A decorrere dal mese di ottobre scorso e sino al prossimo 2026, è possibile muoversi lungo vie e strade del centro di Torino a bordo di navette autonome, veicoli elettrici progettati per trasportare piccoli gruppi di passeggeri in contesti urbani. Tali mezzi, dotati di una capienza pari a circa dieci persone, sono pensati per integrarsi nel trasporto pubblico locale e operare grazie a un sistema di sensori, connessioni digitali e infrastrutture stradali intelligenti.
Altre iniziative similari sono o sono state in atto su tutto il territorio delle Nostre Alpi, per esempio a Courmayeur (Valle d’Aosta), Imperia (Liguria), Nizza (Alpi Marittime), Grand Annecy (Alta Savoia) e nella Svizzera orientale.
Una navetta autonoma è già in funzione a Imperia, e trasporta passeggeri, anche se in un periodo di sperimentazione di un anno. Navette autonome sono state in servizio in Svizzera romanda sin dal 2016, per esempio a Sion, o in Francia a Lione, nel quartiere di Confluence, e più di recente a Valence TGV, in zona stazione ferroviaria. In Svizzera, da dicembre, inizieranno in quattro cantoni le sperimentazioni di taxi senza conducente (i robotaxi).
Torino si unisce quindi ai processi di innovazione ormai in corso da una decina di anni nel trasporto urbano senza conducente.
Come funzionano le navette autonome a Torino
Le navette autonome che attualmente circolano a Torino si basano su tre distinte componenti tecnologiche, tra cui la presenza a bordo di sensori in grado di identificare elementi dell’ambiente circostante come ostacoli, pedoni o altri veicoli. Oltre a una connessione di rete che consente lo scambio costante di informazioni con la Centrale operativa, esse sono dotate di ulteriori sensori che adattano i semafori per agevolare la circolazione degli altri mezzi. Vi è comunque presente una figura chiamata safety driver, responsabile della supervisione e pronta a intervenire in caso di necessità, effettuando un passaggio dalla guida autonoma alla guida manuale.
Il servizio
Il mezzo protagonista della sperimentazione, fornito dall’azienda neozelandese Ohmio e gestita operativamente dal Gruppo Torinese Trasporti (GTT), prende il nome di AuToMove. Il percorso selezionato si sviluppa attorno al Campus universitario Luigi Einaudi, lungo un anello di circa tre chilometri tra Corso Tortona, Corso Regina Margherita e Lungo Dora Siena.
La navetta, gratuita e disponibile su prenotazione tramite app Wetaxi, effettua cinque fermate dal lunedì al venerdì tra le 11:00 e le 16:30. Tale sua fase iniziale dei test ha l’obiettivo di raccogliere dati tecnici sull’interazione tra veicolo e ambiente urbano, ottenendo peraltro osservazioni e spunti di utilizzo reale da parte dei cittadini.
Il futuro
La sperimentazione di AuToMove rientra nel progetto “Living Lab ToMove”, finanziato dal PNRR e basato sul paradigma della mobilità connessa, cooperativa e autonoma. Esso coinvolge un partenariato ampio composto da enti pubblici, università, aziende tecnologiche e operatori del trasporto locale, tra cui Città di Torino, GTT, 5T, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione LINKS e Fondazione Piemonte Innova.
Oltre all’esperienza diretta offerta ai fruitori, tale fase di test mira a contribuire alla visione “Torino verso la neutralità climatica 2030” e alla creazione di un ecosistema urbano di mobilità condivisa. Qualora i risultati confermassero le aspettative, le navette autonome potrebbero aprire la strada a ulteriori e diversificati servizi on demand integrati nella rete di trasporto pubblico di Torino.
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