Le lingue walser, proprie di alcune piccole comunità sparse tra Valle d’Aosta e Piemonte, sono a oggi inserite nell’atlante UNESCO delle varierà in pericolo di estinzione: da tale consapevolezza prende forma il progetto “AlpiLink – Lingue Alpine in Contatto”, che mira alla preservazione linguistica e culturale delle due regioni coinvolte.
Il convegno accademico internazionale “MiLES – Minority Languages in European Societies”, svoltosi tra mercoledì 3 e sabato 6 luglio scorsi tra Torino e Bard, ha presentato i primi esiti dell’iniziativa. Il ministero italiano dell’Università e della ricerca ha finanziato l’iniziativa con i fondi dei Progetti di rilevante interesse nazionale (PRIN).
Le lingue walser
Con il termine “lingue walser” si vogliono indicare le parlate alemanne fruite tra la Valle del Lys (Valle d’Aosta) e la Val d’Ossola, la Valsesia e la Val Mastallone (Piemonte). A oggi in Italia i loro conoscitori non superano in totale il migliaio, ciò che le rende oramai a rischio di scomparsa nonché oggetto di studio e di interesse da parte di linguisti di tutta Europa.
Spesse volte tali lingue possono variare di molto di paese in paese o addirittura di villaggio in villaggio, risultando così differenti e distinte da non essere comprensibili anche a pochi chilometri di distanza. È il caso, per esempio, del “titschu” di Rimella (Vercelli), del “titsch” di Gressoney-Saint-Jean (Valle d’Aosta) e Formazza (Verbano-Cusio-Ossola) o del “töitschu” di Issime (Valle d’Aosta).
Il walser è parlato in Svizzera, cioè in alcune zone del Vallese, Ticino, Grigioni, in Italia, in alcune valli appunto del Piemonte e della Valle d’Aosta, in Liechtenstein, in particolare a Triesenberg e Planken, e in Austria, nel Vorarlberg.
L’audiomappa digitale
La creazione dell’audiomappa digitale del progetto “AlpiLink” è frutto di un lavoro di documentazione e raccolta di registrazioni audio dei parlanti locali portato avanti sul campo da un team interateneo delle Università di Torino e della Valle d’Aosta. Lo scopo ultimo riguarda la tutela di una serie di idiomi che sta suo malgrado scomparendo a seguito della crescente mobilità, dello spopolamento e dell’oblio da parte delle giovani generazioni.
In seno a una ulteriore e precedente iniziativa denominata “VinKo – Varietà in Contatto”, era stata data vita a una similare carta corredata di file audio afferenti a determinati gruppi dialettali alpini. Inoltre, l’attività del programma si estende alla mappatura di piemontese, francoprovenzale e occitano, ricercando la collaborazione “dal basso” dei rispettivi parlanti attraverso la partecipazione a un audio-sondaggio dedicato.
Il progetto “AlpiLink”
Più in generale progetto “AlpiLink” mira a collezionare una grande quantità di informazioni circa dialetti e lingue minoritarie germaniche, romanze e slave del versante italiano dell’arco alpino. Per farlo esso gode della collaborazione delle Università di Verona, Trento, Bolzano, Torino e Valle d’Aosta, congiuntamente impegnate nell’analisi e nella promozione dei dialetti parlati nelle rispettive regioni.
La raccolta audio è stata portava avanti in Valle d’Aosta anche attraverso l’impegno delle scuole, più nello specifico di tre classi di due istituti secondari superiori di Aosta. Oltre a momenti di formazione mirata alla valorizzazione del francoprovenzale, sono state previste interviste ai parlanti svolte in loco e volte a contribuire al crowd-sourcing della banca dati.
Sempre sul territorio valdostano in generale e a Gressoney-Saint-Jean in particolare, le due appassionate di lingua Luciana Favre ed Elide Squindo hanno realizzato in autonomia la prima grammatica del “titsch”. Pubblicata nel dicembre 2022 per la collana “Minoranze alpine” della casa editrice universitaria Edizioni dell’Orso, essa fa il paio con il “Nuovo vocabolario titsch-italiano e italiano-titsch” apparso nel marzo di quest’anno sotto la curatela di Emanuele Cioffi Gaeta e Caterina Saracco.
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