Un po’ a sorpresa il primo ministro francese, Michel Barnier, il suo ministro degli interni, Bruno Retailleau, il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani con il ministro degli interni Matteo Piantedosi si sono incontrati a Mentone, venerdì 18 ottobre, per parlare di politiche migratorie.
Mentone ha un chiaro valore simbolico: qui passa buona parte del flusso di migranti irregolari tra Italia e Francia.
L’incontro di Mentone e le politiche europee
I ministri Tajani e Piantedosi hanno riferito dell’incontro di una lunga conferenza stampa, che si è tenuta in seguito a Ventimiglia. Michel Barnier ha rilasciato qualche dichiarazione, riportata per esempio da BFM TV, in cui ha detto che i francesi si aspettano una politica dell’immigrazione “efficace, degna e ferma”. In un tweet, ha anche sottolineato la volontà di dare vita a una brigata investigativa contro il traffico dei migranti alla frontiera comune. Si aggiungerebbe alle attuali pattuglie miste e alla squadra mista italo-francese per la vigilanza transfrontaliera.
Si è trattato di uno scambio di vedute e convergenza di posizioni comuni tra Italia e Francia. Sul piano europeo i due Paesi condividono posizioni più ferme sulla limitazione dell’ingresso ai migranti irregolari e a sostegno della revisione della direttiva “Rimpatri” del 2008. Sullo sfondo vi è la riunione del Consiglio europeo del 17 ottobre che ha indicato come sia necessaria un’azione per “facilitare, aumentare e accelerare i rimpatri dall’Unione europea“, così come la riunione preparatoria degli 11 Paesi, promossa dall’Italia e a cui ha partecipato anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
La collaborazione bilaterale
Sul piano bilaterale hanno poi espresso la volontà di aumentare la collaborazione alla frontiera sul tema dei migranti irregolari, appunto con l’ipotesi di una brigata investigativa comune.
D’altra parte, le misure “muscolari” svolte dalle forze di polizia francesi sono state allentate da maggio 2024 in ragione della decisione del Défenseur des droits del 25 aprile che a sua volta seguiva una decisione della Corte di giustizia dell’UE del 21 settembre 2023, contro i respingimenti “sistematici”.
Con il calo recente degli ingressi in Italia, intorno al 60%, il fenomeno è diventato meno acuto, ma vi è ancora il ricordo degli accampamenti a Ventimiglia, degli attraversamenti rocamboleschi e dei respingimenti francesi. Il fenomeno sembra poi strutturalmente difficile da sradicare: dalle coste italiane, gli irregolari risalgono la penisola, passano verso la Francia per rimanere o per transitare verso il Regno Unito. Ancora il 5 ottobre 2024, quattro migranti sono morti nel tentativo di attraversare la Manica utilizzando un’imbarcazione precaria e con troppi passeggeri.
Da Mentone, Barnier, Retailleau, Tajani e Piantedosi si sono recati insieme al Centro italo-francese di cooperazione e di dogana di Ventimiglia per salutare i poliziotti e incoraggiarli nel loro lavoro. Si tratta di un gesto informale e semplice, da Paesi membri dell’Unione europea.
Lo stesso Tajani ha detto che le relazioni in questo momento “sono molto positive”.
L’effetto politico interno
L’iniziativa di Barnier ha anche un effetto politico interno. Costituisce infatti l’affermazione della presenza del governo nazionale, e della componente di Les Republicains e della destra “repubblicana” (in Italia si direbbe “dell’arco costituzionale”), su un dossier su cui ha fatto campagna nella Alpi marittime il partito di Marine Le Pen.
Anche Eric Ciotti, con il suo spostamento all’estrema destra, alle ultime legislative ha conquistato alcune posizioni e nuovi eletti nelle Alpi marittime. Barnier torna ad occupare uno spazio politico e rafforza la destra tradizionale anche in queste zone.
Per il versante italiano, vi è poi un messaggio di buona capacità di governo, con toni moderati e insieme fermi, su un tema sensibile come quello migratorio a pochi giorni dalle elezioni regionali liguri, che si terranno il 27 e 28 ottobre prossimi.
Anche il tema dei trasporti
Il ministro Tajani ha anche ricordato con Barnier la questione dei collegamenti tra Italia e Francia, cioè Fréjus, Monte Bianco e Tenda. Ha sottolineato il danno che le chiusure comportano per le esportazioni italiane nel loro insieme, oltre che per le economie di Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria, anche sul piano turistico.
Sul tema il dialogo è aperto e ha già ricevuto rassicurazioni, anche sul possibile raddoppio del Monte Bianco. Attraverso il proprio ambasciatore in Italia, il governo francese ne ha dato notizia in occasione della riunione con operatori e rappresentanti regionali che si è svolta a Torino l’11 ottobre scorso.
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