Il col de l’Iseran è conosciuto diversamente sui due lati della frontiera italo-francese. È un nome di località ricorrente nei media francesi, per i numerosi e ripetuti passaggi del Tour de France, e per le periodiche notizie che riguardano al sua apertura e chiusura.
Nel Nord Italia, è meno conosciuto. Solo per alcuni ambienti è un nome familiare: amanti della bicicletta, gruppi di motociclisti, turisti itineranti, qualche studioso.
Per tutti merita comunque una visita.
Cos’è il colle dell’Iseran
Il colle dell’Iseran è il più alto delle Alpi. Ne supera un paio ma di poco: raggiunge i 2764 metri, mentre il passo dello Stelvio, tra Bormio in Valtellina e la Val Venosta in Sud Tirolo arriva a 2758 metri. Il colle dell’Agnello, tra il Queyras e la val Varaita e Chianale si trova a 2748 metri. Altezze assai vicine, quindi.
E’ attraversato da una strada solo dal luglio del 1937, quando fu inaugurato alla presenza dell’allora presidente della Repubblica francese, Albert Lebrun.
Da sempre era stato un collegamento significativo, anche commerciale. Una mulattiera assicurava il trasporto di formaggi anche verso il Moncenisio e poi verso Torino, quando ancora erano territori degli Stati di casa Savoia.
Tra le due guerre, era il tratto ancora mancante della Route de Grandes Alpes, l’itinerario promosso dal Touring Club de France già nel 1909, con un rapporto presentato dal suo vicepresidente, Léon Auscher, il 26 aprile. Ad Auscher si deve anche un libro del 1904, dal titolo “Il turismo in automobile” (Le tourisme en automobile), oltre a varie iniziative per lo sviluppo e l’organizzazione del turismo in Francia.
Dal luglio 1911, i primi turisti potevano percorrere l’itinerario partendo da Nizza, ma all’epoca mancavano ancora i colli della Cayolle, della Croix-de-Fer e appunto dell’Iseran. Solo nel 1934 un’automobile riusciva a superare il passo, e ci vorranno ancora tre anni per completare i lavori.
L’architetto savoiardo al colle dell’Iseran de Toute-Prudence
L’autore della straordinaria e discussa chiesa di Notre-Dame-de-Toute-Grâce, al Plateau d’Assy, sopra Passy in Alta Savoia, Maurice Novarina, è anche autore dell’edificio religioso del col de l’Iseran.
Se nel caso della sua chiesa Notre-Dame-de-Toute-Grâce pareva invocare ogni possibilità di guarigione per i malati che frequentavano i sanatori del Plateau d’Assy, la cappella che si trova all’Iseran pensava invece ai viaggiatori, e faceva appello a Notre-Dame-de-Toute-Prudence.
Ancora oggi, è un nome di qualche significato. Se i colli sui versanti italiani sono spesso protetti da guard-rail e altre strutture, le molte curve sui più alti colli alpini in Francia vanno percorsi con buona attenzione. Si percepisce d’altra parte la volontà di mantenere i luoghi e il paesaggio per quanto possibile intatti. Ancora nell’estate nel 2024, per esempio, ci sono state diverse iniziative di chiusura al traffico veicolare per dedicare questi luoghi, per esempio, ai ciclisti.
La cappella di Notre-Dame-de-Toute-Prudence fu costruita qualche anno dopo l’inaugurazione della strada, su impulso del vescovo di Saint-Jean-de-Maurienne, Auguste Grumel e con l’accordo di Pio XI, il “papa alpinista”. Fu infatti papa Achille Ratti che aprì la prima via sul versante di Courmayeur al Monte Bianco nel 1890 (la via Ratti-Grasselli) e che con una lettera indirizzata nel 1923 al vescovo di Annecy proclamò San Bernardo patrono degli alpinisti. Il Col de l’Iseran e la montagna avevano allora un significato importante in tutta Europa.
La struttura della cappella al Colle è bassa, assai simile per disegno a quella del Plateau d’Assy, con una ampia superficie del tetto, struttura di pietra e legno. L’architetto savoiardo Maurice Novarina, che nel 1937 aveva trent’anni, anche qui ha lasciato una sua traccia molto alpina, coerente sia con le identità dei luoghi sia con i tempi pesanti e movimentati in cui ha vissuto.
Cosa c’è intorno
Al colle si trova anche un altro edificio che nell’estate del 2024 era chiuso, e che ospita un ristorante e qualche camera.
Sul versante della Maurienne, ci si deve fermare a Bonneval-sur-Arc, che aderisce all’associazione dei 157 Plus beaux villages de France. Bonneval è in una zona abitata sin dal neolitico, come si intende da alcune pitture rupestri conservate in villaggi vicini. Nel V e VI secolo dopo Cristo, secondo la tradizione, alcuni pastori della valdostana Val di Rhêmes si sarebbero trasferiti inizialmente per i pascoli estivi e poi in modo stabile.
Sempre secondo la tradizione, l’arrivo dei Saraceni fino a Bessans avrebbe generato poi un conflitto o una diffidenza permanente tra le due località, che dura ancora oggi. D’altra parte, Bessans è anche nota per le recenti statue in legno del diavolo, cui abbiamo scritto in questo giornale.
Sul versante dell’Isère, quindi in Haute-Tarentaise, le due prime grandi località da vedere sono Val d’Isère e Tignes.
Val d’Isère è un grande mito dello sci invernale. Nata come stazione invernale sin dagli anni Trenta, ha trovato lo sviluppo nello sport e una notorietà importante, anche grazie alle coppe del mondo che ospita periodicamente.
E’ collegata a Tignes, un altro dei siti più classici dello sviluppo del turismo dello sci, con le partenze di teleferiche e seggiovie proprio davanti ai grandi edifici e ristoranti. Il luogo merita una visita anche per la grande diga inaugurata nel 1953, dopo anni di conflitti con la popolazione locale, che vide scomparire il suo villaggio storico.
Fu però proprio dal 1956 che, inizialmente con sovvenzioni statali, alcuni degli abitanti diedero vita alla stazione di sport invernali, che si trova su un altopiano, sei chilometri sopra alla diga.
LEGGI ANCHE:
Una visita alle terre del Marchesato di Saluzzo
La moderna meraviglia della chiesa di Notre-Dame-de-Toute-Grâce, a Passy, in alta Savoia
I diavoli di Bessans, in Alta Maurienne
Con il sostegno di