Piccolo villaggio sito ai piedi del Monte Saccarello, che con i suoi 2.201 metri di quota è il più alto della Liguria, Monesi, in provincia di Imperia, conta a oggi un solo e singolo abitante. Tra le otto frazioni che compongono il comune di Triora essa è la l’unica a non appartenere alla Valle Argentina ma alla Val Tanaro, parte del più ampio e naturalistico scenario della “Alta via del sale”.
E proprio la località è oggetto da parte dell’amministrazione regionale di una serie di interventi di recupero urbanistico e ambientale nonché di messa in sicurezza del comprensorio. Gli stessi sono stati annunciati lo scorso sabato 18 maggio durante il convegno dedicato “Le radici di Monesi e la montagna di domani” svoltosi presso il Palazzo Stella di Triora.
Il turismo a Monesi e il cambiamento climatico
Monesi è un bel caso di trasformazione che segue il cambiamento climatico. Conosce il suo pieno splendore tra gli Anni Sessanta e gli Anni Settanta del secolo scorso grazie a una vocazione sciistica tale da farle meritare l’appellativo di “Piccola Svizzera ligure”. In quel periodo, essa vantava cinque impianti di risalita, quattro ski-lift di cui uno a illuminazione notturna, una seggiovia che per molti anni è stata la più lunga di Europa e una pista di pattinaggio.
A decorrere dalla metà degli Anni Ottanta, però, il susseguirsi di stagioni caratterizzate da insufficiente innevamento naturale ha portato il comprensorio e le sue strutture al progressivo declino. Nel 2008 è stata installata grazie a fondi regionali e provinciali una nuova seggiovia biposto ora però inutilizzata poiché priva di gestori sin dal 2016.

Lungo la primavera prima e l’estate poi, tuttavia, Monesi può ripopolarsi di turisti in generale ed escursionisti in particolare che si trovano a percorrere la già citata “Alta via del sale” che la lega a Limone Piemonte e la colloca sull’asse italo-francese con la Valle Roya, cioè Limone Piemonte-Tenda-Briga-Alta Val di Tanaro.
Inoltre, di evidente interesse sono gli itinerari transfrontalieri che toccano i crinali del Monte Saccarello, autentico crocevia tra Imperia, Cuneo e Alpi Marittime e Valle della Roya. Proprio a simbolo di queste ultimo nel 1901 fu posizionato a 2.164 metri di quota un monumento al Redentore in concomitanza con il Giubileo del 1900.
Dalla frana al recupero
È il 24 novembre del 2016 quando le forti e intense piogge occorse tra la Alta Val Tanaro e la Alta Val Arroscia provocano una frana che porta il paese a scivolare letteralmente verso valle. Prontamente evacuato e reso inaccessibile, Monesi si trova dunque isolato dalle frazioni vicine poiché privo dei ponti di collegamento con Piaggia. Per raggiungerlo in estate era possibile percorrere il Passo Tanarello o il primo tratto della Alta via del sale, due percorsi adatti unicamente ai fuoristrada.
Un primo passo verso il ripristino della viabilità è stato realizzato nell’estate del 2020 grazie alla ricostruzione del ponte distrutto sul Rio Bavera e di una variante stradale che aggira lo stesso smottamento. L’opera di rigenerazione ambientale e urbana ipotizzata a livello regionale mira ora alla destagionalizzazione del luogo, per la quale si renderanno necessari lavori di rimessa in sicurezza idraulica. È stato in aggiunta pensato di dare vita a una area pubblica dotata di adeguati servizi tramite la demolizione dell’ex albergo Redentore.
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