Il Consiglio comunale di Lione ha approvato il 27 marzo 2025 una strategia contro i PFAS per proteggere la popolazione, aumentare la conoscenza scientifica e ridurre le fonti di inquinamento. Le azioni riguardano in particolare i quartieri più esposti dell’agglomerato urbano.
I PFAS, acronimo inglese di “perfluorinated alkylated substances” (sostanze perfluoroalchiliche), nascono negli anni ’40 come composti chimici detti “di sintesi”, e sono presenti in numerosi prodotti, dalle pentole antiaderenti a indumenti e scarpe impermeabili, fino ad alcuni imballaggi alimentari, in generale idrorepellenti oppure oleorepellenti.
Sono sostanze resistenti ai maggiori processi naturali di degradazione grazie alla presenza di legami molto forti tra atomi di fluoro e carbonio, e per questo sono detti “inquinanti eterni”.
I PFAS e i loro derivati sono stati sotto indagine in temPi recenti per il loro effetto negativo sull’ambiente e sulla salute.
Le raccomandazioni sanitarie per Lione
Il territorio lionese è interessato dalla presenza dei PFAS, a causa di attività industriali, ma anche dell’uso quotidiano di questi composti nei tessuti, negli imballaggi alimentari e nei rivestimenti antiaderenti. Le sostanze si diffondono nell’aria, nell’acqua, nel suolo, negli organismi viventi e nella catena alimentare.
Le zone più interessate sono a sud di Lione, ma analisi del settembre 2023 hanno rilevato contaminazioni in altri quartieri, a valle dei rilasci di siti industriali. In particolare, a Lione, in località Pierre-Bénite, lo stabilimento chimico Arkema è oggetto di un procedimento giudiziario, per il quale il giudice ha disposto entro la fine di quest’anno un rapporto tecnico, svolto da un collegio di esperti, sulla diffusione dei PFAS. La prefettura di Lione, il 3 aprile 2023, aveva confermato la presenza degli inquinanti nelle uova prodotte nell’area sud della città.
Dopo le analisi, la Prefettura del Rodano, con il supporto dell’Agenzia regionale per la salute (ARS), ha adottato varie di misure precauzionali. È infatti vietato il consumo di pesci pescati nei fiumi Rodano e Garon, e di uova o carni di pollame allevati nei giardini privati delle aree contaminate.
L’investimento per il trattamento dell’inquinamento da PFAS è stimato in 5 milioni di euro per la città di Lione, con un costo annuale di 600.000 euro a partire dal 2026.
Un piano municipale in tre assi, prevenzione, ricerca e informazione
La nuova strategia municipale si fonda su tre punti: prevenire i rischi d’esposizione, produrre conoscenze utili e ridurre le fonti d’inquinamento. L’obiettivo è garantire condizioni di vita più sane, con una particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili, come i bambini nei primi mille giorni di vita.
Per ridurre i rischi, il comune promuoverà la diffusione di informazioni dalle fonti ufficiali come la Prefettura, l’Agenzia regionale per la salute (ARS), la Direction régionale de l’environnement, de l’aménagement et du logement (DREAL), il Centre international de la recherche sur le Cancer France (CIRC), il Centre Léon Bérard di ricerca sul cancro che ha sede a Lione (CLB). Il Comune di Lione informerà sulle misure di protezione le professioni interessate, come gli operatori dell’edilizia, dell’urbanistica e della ristorazione. Saranno inoltre avviate campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e alle famiglie.
Il piano prevede il sostegno a studi sul territorio, anche in ambienti frequentati da soggetti fragili come scuole, asili nido e residenze per anziani (EHPAD). In collaborazione con la Métropole de Lyon, il Centre Léon Bérard e il Cancéropôle Lyon-Auvergne-Rhône-Alpes, sarà sviluppata una piattaforma di ricerca condivisa, e sarà creato un Istituto cittadino per promuovere buone pratiche e trasparenza.
Infine, il Comune parteciperà all’evoluzione del diritto ambientale, sia a livello nazionale che internazionale, per promuovere l’eliminazione graduale dei PFAS secondo l’approccio “One Health 4 Cities” e la Dichiarazione di Lione dell’8 febbraio 2022.
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