La collaborazione sanitaria transfrontaliera tra Valle d’Aosta e Alta Savoia ha ora un nuovo canale di sviluppo grazie al progetto interreg Francia-Italia FRIDHA (Formation et Réseau Intégré D’Hôpitaux Alpins). L’iniziativa è stata ufficialmente lo scorso lunedì 8 gennaio durante un incontro tra i rappresentanti dell’Azienda USL della Valle d’Aosta sua capofila e degli Hôpitaux du Pays du Mont-Blanc Chamonix-Sallanches (HPMB).
L’accordo Valle d’Aosta-Sallanches
Il progetto FRIDHA, finanziato con 1,34 milioni di euro nell’ambito del bando “Nuove sfide”, nasce in seno all’accordo stipulato dall’Azienda Usl della Valle d’Aosta e l’Ospedale di Sallanches.
Tale convenzione ha avuto nel corso di un anno di attività importanti ricadute positive, tra cui la sperimentazione di nuove procedure transfrontaliere per il passaggio, la presa in carico, il monitoraggio, la gestione amministrativa dei pazienti. Durante i mesi di chiusura del Traforo del Monte Bianco, inoltre, si è potuto ragionare su di una serie di azioni da mettere in campo per affrontare la complessità delle norme internazionali che a oggi impediscono la libera circolazione dei malati tra Stati confinanti.
Il progetto FRIDHA e i pazienti
Risale allo scorso ottobre, per converso, l’approvazione del progetto FRIDHA, che sin da subito permetterà ai pazienti della Valle d’Aosta e dell’Alta Savoia utili interscambi volti ad abbattere liste di attesa spesse volte proibitive. Così i valdostani che necessitano di effettuare esami diagnostici dell’apparato digerente avranno modo di fruire del servizio sanitario pubblico francese presso l’HPMB; i savoiardi che invece necessitano di interventi chirurgici all’apparato digerente potranno beneficiare delle tecniche assistite da robot eseguite presso gli ospedali di Aosta.
In aggiunta, sono previste azioni di formazione dei medici chirurghi attraverso corsi di specializzazione mirati, scambi, tutoring e job shadowing nonché dei direttori e dei funzionari dei due plessi. Saranno anche acquistate attrezzature specialistiche e dotazioni tecniche al fine di rispondere alla domanda di prestazioni sanitarie dell’area transfrontaliera.
Il progetto FRIDHA intende anche arrivare servizi specificatamente orientati a fornire una assistenza a tutto tondo agli utenti che scelgano di fruire delle prestazioni erogate sull’altro lato della frontiera. Per questo fasce di personale dedicate si occuperanno di gestire le loro prenotazioni, di fornire loro informazioni, di accompagnarli lungo tutto l’iter amministrativo e di trasportarli fisicamente oltre il confine.
Gli obiettivi
Più in generale il progetto FRIDHA mira a rafforzare i rapporti di oltralpe nel comparto della sanità, migliorando l’offerta di servizi di diagnostica e il trattamento chirurgico delle patologie dell’apparato digerente.
“Come abbiamo già avuto modo di sottolineare in più occasioni l’anno scorso, tale approccio consente di mettere in rete i servizi sanitari di due strutture ospedaliere vicine che possono integrare reciprocamente risorse umane con adeguate competenze, tecnologie e strumentazioni e i servizi amministrativi e di assistenza per migliorare l’erogazione di prestazioni e sostenersi nella risoluzione delle criticità – commenta il direttore generale dell’Azienda USL della Valle d’Aosta, Massimo Uberti -. Con una cifra importante l’Europa ha deciso di finanziare un progetto che presenta solo vantaggi per i cittadini e offre opportunità aggiuntive per visite e esami e ai professionisti della sanità formazione su metodiche specifiche come quelle robotiche”.