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    Home » Articoli » Rapporto annuale CIPRA 2024: una visione per il futuro delle Alpi
    Europa e Alpi

    Rapporto annuale CIPRA 2024: una visione per il futuro delle Alpi

    Cristina BrunoCristina Bruno9 Luglio 2025
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    CIPRA Rapport annuel 2024 -Rapporto annuale 2024 - Cover (c) CIPRA international
    CIPRA Rapport annuel 2024 -Rapporto annuale 2024 - Cover (c) CIPRA international

    Dalla sua sede nel Liechtenstein, la CIPRA – Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi  – ha pubblicato online il suo Rapporto annuale 2024.

    Il Rapporto sottolinea che il territorio alpino è un patrimonio naturale, culturale e umano di valore inestimabile. La sua tutela richiede, oggi più che mai, una visione lucida, coraggiosa e condivisa. Il documento articola diverse questioni e ne sviluppa prospettive, rischi e soluzioni.

    Cos’è la CIPRA

    Fondata nel 1952, la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA) è un’organizzazione non governativa che riunisce oltre cento tra associazioni, istituzioni e organizzazione di area in prevalenza ambientale nei sette paesi dell’arco alpino. Nel 1983 ha commissionato all’IUCN (Unione mondiale per l conservazione della natura) per un rapporto sulle Alpi, che presentò segnali allarmanti e fu all’origine della Convenzione delle Alpi.

    Ancora oggi partecipa come osservatrice ufficiale alle Conferenze delle Alpi e ai gruppi di lavoro. Tra le sue funzioni operative, gestisce i segretariati delle reti «Città alpina dell’anno» e «Via Alpina».

    Con sede a Schaan, in Liechtenstein, la CIPRA mantiene oggi una sua attività distinta e propositiva, con una sua netta indipendenza, e una significativa influenza in diversi ambienti decisionali e di ricerca.

    “Le Alpi sono un bene comune”

    “Disporre di uno spazio naturale così prezioso nel cuore dell’Europa è un privilegio e una responsabilità”, afferma Uwe Roth, presidente della CIPRA nel documento. Il paesaggio alpino non è solo uno scenario da cartolina: è uno spazio di vita, che amplifica le sfide attuali, dal cambiamento climatico alla spopolamento delle valli, dall’eccessivo sfruttamento turistico all’erosione della biodiversità.

    Gli obiettivi chiave del lavoro della CIPRA riguardano la compatibilità ambientale, perché secondo l’organizzazione ogni sviluppo deve rispettare i limiti degli ecosistemi montani. Inoltre il coinvolgimento locale è uno strumento centrale, poiché sono le comunità alpine le protagoniste del cambiamento. Con la giustizia climatica le Alpi devono diventare un laboratorio per una giusta transizione. La conoscenza condivisa, in cui ricerca scientifica, sapere tradizionale e innovazione di devono relazionare in modo costruttivo.

    Lo stato dell’arte

    Le criticità illustrate nel Rapporto 2024 riguardano il riscaldamento climatico, la pressione turistica, la necessità di politiche coerenti e transfrontaliere.

    Infatti, il riscaldamento climatico nelle Alpi procede al doppio della media globale, minacciando ghiacciai, risorse idriche, foreste e agricoltura. La pressione turistica in alcune zone è eccessiva, mentre altre aree rischiano l’abbandono e la perdita di presidio umano. È urgente la necessità di politiche coerenti e transfrontaliere per frenare lo spopolamento e favorire la resilienza locale.

    L’impegno della CIPRA prevede alleanze tra enti locali, giovani, ricercatori, imprenditori e istituzioni internazionali, con l’obiettivo di costruire un equilibrio tra natura, economia e società che garantiscano una buona qualità della vita nelle Alpi, per le persone e per la natura.

    La Cipra ritiene fondamentali, a tal riguardo tre punti. In primo luogo si devono tutelare ultimi spazi naturali intatti dalla realizzazione di nuovi impianti per la produzione di energia. In secondo luogo occorre cambio di paradigma nella governance alpina, attraverso l’applicazione del principio “evitare, trasferire, migliorare” nelle decisioni che incidono sul territorio e sul paesaggio. Infine, la CIPRA esprime una critica alla gestione dei Giochi olimpici Milano-Cortina 2026, accusata di contraddire i principi della sostenibilità e di ignorare le reali necessità delle comunità alpine.

    Tre priorità di cipra nel rapporto 2024

    Tutela degli spazi naturali intatti

    Le Alpi, già pesantemente sfruttate per la produzione energetica, in particolare derivata dagli centrali idroelettriche, dice la commissione, non devono subire l’installazione di nuovi impianti estensivi (fotovoltaico o eolico) negli ultimi spazi naturali inalterati.

    Nel 2022, l’UE ha adottato un regolamento d’emergenza e una direttiva per accelerare le rinnovabili, in modo da rispondere alle emergenze energetiche e climatiche, accelerando lo sviluppo di grandi impianti solari e turbine eoliche, ma, a una richiesta di verifica formale,  l’UE ha specificato che i protocolli della Convenzione delle Alpi hanno priorità rispetto a regolamenti e direttive in quanto trattati internazionali.

    La CIPRA raccomanda gli Stati membri che la transizione energetica alpina non divori gli ultimi spazi naturali ma che si attui una pianificazione rigorosa per concentrare le installazioni su aree già antropizzate, valorizzare le infrastrutture esistenti evitando di accrescere la pressione sulle valli e sui paesaggi di montagna integri.

    Per le regioni alpine e quanti le amministrano, regioni, comuni, aziende turistiche, cittadini, l’invito è favorire una strategia di decarbonizzazione intelligente, che tenga insieme la tutela del paesaggio, della biodiversità e la necessità di produrre energia pulita.

