L’immenso e sconfinato paesaggio alpino è stato in taluni casi una valida fonte di ispirazione per magistrali spartiti, soavi melodie e affascinanti sonate, un intreccio tra montagna e musica ampiamente sondato ne “Le Alpi e i compositori”. Alcuni interpretano l’alpinismo come metafora della musica, altri si lasciano andare a una contemplazione pacifica delle vette e ancora cercano nel candore un rifugio dai propri tumulti esistenziali. Ad analizzare e ricostruire tali dinamiche è il volume, edito quest’anno dalle Éditions du Mont-Blanc, frutto delle ricerche e delle ricostruzioni dello storico e musicista di Bruxelles Dominique Huybrechts.
Le Alpi nella storia
I primi artisti in generale e compositori in particolare a trovarsi affascinati e dunque ad avvicinarsi al milieu alpino sono, attorno alla metà del XVII secolo, viaggiatori provenienti da Francia, Germania e Inghilterra. Il tutto perché, in pieno stile romantico, la terrorizzante magnificenza di quei giganti di ghiaccio ben si addice al concetto di “Sublime” o “Sturm und Drang”, emozioni intense e a tratti stordenti suscitate proprio dalle montagne.
Le vette italiane, francesi e svizzere sono peraltro a più riprese le tappe di alcuni “Grand Tour”, avventure esplorative intraprese all’epoca da giovani di buona famiglia desiderosi di scoprire le antiche culture dell’Europa meridionale. Anche musicisti come Carl Maria von Weber, Franz Liszt, Robert Schumann, Felix Mendelssohn e Charles Gounod vi prendono parte con lo scopo di perfezionare la propria formazione a stretto contatto con le comunità locali.
“Le Alpi e i compositori”
Ancora più rilevanti sono i contatti tra “Le Alpi e i compositori” occorsi a seguito dell’avvento di mezzi di trasporto più confortevoli e meno ostici rispetto agli spostamenti a piedi o a cavallo.
I primi battelli a vapore permettono ai musicisti di raggiungere le città intorno ai laghi alpini come per esempio Ginevra, mentre in parallelo si moltiplicano piccole linee e funicolari a uso turistico. Anche la ferrovia conosce un boom di sviluppo, come ben testimoniato dal completamento della rete montana dell’Alta Savoia, che permette di raggiungere Chamonix a Martigny, nel Cantone del Vallese.
Tra i compositori che maggiormente risentono dell’influenza dell’ambiente alpino nel loro atto creativo figura per esempio Georg Muffat, organista tedesco fortemente influenzato dalle melodie italiane e francesi apprese durante i suoi viaggi. Accanto a Louis Niedermeyer ed Ernest Chausson, fanno la loro comparsa nomi noti come Wolfgang Amadeus Mozart, Richard Wagner, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Franz Schubert, Claude Debussy e Richard Strauss.
L’autore
“Le Alpi e i compositori” (in originale “Les Alpes et les compositeurs”) non è il primo dei volumi che Dominique Huybrechts dedica alla ricostruzione storica delle influenze musicali del passato. La sua bibliografia si arricchisce difatti di un altro testo di similare natura, “Musicisti delle trincee” (“Musiciens des tranchées”, Éditions Racine), oltre che di una serie di testi dedicati al quartetto di archi.
Attualmente residente in Belgio, l’autore è diplomato come violinista al Conservatorio reale di Bruxelles e come storico dell’arte all’Université libre di Bruxelles e ha consacrato quasi 40 anni della sua vita all’insegnamento. Appassionato di violino, viola e musica da camera, egli è direttore del Festival europeo di quartetti di archi Les voix intimes (“Le voci intime”) di Tournai, a una ottantina di chilometri da Bruxelles.
La sua ultima pubblicazione è acquistabile nelle principali librerie francesi ma ovviamente anche belghe oltre che sul sito web delle Éditions du Mont-Blanc al prezzo di 35,00 euro.
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