Economia e politica

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti arrestato ai domiciliari per corruzione

Giovanni Toti CC BY SA 4 0

Il presidente delle Regione Liguria, Giovanni Toti, è stato arrestato e posto ai domiciliari, questa mattina, nel quadro di una complessiva operazione di contrasto alla corruzione, insieme ad altre figure di spicco della Liguria, tra cui l’ex-presidente dell’autorità portuale della Liguria occidentale (cioè Genova-Savona), Paolo Emilio Signorini, l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, importante operatore della grande distribuzione.

Giovanni Toti è stato arrestato per corruzione nella notte a Sanremo, in un hotel, prima di essere ricondotto a Genova, presso la sua abitazione per l’applicazione dell’arresto ai domiciliari. Al mattino del 7 maggio doveva partecipare all’inaugurazione a Ventimiglia di una nuova struttura di Flavio Briatore, imprenditore ex-manager di Formula 1 e creatore di locali di lusso, per esempio in Sardegna.

Spinelli ha subito l’applicazione degli arresti domiciliari, mentre Signorini è stato condotto in carcere.

Per altri indagati sono state applicate solo misure interdittive temporanee, per esempio di esercitare la professione o l’attività imprenditoriale, come nel caso dell’amministratore di Esselunga, Francesco Moncada. Tra le altre persone interessate dall’operazione, almeno 10, vanno ricordati i nomi del capo di gabinetto di Giovanni Toti, Matteo Cozzani, anch’egli agli arresti domiciliari e dell’imprenditore portuale Mauro Vianello, a cui è stata applicata la misura interdittiva di esercizio dell’attività professionale e di impresa.

L’operazione e i fatti collegati

I fatti riguarderebbero sostanzialmente tre gruppi di atti di corruzione, uno relativo al porto, uno che riguarda installazioni commerciali e uno più strettamente legato alle elezioni del 2022.

Riguardo al porto, gli atti di corruzione sarebbero a favore della Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli srl e dal 45% da Itaterminaux, riconducibile al gruppo MSC) che ha visto prorogata il 2 dicembre 2021 per 30 anni la concessione del terminal nel Porto di Genova, oltre all’assegnazioni di alcuni spazi portuali, tra giugno e dicembre 2022, autorizzazioni per un complesso turistico a Celle Ligure aumenti di tariffe per servizi prestati all’autorità portuale.

Per le installazioni commerciali, la società Esselunga (8,8 miliardi di fatturato annuo) avrebbe ottenuto lo sblocco di pratiche autorizzative presso la Regione Liguria per propri centri vendita a Sestri Ponente e Savona.

Riguardo alla campagna delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020, il reato di corruzione elettorale (nella normativa italiana regolato dall’art. 86 del DPR 570/1960) riguarda ombre ancora più profonde perché coinvolgerebbe la comunità dei siciliani di Riesi, un comune vicino a Caltanissetta, residenti in Liguria. Si fa infatti riferimento alla possibile agevolazione al clan Cammarata, di rilievo mafioso, del mandamento di Riesi, attivo anche a Genova.

I casi individuati

I casi corruttivi che stanno emergendo sui media locali e nazionali italiani sono di varia natura. Si va da pagamenti diretti (per esempio con un caso di 15 mila euro in contanti) a spese dirette, come soggiorni a Montecarlo (42 notti all’Hotel de Paris), fiches del casinò, borse e materiali di lusso (una borsa di Chanel, un bracciale Cartier, un Apple Watch), auto e residenze a disposizione – con accesso a carte di credito, la fattura di un banchetto nuziale e altro. Per le campagne elettorali vi sono tra l’altro promesse di posti di lavoro, alloggi in case popolari, promozioni elettorali. Toti, Signorini e Spinelli hanno visto confiscati a titolo provvisorio 570 mila euro che si ritiene provengano da tali reati.

Secondo quanto si intende, secondo le accuse si sarebbe costituita una specie di comitato permanente tra Toti, Signorini e Spinelli. Da dicembre 2023, Signorini ha lasciato il suo posto di presidente dell’autorità portuale per diventare amministratore delegato di IREN, la multiutility dell’acqua e dell’energia tra Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna (fatturato 2023 quasi 6,5 miliardi di euro). Anche in questa posizione sarebbero emerse delle possibili irregolarità: i media citano una osservazione su una consulenza affidata a Mauro Vianello per quasi 200 mila euro.

L’indagine dura da almeno 4 anni, e ha interessato diversi pubblici ministeri.

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