Negli ultimi 40 anni, i territori del Dipartimento della Savoia hanno perso il 40% delle proprie risorse idriche, l’equivalente del volume di un mese circa di pioggia. Lo ha reso noto, accanto ad altri emblematici dati statistici, il nuovo “Étude de l’évolution des ressources en eau en Savoie dans un contexte de changement climatique”.
Stando al rapporto, negli scorsi sei decenni è drasticamente calata (-40%) l’efficacia delle piogge che, non assorbite dalla vegetazione, riescono ad alimentare gli stock di acqua locali. Questo prettamente a causa della maggiore tendenza all’evaporazione provocata da un generalizzato aumento delle temperature medie di +1,8°C (+1,6°C in Francia), pari annualmente a +0,5°C circa. Nemmeno gli accumuli di neve registrano numeri migliori e risultano, a media altitudine, scesi di circa un metro negli ultimi 60 anni.
Secondo gli scienziati, hanno iniziato ad allungarsi i periodi della stagione autunnale in cui il livello delle risorse idriche raggiunge il minimo, arrivando a medie stagionali di uno o due mesi. Questo comporta perdite di -60 centimetri nelle zone di Chéran e Guiers, una tendenza che nei decenni a venire non farà che accentuarsi ulteriormente.
“In quanto territorio di montagna, la Savoia risente maggiormente delle conseguenze dei cambiamenti climatici, percepibili sull’insieme del Dipartimento anche se declinati in diverse varianti locali – si legge nell’”Étude de l’évolution des ressources en eau en Savoie dans un contexte de changement climatique” -. Oltre a modificare il funzionamento delle risorse idriche superficiali e sotterranee, l’aumento significativo della temperatura dell’aria sta rendendo gli ambienti acquatici ancora più fragili”.