Una salita mozzafiato per il raggiungimento di un nuovo record, una corsa inarrestabile per superare se stessi e i propri avversari: in “Mont-Blanc express” Jean-Philippe Lefief traccia a ritroso la storia delle ascese rapide sul Tetto di Europa. Tale pratica, a oggi conosciuta con il nome di Fastest Known Time (in abbreviato FKT), si riferisce alla sfida che molti sportivi si pongono di ottenere il miglior tempo conosciuto percorrendo una via alpina.
L’idea di scalare il Monte Bianco il più rapidamente possibile sorge già alla fine del XIX secolo, quando gli sportivi della montagna cominciano a registrare i loro tempi e a confrontarli con quelli dei loro rivali. Di qui prende dunque corpo il sogno del primato, per arrivare al quale molti consacrano mesi di preparazione teorica e allentamento pratico.
Come ricostruito in “Mont-Blanc express”, tra gli iniziatori di tale nuova forma di avventura vi è anche Jacques Balmat, detto “le Mont-Blanc”, il primo uomo ad aver raggiunto la cima Monte Bianco al fianco di Michel Gabriel Paccard. Contadino, cacciatore e cercatore di cristalli nato a Chamonix nel gennaio del 1762, egli si cimenta nella sua grande impresa l’8 agosto del 1786 all’età di soli 24 anni. Egli scompare nel 1834 all’età di 72 anni, cadendo in un crepaccio nella vallata di Sixt mentre è alla ricerca di oro, ma il suo corpo resta introvabile.
Le salite celeri della Vetta di Europa proseguono e si diffondono capillarmente nel panorama alpinistico europeo, sino a dare vita alla rivoluzione del cosiddetto alpinismo su sentiero. Uno dei suoi precursori è Kilian Jornet, scialpinista, ultramaratoneta e skyrunner di origini spagnole che dal giugno del 2012 si cimenta nel progetto “Summits of my life”; questo lo vede impegnato nel tentativo di migliorare i record di ascesa e discesa in solo di alcune fra le più note e alte montagne della Terra.
Durante la prima delle sue sfide, la traversata del Massiccio del Monte Bianco tra Francia e Svizzera, il suo compagno di cordata Stéphane Brosse ha perso la vita in un tragico incidente. Di nuovo a Chamonix, dopo un periodo negli Stati Uniti, ha completato nel 2012 la tratta tra Courmayeur e Chamonix attraverso la Via Innominata in appena 8 ore, 42 minuti e 57 secondi. L’anno successivo, più precisamente l’11 luglio, egli è in grado di realizzare la sua impresa sul Monte Bianco raggiungendone la vetta in 4 ore, 57 minuti e 40 secondi. Il 21 agosto del 2013 egli stabilisce un nuovo primato, questo volta salendo sulla cima del Monte Cervino in 1 ora, 56 minuti e 15 secondi.
Per la stesura del suo volume Jean-Philippe Lefief ha potuto consultare gli appunti personali di Kilian Jornet, ciò che gli ha permesso di indagare su di una vicenda denigrata da quella fascia di alpinisti non a proprio agio con la competizione. Lanciatosi in avventure a piedi o con gli sci, in solitaria e su percorsi difficili, l’uomo è stato una sorta di un precursore di tale nuova tipologia sportiva nella quale la velocità debe necessariamente essere associata alla coordinazione e alla precisione di movimento.
“Mont-Blanc express”, edito dalle Éditions Paulsen nella sezione “Narrativa” esordisce con la prefazione dello stesso Kilian Jornet; esso è acquistabile sul sito web della casa al prezzo di 22,00 euro per la versione stampata e di 13,99 euro per la versione digitale.
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