È iniziata la cooperazione scientifica e culturale tra Italia e Francia per nuovi studi e la valorizzazione del sito preistorico dei Balzi Rossi, tra Ventimiglia e Mentone. In questi giorni si stanno svolgendo le prime attività di programmazione, sulla base dell’accordo firmato il 1° luglio a Genova.
Il protocollo di cooperazione scientifica coinvolge il ministero italiano della Cultura, l’Università di Genova, il Museo dei Balzi Rossi di Ventimiglia, il Museo di Preistoria regionale di Mentone, la città di Mentone e l’associazione A.D.E. Méditerranée.
L’iniziativa, condivisa da studiosi, amministratori e specialisti dei due Paesi, mira a rafforzare le attività di ricerca, conservazione e divulgazione sul sito archeologico transfrontaliero dei Balzi Rossi, uno dei complessi preistorici più significativi d’Europa.
Una nuova fase di studio e di cooperazione per i Balzi Rossi
Il complesso archeologico dei Balzi Rossi, il cui nome deriva dal colore rossastro delle rocce calcaree che affiorano lungo la costa, si trova nei pressi della frazione Grimaldi di Ventimiglia, a pochi metri dal confine con la Francia. La scoperta del sito risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando i lavori di cava portarono alla luce i primi reperti preistorici. Le ricerche sistematiche iniziarono nella prima metà del XX secolo e proseguono ancora oggi, rendendo il sito uno dei più studiati d’Europa.
Già nel 1898, l’importanza scientifica delle scoperte spinse l’inglese Thomas Hanbury a finanziare la costruzione di un museo accanto alle grotte. Vi fu esposta la celebre “triplice sepoltura”, risalente a circa 25.000 anni fa, con resti di tre individui di Homo sapiens. Il sito comprende anche una delle rare incisioni rupestri paleolitiche rinvenute in questi territori: il cavallo inciso della grotta del Caviglione.
Il complesso comprende diverse cavità naturali, frequentate dall’uomo in un arco temporale che va da circa 230.000 a 12.000 anni fa. Le testimonianze rinvenute — resti umani, sepolture, strumenti litici e arte mobiliare — documentano fasi importanti dell’evoluzione umana e delle migrazioni preistoriche attraverso il continente europeo.
Il progetto
La prima fase del progetto prevede la realizzazione di una cartografia topografica ad alta precisione dell’area dei Balzi Rossi, comprese le grotte sommerse scoperte nel 2023.
L’obiettivo a medio termine è produrre una ricostruzione tridimensionale del paesaggio paleolitico, integrando dati archeologici ed elementi ambientali raccolti anche attraverso esplorazioni sottomarine. Questa modellazione, sviluppata dal dipartimento Dibris dell’Università di Genova, sarà impiegata sia in ambito scientifico sia per la divulgazione museale, attraverso strumenti narrativi e interattivi accessibili al pubblico.
Il protocollo rafforza una cooperazione già avviata tra enti museali e universitari italiani e francesi. Partecipano all’accordo il Museo di Preistoria regionale di Mentone, fondato nel 1878 e rinnovato nel 2022, custode di collezioni provenienti anche dai Balzi Rossi; l’associazione A.D.E. Méditerranée, attiva nella ricerca sottomarina e nella valorizzazione del patrimonio naturale e culturale. E appunto il museo dei Balzi Rossi, fondato nel 1898 grazie al mecenatismo di Sir Thomas Hanbury, attualmente oggetto di lavori di adeguamento.
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