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    Home » Articoli » Il Castello di Fénis, una fiaba invernale in Valle d’Aosta
    Nos Alpes alla scoperta…

    Il Castello di Fénis, una fiaba invernale in Valle d’Aosta

    Giorgia GambinoGiorgia Gambino23 Novembre 2024
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    Il Castello di Fénis, Le Château de Fénis (c) Public domain, Discojack, Wikimedia Commons
    Il Castello di Fénis, Le Château de Fénis (c) Public domain, Discojack, Wikimedia Commons
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    Arroccato su di un piccolo promontorio privo di difese naturali, abbarbicato ai piedi di vette dalle suggestive pendici biancheggianti, il Castello di Fénis regala a chi lo ammira un tuffo fiabesco nell’inverno della Valle d’Aosta. Unanimemente considerato uno dei manieri più celebri della regione, esso cattura più di un sguardo con un aspetto esterno di fattura medievale e una ricchezza artistica interna tra le più note in Italia.

    La vista dall’alto (c) CC BY-SA 4.0, Agmonsnir, Wikimedia Commons
    La vista dall’alto (c) CC BY-SA 4.0, Agmonsnir, Wikimedia Commons

    Una storia lunga 800 anni

    Il Castello di Fénis fa la sua prima comparsa scritta all’interno di un documento datato 1242, nel quale esso è identificato come proprietà dell’allora Visconte di Aosta, Gotofredo di Challant e dei suoi fratelli. È soltanto però tra il 1320 e il 1421 circa che Aimone di Challant, suo proprietario dell’epoca, inizia la lunga serie di lavori di ristrutturazione e ampliamento che contribuisce a donare al maniero la sua forma attuale.

    Gli interventi proseguono sotto la direzione del figlio, Bonifacio I di Challant, alla cui morte tuttavia la struttura si avvicina e si avvia sulla strada di un lento ma inesorabile declino. Per circa 250 anni le attività edilizie entrano in una fase di stasi, inframezzata dalle sporadiche commissioni di alcuni dipinti e affreschi, con conseguenti passaggi di proprietà che vedono il maniero convertito a stalla e fienile.

    Il 3 settembre 1895 il castello viene ceduto allo Stato italiano, che appena tre anni dopo dà avvio a una prima campagna di restauro volta a preservarlo dalla decadenza totale. Negli Anni Trenta del Novecento esso viene trasformato in un museo dedicato al mobilio valdostano, con elementi vari reperiti sul mercato dell’antiquariato.

    Il Castello (c) CC BY-SA 3.0, Rollopack, Wikimedia Commons
    Il Castello (c) CC BY-SA 3.0, Rollopack, Wikimedia Commons

    Un allestimento artistico unico

    Non è soltanto l’esterno del Castello di Fénis, tra alte torri e invalicabili mura, strette feritoie e suggestive arcate, a colpire per la sua bellezza medievale e la sua indole signorile oltre che difensiva. Al suo interno, difatti, la struttura custodisce un patrimonio artistico unico, intriso di cicli pittorici in stile gotico tra i più famosi del Nord Italia.

    Nel cortile lo ospitati alcuni affreschi tra i quali la rappresentazione di San Giorgio a cavallo che sconfigge il drago, una allegoria di Bonifacio di Challant, committente delle pitture. Se lungo la balconata fanno la loro comparsa alcuni saggi con cartigli oramai poco leggibili, il lato orientale è occupato da opere a sfondo biblico affidate nel Quattrocento al pittore Giacomino da Ivrea.

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    Affascinanti sono pure i caminetti, utilizzati sia per il riscaldamento degli ambienti sia per la preparazione del cibo, che nel maniero restano straordinari per imponenza e decorazione. Anche la vicina cappella, con pitture di maestranze vicine al pittore della corte sabauda Giacomo Jaquerio, presenta raffigurazioni di soggetto sacro attinenti al Gotico internazionale diffusosi in Europa dalla seconda metà del Trecento.

    Saint-Georges et le dragon (c) Public domain, Wikimedia Commons
    Saint-Georges et le dragon (c) Public domain, Wikimedia Commons

    Il Castello di Fénis oggi

    A oggi il Castello di Fénis, dichiarato monumento nazionale dal 1896, è proprietà dell’amministrazione regionale della Valle d’Aosta e visitato da più di 100 mila persone ogni anno.

    In passato esso è stato utilizzato come set cinematografico per film come “Fracchia contro Dracula” di Neri Parenti (1985) o per serie televisive come “La Freccia nera” di Fabrizio Costa (2006). Inoltre, accanto al francobollo dedicatogli da Poste italiane nel 1976, esso è protagonista di una moneta della serie “Italia delle arti” con raffigurazione della leggenda di San Giorgio e il drago.

    Coloro che vogliano scoprire la bellezza medievale e fiabesca del maniero ne hanno occasione nel corso delle visite guidate regolarmente organizzate lungo tutto l’anno, con prenotazione consigliata sulla piattaforma MIDA ticket. Gli orari di apertura sono dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17 nei mesi tra ottobre e marzo nonché dalle 9 alle 19 nei mesi tra aprile e settembre, con chiusura il lunedì eccetto nei mesi di luglio e agosto oltre che nei giorni festivi.

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    Giorgia gambino
    Giorgia Gambino
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    Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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