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    Home » Articoli » A Nizza, il Comitato frontaliero dei problemi e delle soluzioni italo-francesi
    Politica

    A Nizza, il Comitato frontaliero dei problemi e delle soluzioni italo-francesi

    Enrico MartialEnrico Martial8 Febbraio 2025
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    Comitato frontaliero di Nizza, l'incontro con la stampa - Comité frontalier à Nice, la rencontre avec les média (c) NosAlpes Enrico Martial
    Comitato frontaliero di Nizza, l'incontro con la stampa - Comité frontalier à Nice, la rencontre avec les média (c) NosAlpes Enrico Martial

    Il Comitato frontaliero previsto dal Trattato del Quirinale si è riunito per la sua seconda riunione a Nizza, il 7 febbraio 2025, dopo la prima riunione del 31 ottobre 2023 a Torino.

    È stato presieduto dai due ministri degli Affari esteri, Jean-Noël Barrot e Antonio Tajani, presente anche il ministro francese dei trasporti, Philippe Tabarot. Il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, ha fatto gli onori di casa e portato diversi temi e argomenti alla riunione, che si è svolta in plenaria nella seconda parte del pomeriggio.

    Tra i temi, il raddoppio del Bianco, l’acqua del Roja, il collegamento tra Corsica e Sardegna, le aperture del Tenda, della seconda canna stradale e della ferrovia del Fréjus, le scuole bilingui di Mentone e Ventimiglia, i molti accordi.

    Oltre ai molti temi, c’era molta gente, per lo più rappresentanti politici: delle regioni, dei dipartimenti e delle province, dei comuni e di altre organizzazioni e strutture, dai trafori agli organismi di cooperazione. Ogni soggetto aveva diritto a due rappresentanti: in questo modo la grande sala di villa Masséna era proprio gremita, con gli staff in una stanza adiacente. Una rappresentanza del Principato di Monaco, invitata come osservatore, ha contribuito al dibattito.

    La Salle De La Réunion Du Comité Frontlier À Nice (c) Nos Alpes Enrico Martial

    Quale clima e quale metodo

    Al mattino, vi è stata una riunione, definita tecnica”, sempre in plenaria, su un periodo di tempo più ampio, a cui hanno partecipato sostanzialmente gli stessi rappresentanti. È stata secondo diversi presenti una sorta di prova generale del pomeriggio.

    La scelta di creare una suddivisione per temi ha costituito un progresso: mobilità transfrontaliera (su strada, ferro, e marittima), ambiente e risorse idriche (sostanzialmente per il fiume Roja), collaborazione culturale e linguistica, cooperazione sanitaria, governance, con una appendice su un possibile segretariato del Comitato a Nizza.

    È pur vero che alcuni temi o ostacoli transfrontalieri non sono ancora entrati in agenda come, per citarne uno, il geoblocking che impedisce l’accesso ai contenuti culturali e televisivi dell’altro Paese, per esempio France Télevision e RaiPlay.  

    Per altro verso va notato che l’elenco delle problematiche dette e messe in agenda è lungo. Offre a Nos Alpes diverse piste di approfondimento e forse al Comitato ulteriori incontri intermedi tra una grande riunione e l’altra, come è stato detto in riunione.

    Infine, il clima è stato piuttosto produttivo, sebbene con ancora qualche retorica sugli “amici” francesi o italiani. La cooperazione è sentita come relativamente normale, la comunicazione è senz’altro migliorata.

    Foto Di Famiglia Del Comitato Frontaliero Di Nizza, Il 6 Febbraio 2024 (c) Enrico Martial Nos Alpes
    Foto di famiglia del Comitato frontaliero di Nizza, il 6 febbraio 2025 (c) Enrico Martial Nos Alpes.

    Cosa ricordare sui trasporti del Comitato frontaliero di Nizza

    Sul Monte Bianco, il ministro Tajani ha proposto di avviare un gruppo di lavoro tecnico sul raddoppio del traforo, anche solo per capire se non sia paradossalmente meglio costruirne uno nuovo piuttosto che far lavori nell’attuale per tre mesi all’anno, bloccando il traffico, e per 24 anni. Potrebbe essere utile per valutare l’impatto dell’inquinamento dei mezzi in coda agli accessi. Un primo rapporto tecnico già condiviso dovrebbe già esprimere qualche dato e contenuto al riguardo.

    La seconda canna del traforo stradale del Fréjus e la prima canna del Tenda saranno inaugurati entro fine giugno, hanno dichiarato i ministri degli esteri, con la conferma del ministro francese dei trasporti, Philippe Tabarot.

    Inoltre, dal 1° aprile dovrebbe riprendere il traffico ferroviario al Fréjus, dopo la lunga chiusura e i lavori seguiti alla frana in Maurienne del 27 agosto 2023. Le tariffe per il pedaggio al traforo stradale del Fréjus dovrebbeo essere ridotte per i comuni di frontiera, l’auspicio di vedere di nuovo i treni regionali e TER tra la Maurienne e Susa, richieste di interventi di messa in sicurezza e miglioramento della strada che passa al Monginevro. I partecipanti hanno ascoltato la proposta di un nuovo status dei collegamenti ai colli transfrontalieri, forse anche per ripartire i costi di manutenzione e sicurezza, che in Francia gravano sui dipartimenti.

