Una frana sul Kleines Nesthorn ha costretto le autorità svizzere a evacuare Blatten, nel Canton Vallese, dove si teme il distacco imminente di milioni di metri cubi di roccia.
Le operazioni di prevenzione del rischio e di tutela della popolazione sono in corso dal 19 maggio e coinvolgono oltre 300 persone.
Blatten si trova a 1540 metri di altitudine, nel Lötschental, la più grande valle laterale del versante nord del canton Vallese.

Evacuazione completa dopo i primi crolli
La sera di sabato 17 maggio le autorità svizzere avevano già disposto una prima evacuazione parziale del villaggio alpino di Blatten, con l’allontanamento di 92 residenti e 16 turisti. Lunedì 19, dopo un ulteriore movimento franoso di circa 200 mila metri cubi di roccia, l’Ufficio federale della protezione della popolazione, anche con l’app AlertSwiss, ha emesso un nuovo allarme ordinando l’evacuazione totale: 283 residenti sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni e sono stati ospitati nella località vicina di Wiler.
Il distacco del 19 maggio, verificatosi tra le 17 e le 18, ha interessato una parte del versante settentrionale del Kleines Nesthorn, che sale fino a 3.341 metri. Secondo i tecnici, la situazione rimane instabile: il versante della montagna continua a sgretolarsi e nei giorni successivi altri 1,5 milioni di metri cubi di materiale si sono staccati. Si prevede che possano crollare ulteriori 3 milioni di metri cubi, aumentando il rischio per il fondovalle e per la stessa Blatten.

Un rischio complesso e difficile da prevedere
Il pericolo più temuto riguarda la possibilità che il materiale franoso precipiti sul ghiacciaio del Birch, già parzialmente colpito, innescando una colata detritica con potenziali conseguenze gravi. Gli esperti sul posto, tra cui il geologo Guillaume Favre-Bulle e l’ingegnere cantonale Alban Brigger, ritengono che la dinamica del crollo sia difficilmente prevedibile. Alcuni segnali – come i movimenti giornalieri del ghiacciaio, che si sposta di circa mezzo metro – vengono monitorati.
Tra le ipotesi più critiche figura l’eventualità che i detriti ostruiscano il fiume Lonza. In questo caso, la diga di Lötschen, con il suo bacino di Ferden, potrebbe svolgere un ruolo essenziale nel contenimento delle acque e nel prevenire danni nelle aree a valle. Il volume disponibile per l’accumulo d’emergenza è attualmente di 800 mila metri cubi.
Oltre 200 tra tecnici, geologi, agenti di polizia, vigili del fuoco e volontari della protezione civile sono stati mobilitati. È stato chiesto anche l’intervento dell’esercito svizzero per supportare eventuali operazioni straordinarie. L’evacuazione ha riguardato anche diversi animali (circa 190 pecore, 26 mucche e 20 conigli). Alcune frazioni, come Wyssenried e Eisten, non sono state evacuate per la loro posizione fuori dal perimetro di rischio diretto. Alcuni abitanti anziani hanno deciso di restare, ricevendo comunque assistenza regolare da parte delle autorità locali.

Una montagna che si sgretola lentamente, per il momento
Secondo gli esperti, il fatto che la frana stia evolvendo in modo graduale e non improvviso rappresenta un elemento positivo. Se l’intero fronte roccioso fosse crollato in un unico evento, le conseguenze sarebbero potute essere devastanti. Al momento, la priorità resta la salvaguardia delle persone e la prevenzione dei danni.
Le cause dello smottamento non sono ancora note: si ipotizzano movimenti tettonici o erosioni dovute alle piogge. Lo scioglimento del permafrost non è ritenuto un fattore determinante, almeno in questa fase dell’anno.
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