In Austria e in Svizzera, patrie dello sci nelle Alpi e dell’industria del turismo invernale, si fa promozione delle vacanze d’autunno e dell’inverno senza sci.
È un vero cambio di paradigma, un segnale che i maggiori leader alpini stanno spostando il baricentro dello sviluppo dell’economia del turismo su stagioni più ampie e sull’integrazione di altre attività rispetto allo sci.
Séverin Duc, esperto di turismo e di Alpi, con una sua visione di prospettiva, ha notato e affiancato due recenti pubblicità, una austriaca e una svizzera, con un semplice post su Linkedin.
Séverin Duc è un osservatore che comunica attraverso una intelligente newsletter, alcune riflessioni sui social media e un recente libro dal titolo Les Alpes du futur.
Cosa dicono le due pubblicità
Si possono fare ottime vacanze invernali in Austria senza gli sci, e l’autunno nelle Alpi (svizzere) è fantastico.
La pubblicità austriaca mette in campo un maestro di “no-sci”, con tanto di logo sul berretto e sugli abiti, che accompagna un gruppo di turisti. La clip è divertente e ammicca, anche con il linguaggio dello sci ai luoghi aperti imponenti e facili, al benessere fisico con sauna, bagni freddi e con il sonno sereno, al cibo, agli ambienti interni accoglienti e calmi, alle letture, alla gioia di vivere, la Lebensgefühl. Una vacanza magnifica senza sci. L’immagine conclusiva, peraltro, è in bicicletta, su una pista in quota e su uno sfondo senza neve.
La pubblicità svizzera è invece orientata a promuovere l’autunno: è il trasporto totale dell’individuo nella natura, che gli permettere di immedesimarsi e di immergersi nei paesaggi, di perdersi nel mare di foglie dorate e nei colori, abbracciando gli alberi e salendoci fino in cima, cogliendo la pioggia sul viso, apprezzando i muschi e la semplice tenerezza di una mucca.
Anche qui il video è divertente: si tratta di un attore – il danese Mads Mikkelsen – che deve girare appunto un spot sull’autunno nelle Alpi svizzere, fa attendere il set e si immedesima nei luoghi, facendo però scoprire le stesse sensazioni e la stessa gioia di vivere all’altro personaggio, che è poi Roger Federer.
La lezione sulle Alpi che verranno
Sono tutte e due da guardare, perché entrambi belle e perché Séverin Duc vi legge una lezione sulla trasformazione dell’economia del turismo alpino.
Ha appena completato una serie di tre newsletter su Pensare le Alpi che verranno (Penser les Alpes qui viennent), guardando dalle radici e dall’idea di montagna alla vigilia del grande sviluppo turistico del dopoguerra fino alle transizioni climatiche attuali.
L’ultima riflessione, che deriva dalle conferenze estive – tra cui una a Roveredo nei Grigioni – riguarda anche il futuro che si profila tra i territori in quota e fondivalle. Guarda per esempio all’inversione dei rispettivi successi, prima con l’industria di fondovalle e lo spopolamento dell’alta e media montagna, e poi con la deindustrializzazione e lo sviluppo del turismo, ma concentrato in alcuni punti in quota e nelle testate di valle.
Nelle Alpi, abbiamo molti luoghi di riflessione, e anche organizzazioni dotate di grandi mezzi, dalla Macroregione alpina a Interreg Spazio Alpino alla Convenzione delle Alpi. Anche in questo ottimo contesto, un post pubblicato su LinkedIn o una buona newsletter possono essere più lungimiranti e di aiuto al dibattito di molte dichiarazioni e linee guida.
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