Tra sabato 26 luglio e sabato 2 agosto, il Cervino CineMountain entra nella sua 28ª edizione con un ampio ventaglio di appuntamenti dal cinema narrativo al documentario, dalla formazione all’omaggio sportivo. Il suo intento ultimo è di porsi quale osservatorio critico circa modi in cui la montagna viene vissuta, rappresentata e trasformata, grazie a proiezioni e incontri snodati tra Breuil-Cervinia, Valtournenche, La Magdeleine e Chamois.
Il programma del Cervino CineMountain 2025
Il cartellone del Cervino CineMountain 2025 si aprirà il prossimo sabato 26 luglio a Valtournenche con la proiezione di differenti film in concorso tra cui “Il mio posto a tavola”di Tracy Schott-Wagner in anteprima mondiale. Seguiranno altri titoli emblematici di carattere internazionale tra cui “Tutti uccidono” di Franceso Puppini ed “Eldorado” di Mathieu Volpe.
Uno dei momenti più attesi della rassegna è però “Fino in fondo – La stagione dei grandi campioni”, che martedì 29 luglio vedrà riuniti a Valtournenche alcuni protagonisti storici dello sci di fondo italiano. Ma anche le “Matinées”, eventi mattutini tra presentazioni di libri e discussioni di attualità, promettono di pervadere le quattro località valdostani di cinematografia e letteratura.
In parallelo, si sviluppano sezioni trasversali come “Mountaintelling”, due serate tematiche (sabato 26 e domenica 27 luglio) che metteranno a confronto forme diverse di narrazione legate alla montagna, ed “Expanded Mountain”, un percorso esperienziale tra installazioni e realtà virtuale disponibile da lunedì 28 luglio a Breuil-Cervinia. La chiusura di sabato 2 agosto coinciderà alfine con la cerimonia di premiazione serale a Valtournenche, accompagnata a un confronto a più voci sulle prospettive dell’alpinismo con François Cazzanelli, Marco Camandona ed Ezio Marlier.
Il concorso
Il concorso internazionale del Cervino CineMountain 2025 presenta una selezione di film uniti dalla similare sensibilità comune nel raccontare la montagna come crocevia di tensioni sociali, ambientali ed esistenziali. Nel complesso, la selezione 2025 privilegia storie che mettono in discussione l’idea della vetta come spazio incontaminato, rivelandone al contrario le dinamiche ecologiche, politiche e culturali.
In “Kamay” (Ilyas Yourish e Shahrokh Bikaran), ambientato tra Afghanistan e Belgio, la dimensione dell’alta quota è insieme sfida fisica e rifugio simbolico, mentre “Donde los árboles dan carne” (Alexis Franco) offre uno sguardo profondo sul legame tra foreste andine e identità locale. “Ritorno al Breithorn” (Dario Tubaldo e Luca Cusani), invece, riporta lo spettatore sulle Alpi con una narrazione intima e asciutta, giocata sul gesto alpinistico e sull’attaccamento al territorio.
Tra le opere che si distinguono per forza visiva vi è anche “Fedrelandet – Songs of Earth”(Margareth Olin), film norvegese che sceglie il tono lirico per riflettere sulla relazione tra uomo e natura nei paesaggi del Grande Nord. Il corto iraniano “Mrs. Iran’s Husband” (Marjan Khosravi) e il canadese “Perfectly a Strangeness” (Alison McAlpine) mostrano per contro come anche in spazi narrativi ridotti si possano evocare aspetto complessi dalla marginalità alla ricerca di senso.
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