È il 2014 quando i due cagliaritani Andrea Caruso ed Enrico Napoleone danno voce a una idea tanto di natura bizzarra quanto a tratti presa sul serio: trasformare la Sardegna nel Canton Marittimo, il 27º della Svizzera. L’intento dei promotori non è tanto quello di immaginare una annessione impossibile quanto piuttosto di denunciare l’inefficienza del sistema politico italiano contrapponendovi il modello federale elvetico.
La storia del Canton Marittimo
L’iniziativa del Canton Marittimo nasce come una semplice discussione tra amici ma esplode rapidamente sui social media, tanto che nell’arco di pochi giorni il gruppo Facebook dedicato raccoglie oltre 14 mila adesioni e diviene virale. Durante le elezioni regionali del 2014, circa 1.800 sardi annullano la scheda scrivendovi sopra proprio quelle due parole, segnale di una protesta civile che fa il giro dei media internazionali.
Quella che molti avevano liquidato come un gioco goliardico ma di cui persino BBC, Wall Street Journal e Der Spiegel parlano inizia però ad assumere presto contorni più concreti. Viene difatti fondata l’Associazione Canton Marittimo, che si propone di tradurre l’idea in una riflessione più ampia attraverso incontri pubblici, dibattiti e persino un “Tour de Suisse” per presentare il progetto direttamente alle istituzioni elvetiche.
Il momento di svolta arriva nel 2015, quando una delegazione sarda è ricevuta ufficialmente nel Canton Vaud dall’allora presidente del Gran Consiglio Laurent Miéville (Partito verde liberale, PVL). Da quell’incontro sorge a Losanna la Société Sardaigne Canton Maritime, gemellata con l’associazione sarda, volta a promuovere scambi economici, culturali e scientifici tra le due realtà.
L’eredità del Canton Marittimo
Dieci anni dopo, la Sardegna non è ovviamente divenuta un Cantone della Svizzera ma il dibattito che quella provocazione ha acceso perdura e riemerge a tratti prettamente guidato dalla polemica social. Questo perché, su di una Isola che soffre di spopolamento e inefficienze burocratiche, il richiamo al “modello svizzero” rappresenta un ideale di equilibrio tra libertà locale e rigore amministrativo, autonomia e rapporto con lo Stato centrale.
Se l’annessione era utopia, tuttavia, la collaborazione è invece una realtà poiché negli ultimi anni i rapporti tra le due realtà si sono intensificati, assumendo forme concrete e istituzionali. A più riprese sono organizzati, sin dal 2022, incontri tra le autorità della Regione e della Confederazione per discutere di progetti comuni in settori quali turismo sostenibile, tecnologie avanzate, innovazione, agroalimentare e cultura.
Oggi la Svizzera vede nella Sardegna un partner strategico nel cuore del Mediterraneo, apprezzato per le risorse naturali e la capacità di attrarre investimenti di qualità. Sul territorio isolano vivono circa 800 cittadini svizzeri, molti dei quali impegnati in attività imprenditoriali, mentre la diaspora sarda in Svizzera conta sette circoli attivi riuniti in una federazione.
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