Da domenica 2 giugno riapre il Museo Forte Bramafam di Bardonecchia, in valle di Susa.
Si tratta di un luogo storico dove è possibile visionare oltre 2 000 oggetti rappresentativi della storia militare del Regno d’Italia : dalle uniformi all’artiglieria passando per materiali di vita quotidiana delle truppe del Regio Esercito. Il Museo del Forte conta su 39 sale espositive che raccontano la storia militare d’Italia dal 1890 al 1945. Lungo il percorso espositivo sono presenti una serie di attente ricostruzioni ambientali fatte rivivere da 180 manichini, con indosso uniformi originali del Regio Esercito, e 74 artiglierie di diverse epoche (armi e cannoni). La maggior parte del materiale proviene dalle donazioni di soci, sostenitori e visitatori.
Il Museo è uno dei più apprezzati in Europa, tra quelli dedicati alla storia militare. Un sito unico nel suo genere per quantità del materiale militare esposto. Negli ultimi anni ha superato la soglia dei 100 000 visitatori a testimonianza della qualità di reperti storici presenti. Inoltre, in estate, partiranno i lavori nel settore più elevato del Forte dove sarà realizzata una nuova area museale dedicata alla ricostruzione di due installazioni di artiglieria da fortezza di fine Ottocento.
Il Museo Forte Bramafam è una sezione distaccata del Museo Nazionale di Artiglieria di Torino e potrà essere visitato per tutta l’estate secondo il calendario disponibile sul sito ad una tariffa intera di 9 € e 7 € ridotta. L’ingresso è compreso con la tessera Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta.
La sua storia
La fortificazione risale al XIX secolo. Venne costruita tra il 1874 e il 1889 dove si ergevano i ruderi del Castello di Bramafam. Serviva a controllare il paese di Bardonecchia e le valli della Rho e del Fréjus, oltre a difendere la linea ferroviaria Torino-Modane e il traforo del Fréjus (inaugurato nel 1871), da possibili incursioni francesi, dopo la cessione della Savoia alla Francia, avvenuta nel 1860. A fine ‘800 rappresentava la più importante fortificazione delle Alpi Cozie.
Progettato come unico blocco, in corso d’opera fu deciso di suddividere la fortificazione in tre parti distinte: la Piazza d’Armi, il corpo centrale e il bassoforte realizzato sull’estremo occidentale. Nella costruzione furono adottate per la prima volta tecniche innovative, abbinando ad una tradizionale struttura in pietra una copertura in calcestruzzo.
Dal 1895 il forte entrò effettivamente in funzione, con l’armamento schierato. Durante la Prima Guerra Mondiale il Forte si trasforma in un campo di prigionia per gli austriaci che lavoravano alla manutenzione delle strade militari e della galleria del Fréjus. Nel settembre del 1943 le truppe tedesche lo occuparono e lo circondarono da mine in difesa dagli attacchi dei partigiani. Cessato il conflitto bellico il Forte venne abbandonato.
Nel 1995 l’Associazione per gli Studi di Storia e Architettura militare di Torino (ASSAM) ne ottiene l’affidamento da parte dello Stato avviando un cantiere di recupero che si è evoluto nel corso di questi anni dando vita a un museo unico nel suo genere.
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