    Un cambio di paradigma nella governance alpina: evitare, trasferire, migliorare

    La CIPRA propone un cambio di paradigma per le politiche alpine basta su tre punti chiave: “Evitare, trasferire, migliorare”.

    La CIPRA sostiene che evitare dovrebbe sempre essere il primo passo dato che non tutte le attività sono conciliabili con la sostenibilità ambientale. A volte, scrivono, la scelta più lungimirante è non agire, evitare nuove infrastrutture e limitare le costruzioni in zone fragili e soggette a pericoli naturali, evitare l’urbanizzazione diffusa e di incentivare mobilità non necessaria, indirizzare gli investimenti pubblici verso soluzioni circolari e inclusive, monitorare affinché i fondi europei finanzino progetti coerenti con la tutela della biodiversità o del paesaggio.

    Quando evitare non è possibile, occorre trasferire: spostare attività e risorse in contesti meno impattanti. Il turismo invernale, ad esempio, dovrebbe essere dislocato da aree sensibili ad ambiti già antropizzati o meglio attrezzati, oppure la logistica potrebbe passare dalla gomma alla rotaia.

    Infine, è sempre possibile migliorare: ottimizzare processi, ridurre l’impronta ecologica delle strutture esistenti, usare tecnologie più efficienti, migliorare la governance locale. Tuttavia, sottolinea la CIPRA, il miglioramento non dovrebbe sostituire le prime due azioni, ma integrarle in una strategia coerente.

    Questa logica, già applicata in alcuni progetti pilota, ha mostrato che è possibile creare valore economico locale senza necessariamente consumare suolo o attrarre traffico aggiuntivo.

    Un appello ai decisori politici

    CIPRA chiede ai governi alpini, agli enti locali e agli attori economici, una maggiore coerenza nelle politiche pubbliche. Se da un lato si promuove la neutralità climatica e la protezione ambientale, dall’altro si continua a finanziare strade, impianti sciistici e progetti infrastrutturali che vanno in direzione opposta.

    La sfida dei prossimi anni sarà quella di tradurre gli intenti in linee guida operative per il governo del territorio, valutando ogni progetto e ogni investimento pubblico secondo una gerarchia che tuteli il patrimonio alpino. Il futuro delle Alpi dipenderà sempre di più dalla capacità di scegliere con lungimiranza, agire con coerenza e pianificare con responsabilità, adottando, si dice, se necessario, anche iniziative inizialmente impopolari che nel tempo diverrebbero consuetudini non solo ecologicamente compatibili ma anche apprezzate.

    Trasparenza nei Giochi Olimpici Milano – Cortina 2026

    Nel Rapporto Annuale 2024 Vanda Bonardo, presidente di CIPRA Italia, sottolinea  tre aspetti negativi nella preparazione ai Giochi Olimpici, utilizzando alcune espressioni specifiche:

    Riguardo ai “Costi fuori controllo“, rileva che i 343 milioni di spesa inizialmente previsti, oggi hanno raggiunto, secondo  Confcommercio Milano, 1,6 miliardi, cui aggiungere, secondo alcune fonti, 4,1 miliardi destinati alle opere connesse, una prospettiva lontana dai primi intenti che parlavano di “Giochi a costo zero”.

    Per la “Sostenibilità solo a parole“, indica che le promesse di sostenibilità avrebbero lasciato spazio a gigantismi, ampliamenti di piste, nuovi bacini innevamento e strade che attraversano le aree protette di Rete Natura 2000.

    Per la “Elitizzazione dei territori montani” sottolinea che le Olimpiadi aumenterebbero il rischio di rendere sempre più elitari e meno fruibili per la popolazione locale, alcuni territori.

    CIPRA Italia ha d’altra parte deciso di non partecipare ai tavoli istituzionali dei Giochi di Milano-Cortina, ed è una conferma dell’indipendenza e forza di posizionamento dell’organizzazione.

    Il messaggio di questa sezione del Rapporto è anche, in prospettiva, un invito a riflettere rivolto ai giochi invernali nelle Alpi francesi del 2030.

    Un’Alleanza per il futuro delle Alpi

    All’ex ministra austriaca per il clima, la verde Leonore Gewessler, sono state affidate le conclusioni del rapporto, con una impostazione più politica. Secondo Gewessler, “per garantire il futuro delle Alpi è fondamentale sottolineare l’importanza della protezione dell’ambiente, della natura e del clima per la qualità della vita delle persone”. Occorrono politiche coraggiose che coinvolgano la cittadinanza attiva e le amministrazioni consapevoli.

    Le Alpi, sottolinea l’ex-ministra, non sono un museo né un parco giochi, ma un ecosistema vivo, un mosaico di culture, economie, comunità e paesaggi da custodire che, con volontà e coesione, possono diventare un modello di convivenza sostenibile tra uomo e natura.

    ForumFuturo Alpi 2025, a partire dall’acqua

    “H₂O: preziosa, possente, poca” è il titolo del forum che si è tenuto sempre a Schaan, il 27 e 28 giugno a cura di CIPRA, a conferma dell’attività continua dell’organizzazione. Una delle più gravi sfide che le Alpi stanno affrontando riguarda la gestione dell’acqua.

    È un grande tema che richiama molta attenzione, nell’anno europeo dei ghiacciai, a cui è stato dedicato ancora il 24 giugno a Grenoble un incontro della Convenzione delle Alpi, ai rischi di eccesso o di siccità.

    LEGGI ANCHE: Convenzione delle Alpi a Grenoble su clima e ghiacciai

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    Cristina Bruno

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