    Il Principato di Monaco, che ha 9 milioni di passeggeri all’anno in transito alla sua stazione ferroviaria, auspica una linea con un servizio regolare e di qualità (ha avuto interruzioni recenti) ed ha evocato il tema del TGV a est di Nizza ed eventualmente fino a Ventimiglia.

    Sulla costa e sul mare

    Si è parlato dell’asse ferroviario costiero come di un corridoio comune, e quindi dei suoi problemi e opportunità: ottenere fondi europei, fare i lavori sulla tratta Finale-Andora (ancora binario unico), introdurre il sistema di segnalazione ERTMS per far viaggiare i treni sulle due reti. Un parlamentare ha citato il numero di 14000 tir al giorno sull’asse autostradale, e sollecitato a spostare parte del traffico su rotaia.

    Infine, da Sardegna e Corsica è venuta la richiesta di una deroga o di una norma che renda il collegamento tra Santa Teresa Gallura e Bonifacio di tipo nazionale (sono solo 15 chilometri) per permettere si svolgere il servizio a navi di un più ampio numero di classi.

    Le attuali due navi di classe A sono una in manutenzione e l’altra in avaria, con il risultato che il collegamento è interrotto da tre mesi. Bisogna comunque trovare in fretta due altre navi, e si può anche migliorare il collegamento con la Toscana, che dista in linea d’aria solo 17 chilometri.

    La Presse Qui Attend Au Comité Frontalier De Nice (c) Nos Alpes Enrico Martial
    La stampa attende al Comitato frontaliero di Nizza / la presse qui attend au Comité frontalier de Nice (c) Nos Alpes Enrico Martial.jpeg

    Acqua e ambiente, cultura, salute

    La ripartizione dell’acqua del fiume Roja, che alimenta Mentone e parzialmente Monaco, dipende da una convenzione del 1967 che si intende rivedere perché sono cambiate molte condizioni, sia per l’estensione dell’uso delle sue acque sia per le conseguenze della tempesta Alex, sia per la sua governance.

    In materia di cultura il Comitato frontaliero ha parlato della scuola francese di Ventimiglia (che in origine serviva le famiglie di ferrovieri francesi che lavoravano alla stazione) e di una scuola italiana a Mentone. L’Académie (cioè la soprintendenza) di Provence Alpes Côte d’Azur ha sottolineato come il Trattato del Quirinale abbia permesso di riunire varie iniziative che prima erano sparse. La Regione Valle d’Aosta, con il presidente Renzi Testolin, ha dato notizia dell’accordo con Alliance française e altre istituzioni per consentire il riconoscimento DELF agli studenti valdostani, che frequentano una scuola incardinata sul bilinguismo.

    Sulla salute, da un lato il comitato frontaliero ha evidenziato gli ostacoli transfrontalieri alla mobilità dei pazienti e alla prestazione delle cure, in particolare tra Briançon e Susa, dall’altra è stato ricordato un progetto Interreg in corso, che affronta appunto questi aspetti giuridici e organizzativi per tutta la frontiera italo-francese.

    La Sala Del Comitato Frontaliero A Nizza (c) Regione Valle D'aosta Ufficio Stampa

    La governance dei molti accordi locali

    Per la governance, l’elenco delle nuove collaborazioni è stato lungo.

    Si va dall’Alleanza transfrontaliera delle Alpi del sud tra metropoli di Nizza, provincia di Cuneo e provincia di Imperia, al GECT in preparazione “Alpi del mare” capitanato dalla CARF (Communauté d’agglomération de la Riviéra française) che riunisce una sessantina di comuni, al GECT Espace Mont-Blanc. Presentato dal sindaco di Chamonix, forse più indietro nei tempi di preparazione, è previsto dallo stesso Programma di lavoro del Trattato del Quirinale.

    Vi sono poi ancora la dichiarazione d’intenti tra Valle d’Aosta e Alta Savoia, il protocollo di cooperazione tra la Metropoli di Nizza e la città metropolitana di Genova e vari gemellaggi tra comuni. Anche le Olimpiadi invernali del 2030 nelle Alpi francesi, ma con una gara di pattinaggio di velocità a Torino, contribuiscono alla cooperazione.

    Infine, il sindaco Christian Estrosi ha confermato la proposta di ospitare il segretariato del comitato frontaliero a Nizza: ma il tema sembra sia restato ancora aperto.

    LEGGI ANCHE:

    Alleanza delle Alpi del sud: cosa dice l’accordo

    Patto di cooperazione tra Valle d’Aosta e Alta Savoia

    Dentro al cantiere della frana sulla ferrovia del Fréjus

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    Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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