Il Copernicus Climate Change Service (C3S) descrive il mese di agosto 2025 come il terzo più caldo di sempre a livello mondiale, con ondate di calore estreme che hanno finito con l’impattare anche sulle Alpi. La temperatura media europea ha difatti raggiunto i 19,46 gradi, superando di +0,30 gradi il valore di riferimento 1991-2020 nonché contribuendo a confermare l’estate nel suo complesso come la quarta più calda di sempre.
Una estate con caldo record
Le ondate di calore, concentrate sulla Penisola Iberica, sulla Francia sudoccidentale e su parti del Mar Mediterraneo, hanno provocato incendi estesi e condizioni estreme su tutto il Continente. I Paesi europei più colpiti, come Spagna e Portogallo, hanno registrato durate record sino a 16 giorni, con conseguenti ripercussioni tanto sul benessere dei cittadini quanto sulla salute dell’ambiente.
Pure in assenza di dati Copernicus specifici per le Alpi, le evidenze suggeriscono un significativo stress termico lungo tutto il mese di agosto 2025 anche sulle quote più alte. I modelli meteo segnalano però temperature eccezionalmente elevate anche nelle valli alpine e nelle zone prealpestri, con punte sino a 40 gradi in alcune zone settentrionali e centrali e lo zero termico sopra i 5 mila metri.
La situazione in Europa
In Europa l’agosto 2025 ha mostrato un quadro complesso, con una anomalia media di +0,30 gradi rispetto al periodo di riferimento 1991-2020, valore che lo colloca comunque al di fuori dei dieci mesi più caldi mai registrati. Se si considera però l’intera estate, dal mese di giugno al mese di agosto, il Continente ha vissuto la quarta stagione più calda della sua storia dopo le due stagioni estive passate, quella del 2023 e quella del 2024.
Le differenze interne sono state notevoli: mentre la Penisola Iberica e la Francia sudoccidentale hanno affrontato temperature eccezionali con massime di 45 gradi, l’Europa settentrionale ha registrato valori inferiori alla media stagionale. Nel frattempo, Regno Unito e Irlanda hanno sperimentato la loro estate più calda di sempre, e l’Italia ha mostrato condizioni miste, con anomalie più significative al Nord e in area alpina prealpina.
Conseguenze ambientali e sanitarie
Per le Alpi, il caldo anomalo di agosto 2025 rappresenta un fattore di forte pressione ambientale, con rischi significativi per la natura, il paesaggio, la biodiversità e la salute umana.
Le temperature elevate registrate anche oltre i 1.000 metri hanno accelerato la fusione glaciale, con segnalazioni di arretramento significativo su ghiacciai come quello del Rodano e del Monte Rosa. L’aumento delle notti tropicali in quota, un fenomeno raro ma sempre più frequente, ha inoltre favorito la degradazione del permafrost, aumentando il rischio di frane e crolli rocciosi lungo i mesi estivi.
Le risorse idriche alpine risultano esse stesse messe a dura prova: i fiumi alimentati dai ghiacciai registrano portate irregolari, con conseguenze per l’agricoltura di montagna e per la produzione idroelettrica. Anche il turismo risente delle ondate di calore, un segnale concreto di come le alte temperature stiano modificando la vivibilità e l’attrattività stessa della montagna.
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