La sostenibilità nella sua duplice declinazione ambientale e sociale risulta prioritaria nell’ambito della cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia nonché principale vantaggio risultante dalla collaborazione tra Stati. È quanto reso noto dalla seconda edizione dell’Osservatorio “Relazioni Italia-Francia – Sviluppo della cooperazione per generare valore” realizzato dalla Camera di Commercio France-Italie e dal centro di ricerca IPSOS.
Il documento è stato presentato lo scorso giovedì 16 maggio presso la sede di Palazzo Giureconsulti di Milano da parte di Denis Delespaul, presidente della CCI, e Nicola Neri, CEO di IPSOS. La sua stesura fa seguito a un sondaggio che ha riguardato manager di alto livello e figure dirigenziali di aziende attive nei settori dei servizi, dell’industria, delle costruzioni e del commercio aventi la loro sede operativa in Italia o in Francia.
La sostenibilità viene dunque considerata fondamentale nelle sue proposte di sviluppo di filiere green(61%), riduzione delle emissioni (42%) ma anche equità lavorativa (38%) e promozione della parità di genere (32%). Di qui la necessità, secondo i partecipanti, di un impegno maggiore da parte delle istituzioni europee in termini di politiche energetiche (62%) e contrasto al cambiamento climatico (49%).
Secondo i professionisti, peraltro, l’elemento che supporta maggiormente l’adozione di comportamenti sostenibili è la convinzione che questi possano accrescere la propria reputazione (64%); ad altri avvisi essa resta determinata dalla presenza di un management aperto alle sfide (50%) e di una classe dirigente visionaria (47%) o, ancora, dalla spinta normativa favorevole (37%).
La cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia
Il campione di aziende intervistato dall”Osservatorio “Relazioni Italia-Francia” ha peraltro giudicato di particolare rilevanza la necessità di fortificare i rapporti tra gli Stati membri dell’UE (53%). Fondamentali anche, in seno alle attuali prerogative di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia, la regolamentazione dell’immigrazione (40%), il supporto alla risoluzione del conflitto russo-ucraino (37%) e la trasformazione digitale per il tramite dell’intelligenza artificiale (36%).
In aggiunta, i professionisti si ritengono convinti che una più stretta relazione tra i due Paesi alpini permetterebbe loro di incrementare la propria competitività nel contesto internazionale per esempio aumentando il potere negoziale rispetto all’Unione Europea (61%) e migliorando la collaborazione geopolitica e conseguentemente gli scambi commerciali (54%); inoltre si renderebbe così più semplice valorizzare le comuni eccellenze (58%), inseguire l’innovazione (60%), costruire una vision concreta per il futuro (55%) e accrescere la solidità finanziaria (36%).
Un clima di incertezza
Nonostante l’attuale clima di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia (80%) così come il relativo andamento di business (93%) siano definiti nel complesso positivi dalle aziende, permane un certo grado di incertezza dovuto alla difficoltà previsionale per il prossimo triennio (74%). A generarlo sono quattro preoccupazioni principali, ovverosia la perdita del potere di acquisto delle famiglie (36%), la difficoltà nel reperire personale qualificato (34%), la crescita dei prezzi delle materie prime (32%) e la perdita di competitività dell’Europa (32%).
Un certo divario tra i due Paesi si registra anche per ciò che concerne attrattiva per gli investimenti. In Francia, difatti, essa è fortemente legata agli incentivi pubblici (28%), a un sistema di trasporto efficiente (25%) e a un impegno nella transizione energetica (23%); ancorché le relazioni con le istituzioni (86%), impatta per contro non positivamente il costo del lavoro (45%). In Italia, invece, essa dipende per minima parte dal rapporto pubblico-privato (22%) e per larga parte invece dalla disponibilità di personale giovane e laureato (36%) nonché qualificato e formato (41%); incidono negativamente, invece, l’elevato livello di burocrazia (72%), di tassazione (40%) e di leggi (37%).
I tre ambiti nei quali emerge per contro una maggiore vicinanza tra i due Stati sono la qualità dei prodotti (89%), il benessere quotidiano (84%), la transizione digitale (80%), la capacità di relazionarsi con l’Europa (71%) e l’attenzione al sociale (76%).
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