora il rumore della nostra attualità.
Ha parlato di guerre di conquista, del progetto del Terzo Reich, ha detto che l’aggressione russa all’ucraina è di questa natura. Il sopravvento delle proposte autoritarie in alcuni Paesi proveniva anche “dalla favola secondo cui i regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali”.
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La Pace dei Settant’anni
Dall’altro lato, si trova il percorso della Pace dei Settant’anni, perché bisogna delimitare i periodi storici non soltanto con i conflitti, come la Guerra del Trent’anni o la Guerra dei Cent’anni. Il periodo trascorso dalla fine della Seconda guerra mondiale è stato di pace, con lo sviluppo del commercio, l’uscita di miliardi di persone dalla condizione di povertà, con scambi e conoscenze che si sono diffuse, pur nella guerra fredda prima e poi nella speranza di un momento che pareva di progressiva pacificazione globale.
Si videro dopo la caduta del muro di Berlino le grandi conferenze dell’ONU, sull’ambiente a Rio de Janeiro nel 1992, sulle donne a Pechino nel 1995, e poi gli Obiettivi del Millennio.
I rischi e le crisi ci sono state, nell’ex- Jugoslavia, nell’Africa sub-sahariana, in Medio Oriente, a testimonianza di un percorso dinamico e per nulla semplice. Il momento di speranza, o di utopia, si è poi consumato nell’arco di un ventennio, in una situazione fluida, nella ripresa delle volontà di conquista, negli attacchi alle democrazie.
Occorre agire, ha detto Mattarella, e ha ricordato alcune date chiave: la conclusione della conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, il piano Pleven per la difesa europea, il disgelo tra Ronald Reagan e Michail Gorbaciov.
Il presidente Mattarella ha richiamato la carta di San Francisco, leggendone direttamente una parte, mostrandone la forza davanti a un uditorio attento.
Ha ricordato René Cassin, che dell’Università di Marsiglia fu studente e poi professore, coautore della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani del 1948 e premio Nobel per la pace.
TUTTO IL DISCORSO DEL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA
Chi c’era da Sergio Mattarella a Marsiglia
La cerimonia di conferimento della laurea honoris causa si è tenuta presso il Palais du Pharo.
Al suo arrivo, il presidente Sergio Mattarella è stato accolto presso l’Hôtel de Ville, dove ha visitato la mostra “Marsiglia italiana”, dedicata alla lunga storia della comunità italiana della città, in compagnia del sindaco, Benoît Payan. Il Presidente ha anche incontrato una rappresentanza della comunità italiana locale e alcune personalità francesi che hanno sviluppato legami tra i due Paesi.
Alla cerimonia di consegna della laurea honoris causa hanno partecipato le principali autorità accademiche dell’Università di Aix-Marseille, tra cui il presidente dell’Università Éric Berton, il rettore Benoît Delaunay e il presidente della facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Jean-Baptiste Perrier.
Il professor Joël-Benoît d’Onorio, nella tradizionale laudatio, ha sottolineato l’impegno di Mattarella per la promozione dei valori democratici in Europa: il successivo discorso ne avrebbe dato ampia conferma.
![Un Momento Del 5 Febbraio 2025 All'università Di Marseille Aix (c) Presidenza Della Repubblica Ufficio Stampa](https://nosalpes.eu/wp-content/uploads/2025/02/Un-momento-del-5-febbraio-2025-alluniversita-di-Marseille-Aix-c-Presidenza-della-Repubblica-Ufficio-stampa-1024x683.jpg)
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